Mi scuso se apro un ulteriore topic su questo brano. Ma mi sembrava giusto che il pezzo avesse uno spazio suo, indipendente da ciò che è stata l'attesa della sua prima comparsa nelle radio e le prime impressioni d'ascolto.
Scendiamo dunque nel merito.
“Ti amo così”: una frase che potrebbe sembrare quasi banale, diventa invece il legame interno (e interiore) di una canzone il cui testo procede per frammenti che si affermano nella loro assolutezza cristallina:
propensione ad appiglio dell’anima
sorprendente disegno d’Altissimo
l’abitudine è un po’ come il mare
ne approfitta la mia solitudine
…
Frammenti lasciati lì, quasi in sospensione, prima di essere ricondotti tutti e rinviati a espressione dell’amore. Un amore rivolto a un “tu”: ma chissà se questo “tu” non è di nuovo l’amore stesso, a cui tutti gli amori attingono proprio per dare consistenza alla loro particolare storia?
Un amore di fronte a cui fa naufragio anche il “mare ch’è in me”, quel mare già immenso della fantasia cantato in Mediterraneo e attraversato nelle poesie del Nostro. Anche quel mare trova un mare ancora più vasto, un oceano in cui inabissarsi, tanto da dover ammettere
Smetto d’essere ciò che pensavo.
Sì, perché alla fine l’appiglio dell’anima, il disegno d’Altissimo, l’abitudine, la solitudine, il mare, tutte queste cose disegnano “un nuovo cerchio nel cuore” di cui si può anche morire! L’amore è perdita incondizionata, è smarrimento di tutto: si lascia tutto per un solo guadagno, l’amore appunto.
Alla fine allora, quella frasetta che sembrava così banale “Ti amo così” esprime il coraggio e la scommessa fondamentale della vita: quella scommessa che non ha reti di salvataggio, che non è garantita dal successo, che non segue teoremi dalla logica stringente, che procede dalla libertà al rischio di un’avventura.
Questo mi sembra il senso forte di questa canzone, accompagnata da una musica dolcissima e suadente: una musica così vuole quasi convincerci a sbilanciarci per farci coinvolgere da questa avventura rischiosa chiamata “amore”.
d.Max
Scendiamo dunque nel merito.
“Ti amo così”: una frase che potrebbe sembrare quasi banale, diventa invece il legame interno (e interiore) di una canzone il cui testo procede per frammenti che si affermano nella loro assolutezza cristallina:
propensione ad appiglio dell’anima
sorprendente disegno d’Altissimo
l’abitudine è un po’ come il mare
ne approfitta la mia solitudine
…
Frammenti lasciati lì, quasi in sospensione, prima di essere ricondotti tutti e rinviati a espressione dell’amore. Un amore rivolto a un “tu”: ma chissà se questo “tu” non è di nuovo l’amore stesso, a cui tutti gli amori attingono proprio per dare consistenza alla loro particolare storia?
Un amore di fronte a cui fa naufragio anche il “mare ch’è in me”, quel mare già immenso della fantasia cantato in Mediterraneo e attraversato nelle poesie del Nostro. Anche quel mare trova un mare ancora più vasto, un oceano in cui inabissarsi, tanto da dover ammettere
Smetto d’essere ciò che pensavo.
Sì, perché alla fine l’appiglio dell’anima, il disegno d’Altissimo, l’abitudine, la solitudine, il mare, tutte queste cose disegnano “un nuovo cerchio nel cuore” di cui si può anche morire! L’amore è perdita incondizionata, è smarrimento di tutto: si lascia tutto per un solo guadagno, l’amore appunto.
Alla fine allora, quella frasetta che sembrava così banale “Ti amo così” esprime il coraggio e la scommessa fondamentale della vita: quella scommessa che non ha reti di salvataggio, che non è garantita dal successo, che non segue teoremi dalla logica stringente, che procede dalla libertà al rischio di un’avventura.
Questo mi sembra il senso forte di questa canzone, accompagnata da una musica dolcissima e suadente: una musica così vuole quasi convincerci a sbilanciarci per farci coinvolgere da questa avventura rischiosa chiamata “amore”.
d.Max