"Sempre", una canzone ancora che racconta di una mancanza, di una assenza che si trasforma in tensione verso
Quest’amore di lampone sai
Ha più sete di me
Che ricordo di te che non ci sei.
Abbiamo più volte avuto modo di dire come l’assenza di ciò che si ama, si rovescia (nel pensiero, nel ricordo, nella fantasia) paradossalmente in una “presenza” struggente e quasi ossessiva.
Ma forse c’è anche un’altra dimensione da esplorare: cioè quella per cui l’amore, alla fine, non ha fondamento. Possiamo certamente credere che quando si ama una persona ci siano anche delle ragioni (del cuore o della testa, ma comunque “ragioni”) che rendano quell’amore plausibile ai nostri occhi. Ma ciò rischierebbe di ri-durre quell’amore a ciò che esso rappresenta per me, e la persona amata a semplice ricettacolo delle proprie proiezioni. Dire che l’amore è senza fondamento significa allora svincolarlo da qualsiasi ragione, liberarlo dalle proprie soggettive proiezioni: e questo perché le ragioni sono di un momento, ma la libertà è “per sempre”.
Io vivrò come sempre,
come sempre da sempre,
sempre con i tuoi sempre vivrò,
dopo il tempo dei giorni,
delle offese e i ritorni,
sempre con i tuoi sempre vivrò.
Il tempo dei giorni è il tempo delle ragioni: anche il tempo delle offese, come si dice nel testo, le offese delle proprie ragioni e gli altrui torti. Ma perché diventa anche il tempo dei ritorni, se non perché, a un certo punto, si sceglie di mettere in secondo piano le proprie ragioni per vivere del “sempre”?
Mi sto convincendo che il sempre nell’amore è un sempre di libertà: è un “sì” detto alla persona dell’altro senza altre ragioni, se non quella di riconoscerla e amarla così come è.
Dopodiché sarà il tempo a percorrere le nostre terre
Sarò tempo sui tuoi campi.
Buona vita a tutti
d.Max
Quest’amore di lampone sai
Ha più sete di me
Che ricordo di te che non ci sei.
Abbiamo più volte avuto modo di dire come l’assenza di ciò che si ama, si rovescia (nel pensiero, nel ricordo, nella fantasia) paradossalmente in una “presenza” struggente e quasi ossessiva.
Ma forse c’è anche un’altra dimensione da esplorare: cioè quella per cui l’amore, alla fine, non ha fondamento. Possiamo certamente credere che quando si ama una persona ci siano anche delle ragioni (del cuore o della testa, ma comunque “ragioni”) che rendano quell’amore plausibile ai nostri occhi. Ma ciò rischierebbe di ri-durre quell’amore a ciò che esso rappresenta per me, e la persona amata a semplice ricettacolo delle proprie proiezioni. Dire che l’amore è senza fondamento significa allora svincolarlo da qualsiasi ragione, liberarlo dalle proprie soggettive proiezioni: e questo perché le ragioni sono di un momento, ma la libertà è “per sempre”.
Io vivrò come sempre,
come sempre da sempre,
sempre con i tuoi sempre vivrò,
dopo il tempo dei giorni,
delle offese e i ritorni,
sempre con i tuoi sempre vivrò.
Il tempo dei giorni è il tempo delle ragioni: anche il tempo delle offese, come si dice nel testo, le offese delle proprie ragioni e gli altrui torti. Ma perché diventa anche il tempo dei ritorni, se non perché, a un certo punto, si sceglie di mettere in secondo piano le proprie ragioni per vivere del “sempre”?
Mi sto convincendo che il sempre nell’amore è un sempre di libertà: è un “sì” detto alla persona dell’altro senza altre ragioni, se non quella di riconoscerla e amarla così come è.
Dopodiché sarà il tempo a percorrere le nostre terre
Sarò tempo sui tuoi campi.
Buona vita a tutti
d.Max