Ho scoperto solo ora questa canzone, in un cd serie economica che avevo tra i tanti. Una raccolta dei brani "vecchi" di Pino, che appartengono ai primi lavori "La mia ragazza è un gran caldo" ed "Arlecchino".
In attesa di procurarmi gli originali mi faccio cullare da queste note e ne scopro l'intensità.
Al primo ascolto ho pensato " Mamma mia Pino, ma che cantavi!!!?! (scusa Pino ma il primo impatto è stato questo) e per un pò l'ho tenuto da parte. In quei pezzi mi sembrava di non ritrovare l'artista che conosco e amo.
La voce "acerba" non mi dava le emozioni che mi dà oggi, i testi sembravano non "appartenere" a lui. Questo al primo ascolto.
Poi, un bel giorno, mentre ero in macchina facendo "zapping" tra una radio ed un'altra, senza trovare nulla che mi piacesse e pensando, come spesso mi capita "Ma che sto sentendo!", pensiero che precede sempre l'ascolto di un cd di Pino, perchè è l'unica musica che "mi appartiene", inizio l'ascolto di questa raccolta e mi soffermo.
Una volta, due volte, tre volte ed ogni volta con maggiore attenzione.
Prima la voce, poi la musica, poi i testi. E un pò per volta quei brani sconosciuti iniziano a diventarmi familiari ed in essi comincio a ritrovare il Pino di oggi.
Certo la voce era "acerba", non aveva l'intensità ed il calore di oggi, qualità acquisite con la maturità e l'esperienza e la musica mi ricordava le melodie di quegli anni (anni '70). Ma nei testi ho riscoperto la poesia.
Non bisogna mai fermarsi al primo ascolto!!!!!!!!!!!!
Certo di sono brani che colpiscono subito, ma altri hanno bisogno di essere ascoltati e riescoltati per apprezzarli.
Anche a distanza di tempo, anche se sono super conosciuti.
Perchè molto dipende dai nostri stati d'animo, dal momento che viviamo; una canzone la "leggiamo", la "percepiamo", ne cogliamo l'essenza, ogni volta in modo diverso.
Frasi che magari non ci colpivano, poi, all'improvviso le "sentiamo" e ad esse attribuiamo un significato nuovo e le comprendiamo.
E quelle parole, fino ad allora "estranee" si impadroniscono di noi e restano in mente, tanto che per paura di "perderle" le annotiamo in un angolo del nostro cuore:
"Ogni tanto mi accorgo
di amrti ancora
come un peccato,
lo nascondo
con gli sguardi di sempre......"
Anna
In attesa di procurarmi gli originali mi faccio cullare da queste note e ne scopro l'intensità.
Al primo ascolto ho pensato " Mamma mia Pino, ma che cantavi!!!?! (scusa Pino ma il primo impatto è stato questo) e per un pò l'ho tenuto da parte. In quei pezzi mi sembrava di non ritrovare l'artista che conosco e amo.
La voce "acerba" non mi dava le emozioni che mi dà oggi, i testi sembravano non "appartenere" a lui. Questo al primo ascolto.
Poi, un bel giorno, mentre ero in macchina facendo "zapping" tra una radio ed un'altra, senza trovare nulla che mi piacesse e pensando, come spesso mi capita "Ma che sto sentendo!", pensiero che precede sempre l'ascolto di un cd di Pino, perchè è l'unica musica che "mi appartiene", inizio l'ascolto di questa raccolta e mi soffermo.
Una volta, due volte, tre volte ed ogni volta con maggiore attenzione.
Prima la voce, poi la musica, poi i testi. E un pò per volta quei brani sconosciuti iniziano a diventarmi familiari ed in essi comincio a ritrovare il Pino di oggi.
Certo la voce era "acerba", non aveva l'intensità ed il calore di oggi, qualità acquisite con la maturità e l'esperienza e la musica mi ricordava le melodie di quegli anni (anni '70). Ma nei testi ho riscoperto la poesia.
Non bisogna mai fermarsi al primo ascolto!!!!!!!!!!!!
Certo di sono brani che colpiscono subito, ma altri hanno bisogno di essere ascoltati e riescoltati per apprezzarli.
Anche a distanza di tempo, anche se sono super conosciuti.
Perchè molto dipende dai nostri stati d'animo, dal momento che viviamo; una canzone la "leggiamo", la "percepiamo", ne cogliamo l'essenza, ogni volta in modo diverso.
Frasi che magari non ci colpivano, poi, all'improvviso le "sentiamo" e ad esse attribuiamo un significato nuovo e le comprendiamo.
E quelle parole, fino ad allora "estranee" si impadroniscono di noi e restano in mente, tanto che per paura di "perderle" le annotiamo in un angolo del nostro cuore:
"Ogni tanto mi accorgo
di amrti ancora
come un peccato,
lo nascondo
con gli sguardi di sempre......"
Anna