Tecnicamente Bellalavita ha ragione: la struttura del testo di una canzone è diversa da una poesia.
Nonostante ciò definire dal punto di vista tecnico e stilistico una poesia secondo me è difficile dopo un secolo in cui la sperimentazione è andata proprio nella direzione del superamento (anche eccessivo) delle regole tecnico/stilistiche.
In più a ben pensarci la poesia occidentale trova le sue radici nei grandi poemi epici greci che venivano affidati alla memoria appunto “legati al canto” e non alla forma scritta.
Fatte queste premesse mi sento di dire che una poesia:
1) ha un’espressione ritmica diversa dalla prosa
2) comunica immagini, sentimenti, emozioni dell’artista
3) lascia ampia libertà di interpretazione emozionale
e soprattutto:
4) comunica ogni volta qualcosa di nuovo.
Per me tra le canzoni di Mango alcune sono bellissime, si avvicinano al linguaggio poetico, lo accarezzano, ma sono pensate per essere funzionali alla musica e all’interpretazione.
Altre invece hanno un testo che trascende la musica (da essa si arricchisce, ma vivrebbe da solo).
Citerei ad esempio Primavera, Il dicembre degli aranci, Io ti vorrei parlare, Di quanto stupore (interessante il raddoppio continuo dei versi), Un amore non torna.
Definirei questi testi poesia senza troppi ripensamenti.
Confesso di non avere ancora letto il Mango poeta (lo farò al più presto).
Cristian
Nonostante ciò definire dal punto di vista tecnico e stilistico una poesia secondo me è difficile dopo un secolo in cui la sperimentazione è andata proprio nella direzione del superamento (anche eccessivo) delle regole tecnico/stilistiche.
In più a ben pensarci la poesia occidentale trova le sue radici nei grandi poemi epici greci che venivano affidati alla memoria appunto “legati al canto” e non alla forma scritta.
Fatte queste premesse mi sento di dire che una poesia:
1) ha un’espressione ritmica diversa dalla prosa
2) comunica immagini, sentimenti, emozioni dell’artista
3) lascia ampia libertà di interpretazione emozionale
e soprattutto:
4) comunica ogni volta qualcosa di nuovo.
Per me tra le canzoni di Mango alcune sono bellissime, si avvicinano al linguaggio poetico, lo accarezzano, ma sono pensate per essere funzionali alla musica e all’interpretazione.
Altre invece hanno un testo che trascende la musica (da essa si arricchisce, ma vivrebbe da solo).
Citerei ad esempio Primavera, Il dicembre degli aranci, Io ti vorrei parlare, Di quanto stupore (interessante il raddoppio continuo dei versi), Un amore non torna.
Definirei questi testi poesia senza troppi ripensamenti.
Confesso di non avere ancora letto il Mango poeta (lo farò al più presto).
Cristian