Voglio aprire questo topic sull’enciclica del papa “Dio è amore” per almeno due motivi:
1) perché le canzoni di Mango cantano l’amore in tutti i registri esistenziali e musicali possibili;
2) perché il papa dice delle cose assolutamente nuove.
Si può non essere cristiani, si può essere cristiani senza avere un riferimento diretto all’insegnamento della chiesa, però non si può negare che questa prima enciclica di questo papa abbia un valore culturale e umano enorme.
La prima parte comincia con la ben nota frase di San Giovanni: “Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (prima lettera di Giovanni 4,16).
La cosa assolutamente nuova che il papa dice sta nel rapporto fra eros, inteso come tensione tutta umana verso le cose belle che permette poi all’uomo di giungere alla “Bellezza” (e qui il papa cita non il vangelo ma il Simposio di Platone) in un movimento di continua ascesa, e agape, che è l’amore divino che invece discende come dono da Dio sull’uomo.
Di solito il pensiero cristiano aveva separato eros e agape. Il papa stesso lo riconosce, ma poi afferma con chiarezza che “tra l’amore e il Divino esiste una qualche relazione: l’amore promette infinità, eternità (…) Sì, l’eros vuole sollevarci in estasi verso il Divino, condurci al di là di noi stessi”. Il papa lascia capire che l’ascesa dell’eros è destinata, piano piano, a trasformarsi in agape, cioè in amore totalmente dimentico di sé, in cui viene cercata sempre di più la felicità dell’altro. Dunque, vi è una connessione inscindibile fra eros e agape, il che vuol dire che laddove l’amore è davvero apertura all’altro, apertura al Mistero, non esiste la distinzione fra “amor sacro” e “amor profano”. Dire che “Dio è amore” non significa soltanto qualificare Dio in un certo modo, ma significa anche dire che percorrere la strada dell’amore, di ogni amore, significa percorrere la strada di Dio.
Inoltre, il papa arriva anche a dire che pure in Dio c’è non soltanto l’amore-agape ma anche l’amore-eros: il Dio cristiano cioè non è come il Dio di Aristotele, in sé immobile, ma oggetto di amore e desiderio di tutte le cose e, in quanto realtà amata, motore del mondo. Il Dio cristiano è invece un Dio appassionato, che ama personalmente ogni uomo; un Dio, dice il papa, il cui amore “può essere qualificato senz’altro come eros, che tuttavia è anche e totalmente agape”.
Dimmi che l’amore non è mai peccato
Così dice il Nostro in Mio fiore mio: ebbene, se anche ci fosse una situazione in cui l’amore è peccato (e credo non vi sia! è un pensiero per assurdo!) sarebbe meglio peccare piuttosto che chiudere il cuore.
Voi cosa ne pensate?
Buona vita a tutti.
d.Max
1) perché le canzoni di Mango cantano l’amore in tutti i registri esistenziali e musicali possibili;
2) perché il papa dice delle cose assolutamente nuove.
Si può non essere cristiani, si può essere cristiani senza avere un riferimento diretto all’insegnamento della chiesa, però non si può negare che questa prima enciclica di questo papa abbia un valore culturale e umano enorme.
La prima parte comincia con la ben nota frase di San Giovanni: “Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (prima lettera di Giovanni 4,16).
La cosa assolutamente nuova che il papa dice sta nel rapporto fra eros, inteso come tensione tutta umana verso le cose belle che permette poi all’uomo di giungere alla “Bellezza” (e qui il papa cita non il vangelo ma il Simposio di Platone) in un movimento di continua ascesa, e agape, che è l’amore divino che invece discende come dono da Dio sull’uomo.
Di solito il pensiero cristiano aveva separato eros e agape. Il papa stesso lo riconosce, ma poi afferma con chiarezza che “tra l’amore e il Divino esiste una qualche relazione: l’amore promette infinità, eternità (…) Sì, l’eros vuole sollevarci in estasi verso il Divino, condurci al di là di noi stessi”. Il papa lascia capire che l’ascesa dell’eros è destinata, piano piano, a trasformarsi in agape, cioè in amore totalmente dimentico di sé, in cui viene cercata sempre di più la felicità dell’altro. Dunque, vi è una connessione inscindibile fra eros e agape, il che vuol dire che laddove l’amore è davvero apertura all’altro, apertura al Mistero, non esiste la distinzione fra “amor sacro” e “amor profano”. Dire che “Dio è amore” non significa soltanto qualificare Dio in un certo modo, ma significa anche dire che percorrere la strada dell’amore, di ogni amore, significa percorrere la strada di Dio.
Inoltre, il papa arriva anche a dire che pure in Dio c’è non soltanto l’amore-agape ma anche l’amore-eros: il Dio cristiano cioè non è come il Dio di Aristotele, in sé immobile, ma oggetto di amore e desiderio di tutte le cose e, in quanto realtà amata, motore del mondo. Il Dio cristiano è invece un Dio appassionato, che ama personalmente ogni uomo; un Dio, dice il papa, il cui amore “può essere qualificato senz’altro come eros, che tuttavia è anche e totalmente agape”.
Dimmi che l’amore non è mai peccato
Così dice il Nostro in Mio fiore mio: ebbene, se anche ci fosse una situazione in cui l’amore è peccato (e credo non vi sia! è un pensiero per assurdo!) sarebbe meglio peccare piuttosto che chiudere il cuore.
Voi cosa ne pensate?
Buona vita a tutti.
d.Max