Non è proprio nobilissimo, ma è pur sempre un sentimento che chiunque prima o poi sperimenta: per chi ti passa davanti nella fila alle Poste, per chi sfreccia col motorino rischiando di investirti, per chi sgocciola il bucato sul nostro accappatoio che ci ha messo una settimana per asciugarsi.
Dalle piccole cose quotidiane, che si possono risolvere con un litigio da condominio, fino a quelle che non possono esaurirsi con un semplice confronto acceso e liberatorio: le ingiustizie sul lavoro, il tradimento di un amico, lo scempio del nostro amato Paese, la politica sempre più volgare, la maldicenza perfida e distruttrice, le trappole costruite ad arte per farti cadere.
E ciascuno ha un suo modo personalissimo di liberare questo nodo che si aggroviglia proprio qui, come un pugno nello stomaco: liberare la rabbia è necessario e salutare, per non rischiare di rimanere vittime del suo veleno.
Quando mi "arrabbio" cerco sempre, per quanto è possibile, di farla uscire da me al più presto possibile. I modi dipendono dalle circostanze: negli uffici pubblici, con gli automobilisti o con la signora del quinto piano, parto in quarta, essendo per natura amante della giustizia ad ogni livello, e non tollerando soprusi e prevaricazioni.
Se invece sono in casa e qualcosa mi va di traverso, posso sbattere le porte o rompere qualche tazzina (nel lavello, non sul pavimento, altrimenti dopo mi tocca pulire
).
Per le rabbie "pesanti" , invece, una bella chiacchierata con un amico è meglio del servizio di piatti: non perdi cocci di porcellana, e guadagni preziose gemme di serenità.
E Voi come reagite a questo fastidioso nemico che vi assale all'improvviso? Ogni suggerimento sarà vagliato con cura, e, poichè io sono anche impulsiva, credo che mi piacerà sperimentarli tutti
Annapaola
Dalle piccole cose quotidiane, che si possono risolvere con un litigio da condominio, fino a quelle che non possono esaurirsi con un semplice confronto acceso e liberatorio: le ingiustizie sul lavoro, il tradimento di un amico, lo scempio del nostro amato Paese, la politica sempre più volgare, la maldicenza perfida e distruttrice, le trappole costruite ad arte per farti cadere.
E ciascuno ha un suo modo personalissimo di liberare questo nodo che si aggroviglia proprio qui, come un pugno nello stomaco: liberare la rabbia è necessario e salutare, per non rischiare di rimanere vittime del suo veleno.
Quando mi "arrabbio" cerco sempre, per quanto è possibile, di farla uscire da me al più presto possibile. I modi dipendono dalle circostanze: negli uffici pubblici, con gli automobilisti o con la signora del quinto piano, parto in quarta, essendo per natura amante della giustizia ad ogni livello, e non tollerando soprusi e prevaricazioni.
Se invece sono in casa e qualcosa mi va di traverso, posso sbattere le porte o rompere qualche tazzina (nel lavello, non sul pavimento, altrimenti dopo mi tocca pulire

Per le rabbie "pesanti" , invece, una bella chiacchierata con un amico è meglio del servizio di piatti: non perdi cocci di porcellana, e guadagni preziose gemme di serenità.
E Voi come reagite a questo fastidioso nemico che vi assale all'improvviso? Ogni suggerimento sarà vagliato con cura, e, poichè io sono anche impulsiva, credo che mi piacerà sperimentarli tutti

Annapaola