Sono gli elementi spiccati della terra d'Irlanda... mare, scogliere, cielo, vento... a risuonare in questo pezzo “forte” dove, fin dall'inizio, i giorni, i miei e i tuoi, si uniscono e “si incastrano come due orizzonti che san solo volare”. Si potrebbe dire: diventano gli aquiloni di quelle terre...
Le “dignitose arrendevolezze” scivolano all'interno di un ambiente che, in un certo senso, ti mette subito al tuo posto, anche se si tratta di un posto dove la vita è sentita, con il cuore, l'amore, il bisogno, l'affanno di sempre... e tutti questi sono gli ingredienti di una dignità nobile, di ciò che rende cioè l'esistenza degna dell'attributo “umana”!
La terra di Irlanda... come già l'Australia, l'Africa, il Mediterraneo... diventa segnalibro esistenziale, tratteggiato in un “filo di grandine”, nella “frutta fresca arrampicata a raccogliere il sole”, ma soprattutto nel “silenzio che parla da dentro”.
Qui, ancora una volta, si è toccati e si può cogliere la vena intima di tutto il cd:
questa, infatti, è la vera dimensione di quella “dignitosa arrendevolezza” con l'affanno nel cuore.
Allora tutta la canzone diventa un punto di vista sulla vita, dove l'inesorabilità del paesaggio smuove dentro un mondo:
sei il rumore che sento
ribalta di ogni momento.
Nell'arrendersi a tutto questo c'è quella dignitosa attitudine di far sì che ogni momento non valga in funzione di chissà quale scopo futuro (su cui non possiamo avere controllo e presa!), ma valga e conti per se stesso. Ed è questa l'appartenenza che è un incanto: l'appartenenza ad ogni momento, a tutti i giorni, i miei e i tuoi
quelli che al mattino
sanno solo di noi.
Le “dignitose arrendevolezze” scivolano all'interno di un ambiente che, in un certo senso, ti mette subito al tuo posto, anche se si tratta di un posto dove la vita è sentita, con il cuore, l'amore, il bisogno, l'affanno di sempre... e tutti questi sono gli ingredienti di una dignità nobile, di ciò che rende cioè l'esistenza degna dell'attributo “umana”!
La terra di Irlanda... come già l'Australia, l'Africa, il Mediterraneo... diventa segnalibro esistenziale, tratteggiato in un “filo di grandine”, nella “frutta fresca arrampicata a raccogliere il sole”, ma soprattutto nel “silenzio che parla da dentro”.
Qui, ancora una volta, si è toccati e si può cogliere la vena intima di tutto il cd:
questa, infatti, è la vera dimensione di quella “dignitosa arrendevolezza” con l'affanno nel cuore.
Allora tutta la canzone diventa un punto di vista sulla vita, dove l'inesorabilità del paesaggio smuove dentro un mondo:
sei il rumore che sento
ribalta di ogni momento.
Nell'arrendersi a tutto questo c'è quella dignitosa attitudine di far sì che ogni momento non valga in funzione di chissà quale scopo futuro (su cui non possiamo avere controllo e presa!), ma valga e conti per se stesso. Ed è questa l'appartenenza che è un incanto: l'appartenenza ad ogni momento, a tutti i giorni, i miei e i tuoi
quelli che al mattino
sanno solo di noi.