Vorrei avvicinarmi a questo album con tutta l'umiltà, con tutta la sensibilità, cn tutta la delicatezza che meritano le cose grandi e belle, le esperienze profonde e incomunicabili. Non so se ci riuscirò!
Innanzitutto mi sembra che “Acchiappanuvole” sia il naturale proseguimento dell’Albero delle fate. Nel senso che chi sale sull’albero delle fate è magicamente più vicino al cielo per comprare tutte le stelle e quindi per acchiappare anche le nuvole, i sogni, le fantasie che passano di lì. Allora dopo la preghiera alla madre per avere saggezza e pane, per fare dell’acqua torbida un miracolo di onestà e di un’eterna malinconia una bella di notte, ecco che proprio da questa notte, da questo silenzio profondo e abissale si risvegliano 14 principesse, che sono questi 14 gioielli che Mango ci ha regalato.
La prima cosa che mi viene da dire è che sembrano (e sono!) 14 canzoni di Mango. Sì, d’accordo, sono cover, canzoni di altri: ma Mango è entrato in questi mondi altrui, ne ha estratto delle perle e le ha riportate nel proprio mondo, le ha fatte sue. Questa è la filosofia dell’Acchiappanuvole!
Sulle canzoni singole ho da dire questo:
_ Amore bello e I migliori anni della nostra vita non saranno più gli stessi: il modo di cantarli di Mango è così pieno di dolcezza e struggimento che mi sono ritrovato con le lacrime agli occhi. C’è una rotondità nella sua esecuzione che schiva tutte le difese del cuore e colpisce direttamente le corde più tese dell’anima. Insomma, come non piangerne?
_ La canzone dell’amore perduto e La donna cannone sono due esempi di quello che dicevo prima: cioè di come Mango riesca a fare suoi, a trasformare senza stravolgere, ma a portare nel proprio cielo le nuvole altrui, per darle una forma tutta sua che poi diventa tutta propria, al punto da domandarsi: ma perché non l’ho mai sentite cantare in questo modo?
_ Che dire poi de La stagione dell’amore? Mango ha detto che era indeciso fra questa e La cura. Ma poi ha scelto questa. E ha fatto bene perché Pino la sua Cura l’ha già cantata: per me Dentro me ti scrivo è La cura composta ex novo da Mango. Quindi la scelta su La stagione dell’amore è caduta su una delle canzoni più belle di Battiato, della sua produzione “classica”, per così dire.
_ Love e Have you ever seen the rain sono altre due perle, due regali. Soprattutto la seconda l’ho sentita come una specie di chiamata a risvegliarsi, con quel modo così marcato di esprimere questa domanda.
_ Dio mio no riceve una interpretazione piena di pathos. C’è un incedere in questa canzone che è davvero coinvolgente. E poi c’è quel “bicordo” (penso che si dica così) finale che è un vero miracolo di bravura e di espressione ( e io di miracoli me ne intendo!)
_ Devo confessare poi che molta della mia curiosità andava alle canzoni prese a prestito dalle cantanti donne, dunque Senza pietà della Oxa e Luce di Elisa. Soprattutto questa seconda, per me, era significativa per la questione del confronto della vocalità. L’effetto che mi hanno fatto queste due canzoni è quello di un sole caldo che “bagna” la pelle con la sua luce…
_ E’ difficile poi esprimere l’intensità delle altre canzoni rimaste che metto insieme come quattro pilastri robusti e forti, che danno al tutto ancora maggiore importanza e un livello artistico davvero alto: Se perdo te, Quando, La disciplina della terra, Ragazzo mio. E’ tanta l’umiltà di Mango nell’affrontare questi quattro mondi, o almeno questo mi è sembrato a me.
Concludendo, sono ancora invaso da una forte impressione dai primi ascolti di questo CD. L’impressione è ancora di tutto l’insieme, che mi viene incontro come un mare di musica che mi abbraccia e mi culla. Piano piano penso che le singole canzoni spiccheranno e allora ci rivedremo su questi schermi blu.
Buona vita a tutti e un grande grazie a Mango
d.Max
Innanzitutto mi sembra che “Acchiappanuvole” sia il naturale proseguimento dell’Albero delle fate. Nel senso che chi sale sull’albero delle fate è magicamente più vicino al cielo per comprare tutte le stelle e quindi per acchiappare anche le nuvole, i sogni, le fantasie che passano di lì. Allora dopo la preghiera alla madre per avere saggezza e pane, per fare dell’acqua torbida un miracolo di onestà e di un’eterna malinconia una bella di notte, ecco che proprio da questa notte, da questo silenzio profondo e abissale si risvegliano 14 principesse, che sono questi 14 gioielli che Mango ci ha regalato.
La prima cosa che mi viene da dire è che sembrano (e sono!) 14 canzoni di Mango. Sì, d’accordo, sono cover, canzoni di altri: ma Mango è entrato in questi mondi altrui, ne ha estratto delle perle e le ha riportate nel proprio mondo, le ha fatte sue. Questa è la filosofia dell’Acchiappanuvole!
Sulle canzoni singole ho da dire questo:
_ Amore bello e I migliori anni della nostra vita non saranno più gli stessi: il modo di cantarli di Mango è così pieno di dolcezza e struggimento che mi sono ritrovato con le lacrime agli occhi. C’è una rotondità nella sua esecuzione che schiva tutte le difese del cuore e colpisce direttamente le corde più tese dell’anima. Insomma, come non piangerne?
_ La canzone dell’amore perduto e La donna cannone sono due esempi di quello che dicevo prima: cioè di come Mango riesca a fare suoi, a trasformare senza stravolgere, ma a portare nel proprio cielo le nuvole altrui, per darle una forma tutta sua che poi diventa tutta propria, al punto da domandarsi: ma perché non l’ho mai sentite cantare in questo modo?
_ Che dire poi de La stagione dell’amore? Mango ha detto che era indeciso fra questa e La cura. Ma poi ha scelto questa. E ha fatto bene perché Pino la sua Cura l’ha già cantata: per me Dentro me ti scrivo è La cura composta ex novo da Mango. Quindi la scelta su La stagione dell’amore è caduta su una delle canzoni più belle di Battiato, della sua produzione “classica”, per così dire.
_ Love e Have you ever seen the rain sono altre due perle, due regali. Soprattutto la seconda l’ho sentita come una specie di chiamata a risvegliarsi, con quel modo così marcato di esprimere questa domanda.
_ Dio mio no riceve una interpretazione piena di pathos. C’è un incedere in questa canzone che è davvero coinvolgente. E poi c’è quel “bicordo” (penso che si dica così) finale che è un vero miracolo di bravura e di espressione ( e io di miracoli me ne intendo!)
_ Devo confessare poi che molta della mia curiosità andava alle canzoni prese a prestito dalle cantanti donne, dunque Senza pietà della Oxa e Luce di Elisa. Soprattutto questa seconda, per me, era significativa per la questione del confronto della vocalità. L’effetto che mi hanno fatto queste due canzoni è quello di un sole caldo che “bagna” la pelle con la sua luce…
_ E’ difficile poi esprimere l’intensità delle altre canzoni rimaste che metto insieme come quattro pilastri robusti e forti, che danno al tutto ancora maggiore importanza e un livello artistico davvero alto: Se perdo te, Quando, La disciplina della terra, Ragazzo mio. E’ tanta l’umiltà di Mango nell’affrontare questi quattro mondi, o almeno questo mi è sembrato a me.
Concludendo, sono ancora invaso da una forte impressione dai primi ascolti di questo CD. L’impressione è ancora di tutto l’insieme, che mi viene incontro come un mare di musica che mi abbraccia e mi culla. Piano piano penso che le singole canzoni spiccheranno e allora ci rivedremo su questi schermi blu.
Buona vita a tutti e un grande grazie a Mango
d.Max