Area aperta all'approfondimento dei contenuti degli album incisi da Mango in carriera, da "La mia ragazza è un gran caldo" fino a “L'amore è invisibile”.
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Considero Se con un t’amo uno dei testi più intensi di Mango: parole che si diffondono negli angoli più remoti della nostra anima, con il supporto di una melodia che ne riveste mirabilmente il senso.

“La coscienza è un dolore che a volte fa stare soli”…. ci rifletto spesso, e sempre più spesso ritrovo esattamente nella vita una dolorosa corrispondenza con il senso profondo di queste parole.
La coscienza è una prigione che, attraverso i fantasmi del giudizio e del pregiudizio, soffoca la libertà di essere se stessi, impedisce al nostro spirito di innalzarsi al di sopra del convenzionale, sbarra la strada alle infinite possibilità di sperimentarsi.
Questo giudice implacabile, indotto dal costume e dall’autorità, è sempre pronto a colpirci con i sensi di colpa, con il timore , con la disapprovazione: ogni volta che provi ad essere te stesso, arriva la condanna…. inesorabile, spietata, crudele.
E questo è il momento del dolore e della solitudine: spaccato tra ciò che senti di essere e ciò che gli altri vogliono che tu sia, scisso tra il desiderio di vivere e la necessità di sopravvivere, spezzato in due parti che ti appartengono entrambe e che entrambe rivendicano la priorità.
Sembra quasi un delitto appropriarci dei nostri giorni, richiedere regali alla vita, accettare le sorprese che essa ci offre, pretendere un pezzo di cielo, rivendicare il diritto ad essere felici.
Essere o non essere, .vivere o sopravvivere, farsi trascinare dalla vita o afferrarla…quasi sempre scegliamo la strada più semplice: la solitudine spaventa, fare i conti con se stessi fa paura, vivere appieno richiede coraggio….e non tutti ne abbiamo a sufficienza per sconfiggere il nemico che è dentro di noi.
Il mondo ha deciso per noi, ha delineato i confini in cui possiamo muoverci, ha stabilito regole che non si possono violare, ha costruito un percorso da cui è possibile sfuggire solo saltando nel vuoto, ma “non tutti ce la fanno: siamo come salmoni che risalgono la corrente, molti restano boccheggianti e morenti sulla riva, pochi arrivano alla meta…e speriamo che tra i pochi ci sia anche io e tu che leggi….” (Paritosh)

Annapaola

a volte fili invisibili ci trattengono..............

"è destino d'autore il cammino"

Antonella

Concordo nel considerare Se con un t'amo un testo di straordinaria intensità e ricco di passaggi da brivido, è forse la canzone di Ti porto in Africa che a distanza mi piace di più.

Sono meno d'accordo con te nel vedere solo il lato oscuro del concetto di coscienza, quello costruito dentro di noi in modo filogenetico dalle troppe sovrastrutture che ci circondano (il grillo parlante, l'angioletto che sa sempre ciò che è sbagliato e ciò che è giusto).
La coscienza ha anche un lato positivo, rappresentato dai paletti che noi ci poniamo e che ci rendono responsabili della nostra vita.
Certo la responsabilità non ci esenta dal dolore e dalla solitudine di certe scelte, ma credo che le ali non servirebbero a nulla se non avessimo dentro di noi anche la capacità di tracciare rotte e il coraggio di seguirle con impegno. Anche se a volte far soffrire il cuore o far arrovellare il cervello sembra proprio inutile...

Cristian

Si…ho dato voce solo al lato oscuro della coscienza, forse perché è l’aspetto che più opprime il tempo che ci è stato donato, quello che stride paurosamente col desiderio di libertà insito in ciascuno di noi.
Intendo quella falsa coscienza che ti fa tremare al cospetto di un giudice, quella che ti fa rabbrividire al pensiero dell’”inferno”, quella che ti controlla ogni pensiero, ogni gesto, ogni desiderio, e te lo fa vivere come colpa.
Ma noi abbiamo la possibilità di andare oltre questa coscienza artefatta e imposta dall’esterno, possiamo trovarla in noi stessi: quella di cui tu parli esiste, ed è giusto che ci sia: senza una bussola con cui orientarci saremmo peregrini senza tempo né spazio.
Il lato positivo di quella che noi chiamiamo coscienza va costruito sulla nostra pelle, sulla nostra esperienza, sui nostri errori, sulle nostre delusioni. Ed è attraverso questa consapevolezza e la conoscenza diretta della vita che potremo costruire la “nostra” coscienza, i “nostri” limiti, la “nostra” rotta. E saremo liberi di essere noi stessi, liberi di sperimentarci, anche di cadere e di rialzarci, di peccare e di redimerci, di sbagliare e di correggerci…ma l’avremo fatto noi, e nessuno avrà stabilito in anticipo dove andare, cosa desiderare, quanto gioire o soffrire, come amare e sognare.
Nessun recinto dovrebbe ingabbiare la nostra parte più vera: siamo semi che hanno bisogno di luce e di aria per diventare fiori, siamo “vuoti” da riempire con il nostro senso e non con quello degli altri.
La vita ci è stata donata…nessuno ha il diritto di sciuparla, nemmeno chi ce l’ha data, nemmeno chi ci ama….abbiamo il dovere di difenderla e il diritto di “viverla”.

Ma forse vaneggio... "Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre cosi e cosi sarà per sempre" (L’attimo fuggente)

Annapaola

La coscienza, cresce con noi e ci accompagna per tutto il percorso della nostra vita.
Quando siamo piccoli ci dicono che essa non è altro che la consapevolezza del bene e del male. Quando cresciamo si trasforma in senso di responsabilità e impegno nel compiere il nostro dovere.
Questo ci pone dei limiti e ci spinge a non oltrepassarli, a volte negando noi stessi.
Vorrei essere, ma non posso essere.
Questo ci procura tristezza e spesso solitudine.
Ma allora esiste libertà nella coscienza?
Esiste nella maniera in cui si riesce ad agire secondo le proprie convinzioni , nel rispetto delle convinzioni altrui.
Roberta

roberta68 ha scritto: Vorrei essere, ma non posso essere.
Questo ci procura tristezza e spesso solitudine.
Roberta


Mi ritrovo immensamente io in queste due frasi,cara Roberta.
Una persona a me cara l'ho persa perchè voleva essere e non è potuto essere...o forse non ha voluto??...si forse non ha voluto!
Questo mi ha procurato molta tristezza ed ora più che mai solitudine!

Io ho imparato a smettere di essere ciò cje pensavo....forse ora me ne pento un po' perchè chi doveva saltare con me non c'è riuscito!

Maura

Non bisognerebbe mai rinunciare ad essere se stessi, nemmeno per amore….col tempo subentrerebbero i rimpianti di sogni svaniti, le ferite di ali spezzate, la nostalgia di spazi solo nostri, il desiderio di liberarsi di catene troppo strette.
L’amore, così appesantito, ne uscirebbe indebolito, privo di energia e senza più voglia di sperimentarsi, vuoto di quel senso di cui lo avevamo riempito.
Dell’amore che è stato resterebbe un bel ricordo, e la fatica di rinnovarlo e la delusione di non scoprirlo più negli occhi dell’altro ….trascinato senza più entusiasmi, ne morirebbe.

La vera magia di un incontro, quello che bussa una sola volta alla tua porta (e non è detto che avvenga!), sta nel camminare vicini senza dimenticarsi di se stessi, nel darsi la mano e lasciarla, nel difendere la propria individualità e quella di chi ti sta accanto, nel condividere la possibilità di non condivisione di tutto lo spazio e di tutto il tempo…..quasi una chimera…ma se ci si imbatte in qualcosa di così straordinario, anche il salto più ardito non fa paura….

Siamo alberi già protesi verso il cielo:
germogliamoci accanto, ma lasciamo libere le nostre radici;
intrecciamo i nostri rami per fiorire insieme di glicine e di pesco, ma non confondiamo i nostri profumi…

Annapaola

"siamo alberi già protesi verso il cielo:
germogliamoci accanto,ma lasciamo libere le nostre radici;
intrecciamo i nostri rami per fiorire insieme di glicine e di pesco,ma non confondiamo i nostri profumi....."

Annapaola sei sempre brividi quando rifletti ad alta voce........ma perchè scervellarci sempre anche se sappamo che è dell'aria che abbiamo bisogno per vivere?........e sopravvivere?.......... :wink:

Antonella

Eh si Annapaola, non bisognerebbe mai rinunciare ad essere se stessi ...
Essere se stessi in ogni circostanza seguendo l’istinto e senza lasciarsi condizionare da opinioni esterne. Facile a dirsi ... questa infatti è una delle cose più difficili, giorno dopo giorno, facciamo veramente fatica a non lasciarci sopraffare dai giudizi altrui e a non cadere nella mediocre ma comoda alternativa di fare “come gli altri”.
Ma la libertà non è soltanto vivere in uno spazio aperto, è anche e soprattutto rimanere padroni di noi stessi, delle nostre scelte, dei nostri gusti e dei nostri istinti. E’ confrontarsi con gli altri ed accettarne i consigli ma con quella giusta dose di autostima e sicurezza che non ci fa rinunciare ad apprezzarci per quello che siamo e persino per i nostri limiti ... ecco perchè ti appoggio pienamente quando dici che:

"Siamo alberi già protesi verso il cielo:
germogliamoci accanto, ma lasciamo libere le nostre radici;
intrecciamo i nostri rami per fiorire insieme di glicine e di pesco, ma non confondiamo i nostri profumi…"


Marina
Solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l'arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:
sì ch'io mi credo omai che monti et piagge
e fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co·llui.

F. Petrarca
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