Ieri sera tutta la mia attenzione si è concentrata su questo brano.
Prima di tutto i miei complimenti vanno a Battisti e Mogol per aver scritto questo brano senza tempo, attualissimo anche oggi, anzi, più che attualissimo, sembra quasi all’avanguardia. E poi i miei complimenti sono tutti per Pino per averlo riportato alla luce e per come l’ha fatto completamente suo dandogli questa interpretazione piena di pathos che fa rimanere col fiato sospeso dall’inizio alla fine, come quando si sta assistendo ad un thriller mozzafiato tipo Shining.
L’attesa spasmodica è resa alla perfezione, è quasi allucinante…
Pino ha detto che in realtà non arriva nessuno, è solo un sogno. Ma per me assomiglia di più a un incubo.
L’idea che mi dà questo brano è che lei si riveli alla fine una psicopatica e che, dopo aver indossato il pigiama, tiri fuori un’arma, tipo un coltello, e con fare minaccioso si avvicini a lui con intenzioni sospette, a quella vista lui rimane terrorizzato, incomincia a tremare, cerca di allontanarsi, di difendersi, ma lei implacabile si avvicina sempre di più…il grido alla fine è un grido di terrore… e quella nota finale è così macabra che sembra proprio segnare la fine per il povero malcapitato.
Sinceramente questa interpretazione è un po’ inquietante… ma mi piace da impazzire!!!
Amare è un po’ come morire, del resto, si sa, (mi basta il tempo di morire fra le tue braccia…altro splendido brano pensato da Pino) e ci sono tanti modi per venire uccisi da chi amiamo (a parte questa mia fantasiosa chiave di lettura del brano), il modo più doloroso penso sia l’indifferenza.
Trovo davvero geniale l’arrangiamento e l’interpretazione di Dio mio no, perfettamente nelle corde di Mango che mi piace da morire (notare da morire) quando si cimenta in queste cose particolari.
Ad oggi Dio mio no è la mia preferita in assoluto!
Cinzia
Prima di tutto i miei complimenti vanno a Battisti e Mogol per aver scritto questo brano senza tempo, attualissimo anche oggi, anzi, più che attualissimo, sembra quasi all’avanguardia. E poi i miei complimenti sono tutti per Pino per averlo riportato alla luce e per come l’ha fatto completamente suo dandogli questa interpretazione piena di pathos che fa rimanere col fiato sospeso dall’inizio alla fine, come quando si sta assistendo ad un thriller mozzafiato tipo Shining.
L’attesa spasmodica è resa alla perfezione, è quasi allucinante…
Pino ha detto che in realtà non arriva nessuno, è solo un sogno. Ma per me assomiglia di più a un incubo.
L’idea che mi dà questo brano è che lei si riveli alla fine una psicopatica e che, dopo aver indossato il pigiama, tiri fuori un’arma, tipo un coltello, e con fare minaccioso si avvicini a lui con intenzioni sospette, a quella vista lui rimane terrorizzato, incomincia a tremare, cerca di allontanarsi, di difendersi, ma lei implacabile si avvicina sempre di più…il grido alla fine è un grido di terrore… e quella nota finale è così macabra che sembra proprio segnare la fine per il povero malcapitato.
Sinceramente questa interpretazione è un po’ inquietante… ma mi piace da impazzire!!!
Amare è un po’ come morire, del resto, si sa, (mi basta il tempo di morire fra le tue braccia…altro splendido brano pensato da Pino) e ci sono tanti modi per venire uccisi da chi amiamo (a parte questa mia fantasiosa chiave di lettura del brano), il modo più doloroso penso sia l’indifferenza.
Trovo davvero geniale l’arrangiamento e l’interpretazione di Dio mio no, perfettamente nelle corde di Mango che mi piace da morire (notare da morire) quando si cimenta in queste cose particolari.
Ad oggi Dio mio no è la mia preferita in assoluto!
Cinzia