Area aperta all'approfondimento dei contenuti degli album incisi da Mango in carriera, da "La mia ragazza è un gran caldo" fino a “L'amore è invisibile”.
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Mi piace questa interpretazione di d.Max, ho "visto" questa canzone con occhi nuovi, grazie! Cosetta

Stupenda questa Tua lettura di “Seme di mandarino” carissimo d.Max : mi son incantata a leggerla e a “sentire” tutte le immagini che hai descritto!...

Proprio stamattina, in auto, mi son ritrovata a concentrarmi proprio su questa frase da Te citata:

“...io ti sento già fare petali di me…” e a scoprirne tante sfumature!

La prima è l’incertezza dell’amore dall’altra parte e cioè il “m’ama , non m’ama” a cui da ragazzina affidavo la felicità o la tristezza del momento, pensando al primo amore, tenuto segreto per tutti, come per custodirlo e per non farlo svanire parlandone.
Quindi qualcosa di magico e irreale, con cui sperare di poter interrogare e indirizzare il destino, nel caso che il responso della margherita fosse stato “m’ama”!
Una piccola illusione con cui cullarmi: magari anche da “grandi” si potessero far andare le cose che non vanno nella direzione che vogliamo, con piccole e innocenti magie!

La seconda sensazione è invece una sensazione tattile, quasi di sofferenza : io sono il fiore a cui tu strappi i petali, quindi un piacere sensoriale, pelle contro pelle, che è contemporaneamente quasi dolore, lacerazione, perdita di sé, della coscienza e della razionalità con cui di solito ci proteggiamo, ma che svanisce in questo contatto sublime.

Poi ho pensato ai petali come a qualcosa che mettiamo tra noi e l’altro, le maschere che indossiamo per proteggere la nostra parte più fragile, che son così difficili da togliere....
A volte questi petali li mettiamo anche tra noi e il nostro cuore e toglierli è doloroso, ma anche liberatorio.
Quindi, questo gesto diventa simbolo del permettere all’altro di “spogliarci” da questi “vestiti”, che proteggono il nostro mondo interiore, rimanendo così “nudi” di fronte ai suoi occhi e senza difese: questa è la fiducia totale, non nell’altro, ma in noi stessi , che siamo pronti a questo punto a rischiare tutto, anche di essere feriti, come diceva d.Max, senza paure né riserve, donandoci totalmente.
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