Area aperta all'approfondimento dei contenuti degli album incisi da Mango in carriera, da "La mia ragazza è un gran caldo" fino a “L'amore è invisibile”.
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La Cattedrale, luogo di culto proteso verso il cielo, architettura verticale, ma anche modello organizzativo, razionale e relazionale, cultuale e culturale.
L’Africa, primitiva, originaria, vergine, simbolica, almeno nella nostra percezione eurocentrica…
L’uomo razionale che pensa con la testa e alza gli occhi al cielo.
L’uomo istintivo che lascia fare al cuore e tiene i piedi piantati sulla terra.
L’uomo post cartesiano che ha bisogno di idee chiare e distinte, che trova orientamento solo all’interno di strutture organizzate, che vuole di certezze.
L’uomo istintivo, sognatore, che si sente in gabbia e necessità di spazi di libertà, di ali per spiccare il volo.
Il sillogismo aristotelico, il pensiero logico, la dimostrazione matematica.
L’istinto, l’improvvisazione, il colpo di genio, il paradosso, le zone d’ombra.
L’amore “al di là del tempo”, “di tutti i miei pensieri”.
L’attrazione fisica, “controllo inutile”.
Lo spirito.
Il corpo.
Sole.
Luna.

“Luna luna luna tu, nasconditi di più…”

“Così ti amerò, da cattedrale ad Africa
non negherò quel vento che sei.”

Cattedrale e Africa, la ragione e il cuore, recuperando Blaise Pascal o una cartina di Baci Perugina (scusate l’interruzione pubblicitaria): gli estremi entro i quali il gioco si dirama in tanti vicoli, a volte ortogonali come la pianta del “castrum”, a volte imprevedibili come il labirinto di Minosse, paralleli e diretti al cielo come le colonne di una navata, intricati come la vegetazione di una foresta equatoriale, resistenti ai secoli o mobili come le sabbie del deserto.

Dove c’è Africa c’è anche il vento, nelle canzoni di Mango, quel vento che non conosce confini e può soffiare sulle dune sahariane, poi lambire le guglie di una cattedrale tedesca.
Quel vento che siamo e che ci porta ad essere continuamente in gioco tra un estremo e l’altro… da Cattedrale ad Africa.

Ciao demo.
Mi ha molto colpito quanto hai scritto e sono in sintonia con quanto dici.
Forse però la Cattedrale non è solo un simbolo della razionalità, sia pure quella più sublime che possiamo immaginare. Le cattedrali infatti sono nate non solo per dare prova di una razionalità esatta, ma anche per innalzare un inno di gloria alla materia che, in quanto uscita dalle mani di Dio, è cosa buona e attende dalla genialità umana la sua trasfigurazione.
Le cattedrali allora rappresentano quanto di meglio lo spirito dell'uomo riesce a progettare e fare: amare "da cattedrale ad Africa" io lo vedo allora come un dono totale di sè e anche come un piccolo riassunto di tutti i luoghi più alti in cui Mango ha cantato dell'amore.

d.Max

Bellissime queste immagini che danno una percezione di amore assoluto, che sfiora una scala cromatica che non ha confini tra un colore e l’altro, che suona su di un pentagramma che unisce note all’apparenza discordanti, che percorre un cerchio di infiniti punti che non trova la sua chiusura.
Sembra di toccarlo questo amore, nell’infinita varietà di sfumature tra il bianco e il nero, tra il “do” e il “si”, tra il simile e il suo contrario: un amore che unifica l’incongiungibile, che fonde il dissimile, che raccoglie il dissonante.
E ti amo dagli abissi della mia terra all’irraggiungibile del mio cielo
dall’epicentro della mia testa alla sorgente del mio battito
dalla maestosità della mia coerenza all’innocenza della mia follia
dai piedi all’anima….


Annapaola

[/i]Merci à vous per il dono di questo respiro
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