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kimo » mer mar 14, 2007 8:30 am
L’attesa spinge al più alto grado di tradimento. Nell’attesa delle fate mi sono permesso persino di dubitare della grandezza di Mango, del suo potersi/sapersi rinnovare.
Tremavo al pensiero di un flop gigante dato che gli ultimi album non mi avevano esaltato.
Scartoccio il pacco che Trilly mi ha amorevolmente spedito (grazie ancora!) e sfilo il tradimento.
Lo snodo. Lo annienta un cd capolavoro. Musica e testi di un Mango nuovo, mirabilmente legato all’alfabeto della sua arte.
Dell’albero delle fate mi colpisce l’immagine assoluta. Un senso di omogenea totalità, un questo e un quello che si sa cogliere con estrema delicatezza in una carezza di mano.
Poi vengono fuori i rami. Vivi. Soli.
Perle di solitaria unicità.
Le canzoni che ci piacciono di più, di solito, sono quelle che ci appartengono e che raccontano la nostra vita.
Di oggi, mia e di Mango è SENSAZIONALE.
Partirei da questa per guastarmelo a sillabe con voi…che siete avanti a me con milioni di anni.
Una che se ne va diventa il coltello dei giorni, una lama che annoda il cuore e poi ci gioca, come un burattinaio. Come un pezzo di ghiaccio. Come una mente che mente e manipola, che vende e lascia nella dannazione.
Non sei mia. Non sei mia.
È un uomo d’amore distrutto dall’assenza. La rivive nel parlarne e di tutto è cosciente come di una lei che è di vento e di cambiamento.
La pelle, contatto vivo e presente diventa un pianto che rabbuia e se ne va.
Non sarai mai più mia. Mai più mia.
È la consapevolezza dell’amante. Nell’oggi e nel domani sa che lei non c’è. Che sarebbe il caso di dimenticare perché lei non ci sarà mai più.
Ma la vita diventa vuoto senza lei….
immaginavo la vita con il vuoto intorno.
È una luna senza gravità?
Una città senza gente?
Una penna senza inchiostro?
E via, nella pratica delle ore, si trasformerebbe in lava di vulcano, scintille e magma che tagliano il fiato, stroncano il respiro. Speranza e gelosia. Speranzoso abbandono e consapevole coscienza del non ritorno. Dei passi che continuano a fare toc, dei cuori che continuano a pulsare.
Con chi sei? Di chi sei? Perché non sei con me? Disperazione.
La vita è lei e lei non c’è più. E nel sillogismo più banale, la vita viene a mancare.
Manca il sogno che muore. E lei lo tagliuzza col suo freddo.
Lui soffre. Lei fa del male.
Sensazionale.
È unica la scelta dell’aggettivo “sensazionale”: solitamente lo è un bambino che nasce, un arcobaleno che risplende, un diamante.
Il sensazionale è lo straordinario positivo.
Qui diventa lo straordinario negativo. Diventa dolore. Un dolore cosciente e sofferto.
Lui dovrebbe perdonarla e sarebbe una soluzione democratica. Il giusto. “Perdonami e lasciami andare” sarebbe giusto…come ammettere la colpa dell’amato e sancire la separazione. Ma in tutte le democrazie ci sono le rivoluzioni. I pensieri si ribellano all’abbandono e tutto…il dolore…l’amore….la vita diventa sensazionale.
Questa canzone sono io in musica, in un gioco sensazionale di parti, di abbandoni e di amori, di speranze e di rivoluzioni, di abbandoni e di apatici niente da fare.
Sono io che inseguo il fantasma di un sogno che non ci sarà mai più.
Questa canzone è bellissima. Una pennellata di vita, di rabbia e di chitarre che vorrebbero strappare una realtà che inevitabilmente va, senza poesia né compagnia.
Rimane la batteria della solitudine e una voce che piange a rincorrere un miraggio. Morto.
Adoro sensazionale!
kimo
