Andando su e giù per il forum non sono riuscita a trovare neppure un topic dedicato interamente alla canzone “Oro” e quindi…!
Qualche giorno fa, nella sala d’aspetto di una dottoressa, stavo sfogliando una rivista e mi sono trovata a leggere un articolo che parlava dell’amore ideale
Subito la mia mente lo ha associato alla canzone in questione, perché è così che l’ho sempre interpretata.
“Per averti pagherei…”
Per me dietro a questa affermazione sta l’idealizzazione di un amore…l’amore perfetto, al di sopra della realtà, del quotidiano…..il vedere la persona amata come un bene supremo, irraggiungibile e proprio per questo perfetto: l’amore di cui parlava Platone, che scaturisce appunto dalla mancanza di ciò che non hai e che non puoi avere.
Infatti poi dice:
“E così tu cadi giù…non ti voglio già più”
“…perché non ti elevi su di noi
e resti lì, celeste così
…io ti vorrei immune dal sesso..”
A questo punto l’amata perde tutta la sua particolarità, il suo essere lontana e irraggiungibile che la rendeva speciale.
“Il migliore amore è un lontano struggimento per te e per me…” (Giulietta)
L’articolo affermava che esistono due tipi d’amore: quello ideale, a cui l’assenza attribuisce valore, e quello reale , presente e prevedibile nelle sue manifestazioni. Tra i due c’è la differenza di uno spazzolino da denti…nel senso che l’amore ideale non metterà mai lo spazzolino accanto al tuo, “dentro a un bicchiere pieno di gocce che ne incrostano la trasparenza”!
E poi che entrambi gli amori fanno parte della nostra vita, coesistono in quanto tutti noi siamo la somma di realtà e sogno, di Io ideale e Io reale, e siamo, sosteneva, come i pezzi di frutta dentro allo yogurt: il segreto sta nell’amalgamare bene noi stessi, senza lasciare la dolcezza del sogno giù in fondo, ma neppure assumere dosi eccessive di amore ideale, come la povera Emma Bovary del romanzo di Flaubert!
A questo punto mi viene da pensare che se “Oro” rappresenta l’amore ideale, “Disincanto” invece è l’amore ideale, o meglio la trasformazione del primo in qualcosa di vero, di concreto, forse proprio lo yogurt alla frutta di cui parlava l’autrice: e qui viene il difficile, far maturare e crescere l’amore, riuscire a trasformare qualcosa di ideale e idealizzato in concreto e duraturo!
Qualche giorno fa, nella sala d’aspetto di una dottoressa, stavo sfogliando una rivista e mi sono trovata a leggere un articolo che parlava dell’amore ideale
Subito la mia mente lo ha associato alla canzone in questione, perché è così che l’ho sempre interpretata.
“Per averti pagherei…”
Per me dietro a questa affermazione sta l’idealizzazione di un amore…l’amore perfetto, al di sopra della realtà, del quotidiano…..il vedere la persona amata come un bene supremo, irraggiungibile e proprio per questo perfetto: l’amore di cui parlava Platone, che scaturisce appunto dalla mancanza di ciò che non hai e che non puoi avere.
Infatti poi dice:
“E così tu cadi giù…non ti voglio già più”
“…perché non ti elevi su di noi
e resti lì, celeste così
…io ti vorrei immune dal sesso..”
A questo punto l’amata perde tutta la sua particolarità, il suo essere lontana e irraggiungibile che la rendeva speciale.
“Il migliore amore è un lontano struggimento per te e per me…” (Giulietta)
L’articolo affermava che esistono due tipi d’amore: quello ideale, a cui l’assenza attribuisce valore, e quello reale , presente e prevedibile nelle sue manifestazioni. Tra i due c’è la differenza di uno spazzolino da denti…nel senso che l’amore ideale non metterà mai lo spazzolino accanto al tuo, “dentro a un bicchiere pieno di gocce che ne incrostano la trasparenza”!
E poi che entrambi gli amori fanno parte della nostra vita, coesistono in quanto tutti noi siamo la somma di realtà e sogno, di Io ideale e Io reale, e siamo, sosteneva, come i pezzi di frutta dentro allo yogurt: il segreto sta nell’amalgamare bene noi stessi, senza lasciare la dolcezza del sogno giù in fondo, ma neppure assumere dosi eccessive di amore ideale, come la povera Emma Bovary del romanzo di Flaubert!
A questo punto mi viene da pensare che se “Oro” rappresenta l’amore ideale, “Disincanto” invece è l’amore ideale, o meglio la trasformazione del primo in qualcosa di vero, di concreto, forse proprio lo yogurt alla frutta di cui parlava l’autrice: e qui viene il difficile, far maturare e crescere l’amore, riuscire a trasformare qualcosa di ideale e idealizzato in concreto e duraturo!