Venerdì è stato come salire sul treno delle emozioni, in una tratta, quella tra Verona e Milano, lunga un mondo... lunga un soffio...
Mi ero preparata a trascorrerla leggendo, ultimando un romanzo iniziato da tempo, ma il tempo si sa è sempre troppo tiranno per pensare di finirlo, immergendomi in un saggio che mi sa aprire cuore e mente... E invece mi sono ritrovata per un'ora e mezza, per tutta la durata del viaggio, a conversare con una simpatica coppia anglosassone, lei di origini irlandesi in realtà, in un inglese preso dal fondo delle memorie e rispolverato con la facilità che solo il sorriso e la disponibilità di due anziani vecchietti come loro sanno farti riscoprire intatto...
Mi ritrovo così alla stazione centrale a prendere la metropolitana. Sola, con il mio bagaglio di attese, di brividi pronti, lo so, ad affacciarsi alla pelle come fosse "finestra" di un sentire, contatto inequivocabile tra la terra del sentimento, e quella del tangibile. Sola, in una metropolitana piena di fretta e di vita. Sola, in una Piazza Duomo affollata di turisti. Sola, nel mio percorso a piedi verso la Fnac, nel caldo sole delle tre del pomeriggio, come quasi un anno fa... Entro come fossi neve, lieve nei passi che mi portano ai piani alti, con il sorriso di chi sa che ad attenderla c'è un prezioso da stringere tra le mani, da scartare come fosse Natale, da sfogliare e toccare con le dita e con gli occhi, con l'anima aperta... e improvvisamente non essere più sola...
Anche perché non faccio nemmeno in tempo a volgere lo sguardo intorno a me, che mi imbatto nel calore di un abbraccio di Fabio e Giuseppe.. e l'attesa viene divisa in tre, tra considerazioni, risate, anneddoti, racconti, ricordi, e tanto tanto Pino che è stato, e che sarebbe arrivato a noi di lì a poco... A un certo punto lo vediamo salire con l'ascensore, insieme a Carlo e a Rocco, ci passa accanto, lo notiamo ma gli occhi non si incrociano.... c'è tempo, per questo.. ormai manca poco...
Poi arriva Adonella con la figlia Francesca, ed è bello ritrovarle con il calore di sempre. E quando, ancora incantati dalla voce di Pino, impegnato fino a qualche istante prima a scaldarsi le corde all'interno della sala, ci permettono di prendere posto, mi ritrovo lì in prima fila, al centro... macchina fotografica sulle ginocchia... macchina delle emozioni già carica nel cuore...
Lo spazio piano piano si riempie da altri volti noti, dai saluti di Amanda, Cinzia, Nadia, da facce magari conosciute ma a cui non so dare un nome, da un acquarellista che si siede ai piedi del piccolo palco e già si prepara per quello che alla fine della presentazione sarà un bellissimo tratteggio delle fisionomie del Nostro.
Ma andiamo con ordine.
Adonella accanto a me mi regala sorrisi e allegria mista a emozioni che condividiamo negli istanti che ci separano dall'entrata di Pino, con Carlo e la sua chitarra, mentre Rocco è una presenza a lato del pubblico.
Si inzia con la solita presentazione di Paola Gallo, il saluto di Pino. E' più in forma che mai, lo si vede nella gestualità, nel suo aperto sorriso. E la disponibilità nei nostri confronti è come sempre enorme.
Dopo essersi esibito in "Contro tutti i pronostici" e aver rivestito di speranza questo "messaggio" in musica dei "Rei Momo" si lascia infatti spazio come sempre alle domande, che molto spesso sono più che altro esternazioni calorose di affetto. E lui ascolta, accoglie, dispensa parole e sorrisi, sguardi che non dimentichi....
E poi, inaspettatemente, ecco una meravigliosa "Mediterraneo", di quelle che ti colgono impreparato, che ti lasciano lì, a inseguire un'idea d'infinito, quella del tuo sentire che si dilata e riempie ogni spazio, scaricandosi in brividi sulla pelle, invadendoti le cellule, portandoti con sè in un volo da fermo...
La mia mano si alza, quasi spinta sulle ali di "quella nuvola che va", e altrettanto inaspettatamente mi ritrovo a dar voce a quello che è stato un mio pensiero da tempo lì da esternare a chi mi ha appena strappato dalla sedia portandomi nel cielo del suo canto... "Per la copertina degli ultimi due lavori, "Acchiappanuvole" e "Gli amori son finestre" la scelta è ricaduta sull'arte figurativa, su due quadri. Perché? Ti sei mai sentito tu stesso pittore, non con i colori, ma con le note e la parole? Un impressionista, ad esempio". Sentire i suoi occhi nei miei nel corso della sua lunga risposta mi smuove universi, in parole che confermano la sua anima di pittore, in pennellate date con ogni intonazione di voce, in emozioni sempre diverse ad ogni nterpretazione, sganciandosi da una corrente stilistica in particolare, com'è nel suo ritenersi libero da ogni catalogazione, da ogni schema chiuso, ma addentrandosi nell'arte figurativa, nelle immagini dipinte dalla voce di Mediterraneo o Australia, nelle movenze e nella gestualità adesso di Flora, riprendendo la valenza simbolica e rappresentativa che già ha espresso nel suo lungo intervento proprio su queste pagine.
Sono estasiata dal suo dire, e da una curiosità personale finalmente soddisfatta.
Poi è il turno di Giuseppe sul perché della scelta dei brani per questo live, sul perché di certe esclusioni, e Pino ribatte come sempre puntualmente vestendo di sensatezza e occulatezza ogni suo movimento in tal senso.
C'è ancora spazio per la sua Voce, "La Rondine" ci vede cantare insieme a lui come nel migliore contesto "live". E poi per altre esternazioni d'affetto e di calore, d'amore e ammirazione. Per un accenno de "La canzone dell'amore perduto" che personalmente è una perla di "Acchiappanuvole" che sa davvero toccare il fondo di una lacrima come poche.... Altri scambi con il suo calorosissimo e ormai anche numeroso pubblico (noto l'arrivo anche di Mauro, Angela, Annamaria, Daniela... quanti saluti, quante strette e baci, ancora...) E poi il momento degli autografi e delle foto...
Adonella e la figlia sono le prime, spinte sull'onda dell'entusiasmo generale che altro non vuole che riversarsi su chi di quell'entusiasmo ne è l'artefice. Io attendo il mio turno esattamente dietro di loro, consegno la macchina fotografica a Giuseppe per le foto (grazie mille, sono stupende!!) e poi è il mio momento. Baci e saluti, complimenti per l'album, attimi per ringraziarlo di quei brividi in "Mediterraneo", poi i sorrisi, la dedica sul CD (non voleva rovinare una delle foto del libretto e spero vivamente rimanga indelebile), l'abbraccio....
Ma quello che mi è rimasto dentro è quella frase, dopo avergli detto quanta bellezza ho trovato nel suo intervento sul forum, che ancora mi fruga nel cuore: "La poesia è una grande bugia perché non ti svela nessuna verità ma semplicemente indica ad ognuno la strada per trovare la propria...."
Grazie Pino.... semplicemente GRAZIE !!!!!!