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Monia » dom gen 01, 2006 5:10 am
Mescolarsi al tempo che va via…che bel concetto!
In questa lunga e magica notte poi, piena di attese, di aspettative, di sogni e desideri espressi, di piccoli pensieri pieni d’affetto sparsi nell’etere, di fiducia in un anno migliore di quello appena trascorso, sembra assumere ancora più significato, come se di colpo, una volta all’anno, ci accorgessimo del tempo che passa e che si porta via le nostre emozioni di quel momento.
Il tema della caducità della vita umana e della felicità lo ritroviamo spesso nelle opere di tanti pensatori, scrittori, poeti vissuti anche molto tempo prima di noi, al quale ognuno ha dato la sua “risposta”. Mi viene in mente, tra questi, il latino Orazio, il primo che mi ha affascinato con queste riflessioni sul senso della nostra vita, sulla bellezza e la ricchezza delle piccole cose che la colorano ogni giorno, sul come dovremmo viverle e goderne appieno prima che tutto sfiorisca inesorabilmente….il “carpe diem” era la sua soluzione, il motivo per cui valeva la pena di vivere la vita, il cogliere quello che il momento ci offre, i frutti saporiti del presente, anche se questa è solo un’illusione, un dolce miele che copre il sapore amaro della consapevolezza della brevità della vita.
Un’altra bellissima chiave di lettura invece è quella dell’arte come superamento e sconfitta del tempo: l’unico modo che ha l’uomo di fermare per sempre il momento, il proprio mondo intimo formato dai ricordi belli e dolorosi, dal vissuto personale, dai luoghi protettivi e accoglienti nell’infanzia, dai volti delle persone care, e di renderlo visibile e tangibile agli altri, alle generazioni future, è l’opera d’arte, in qualsiasi forma essa si manifesti, pittura, scultura, musica, poesia….
” È quasi un rendere eterno ciò che è transitorio”
“Credo che l’arte non consista solo nello strappare alla morte e portare a più lunga durata, con la pietra, col legno e coi colori, qualcosa che esiste ma è mortale. L’immagine originaria di una buona opera d’arte non è una figura reale, viva, quantunque questa possa esserne l’occasione determinante. L’immagine originaria non è carne e sangue , è spirituale. E’ un’immagine che ha la sua dimora nell’anima dell’artista.”(Narciso e Boccadoro –H.Hesse)