“…Nei giorni uguali e quelli no,
ci son regole che non mi dai…”
Ecco qui, l’essenza dello stare insieme secondo me: l’empatia, la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di capirsi al di là delle parole, che dovrebbe essere alla base di ogni rapporto d’amore, di amicizia e quindi permeare tutta la società attraverso la solidarietà, il rispetto della persona umana, sempre e comunque!
In questi giorni stavo pensando a un percorso per i “miei” bimbi, per educazione alla convivenza civile che, partendo dalla costituzione dei villaggi (in epoca primitiva), poi delle città, evidenziasse la necessità degli uomini di stabilire delle regole per poter soddisfare il loro bisogno di vivere in gruppo, conciliando le diverse individualità in modo pacifico e costruttivo…
Tale percorso dovrebbe poi condurre alla riflessione sulla funzione della regola in sé: le regole della vita a scuola, in classe, le regole dei loro giochi liberi…
Mi son resa conto che ne basterebbe solo una di regola fondamentale per racchiudere tutte quelle indispensabili ad una convivenza civile...
So bene che poi nel concreto, nel quotidiano, la mia visione è a dir poco utopistica…!!!
Però, nel mio piccolo, nella mia vita di ogni giorno è da qui che voglio partire.
Stare insieme, in particolar modo “con regole che non mi dai” , (in quell’infinito mio che sa di libertà!), credo che sia la forma più pura dell’amore, quella in cui le nostre individualità non sono“regolate” a vicenda, ma che non hanno bisogno di alcuna “prescrizione” , in quanto trovano il loro collante naturale nel sostegno vicendevole che si donano lungo il cammino di crescita che non si arresta mai...
ci son regole che non mi dai…”
Ecco qui, l’essenza dello stare insieme secondo me: l’empatia, la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di capirsi al di là delle parole, che dovrebbe essere alla base di ogni rapporto d’amore, di amicizia e quindi permeare tutta la società attraverso la solidarietà, il rispetto della persona umana, sempre e comunque!
In questi giorni stavo pensando a un percorso per i “miei” bimbi, per educazione alla convivenza civile che, partendo dalla costituzione dei villaggi (in epoca primitiva), poi delle città, evidenziasse la necessità degli uomini di stabilire delle regole per poter soddisfare il loro bisogno di vivere in gruppo, conciliando le diverse individualità in modo pacifico e costruttivo…
Tale percorso dovrebbe poi condurre alla riflessione sulla funzione della regola in sé: le regole della vita a scuola, in classe, le regole dei loro giochi liberi…
Mi son resa conto che ne basterebbe solo una di regola fondamentale per racchiudere tutte quelle indispensabili ad una convivenza civile...
So bene che poi nel concreto, nel quotidiano, la mia visione è a dir poco utopistica…!!!
Però, nel mio piccolo, nella mia vita di ogni giorno è da qui che voglio partire.
Stare insieme, in particolar modo “con regole che non mi dai” , (in quell’infinito mio che sa di libertà!), credo che sia la forma più pura dell’amore, quella in cui le nostre individualità non sono“regolate” a vicenda, ma che non hanno bisogno di alcuna “prescrizione” , in quanto trovano il loro collante naturale nel sostegno vicendevole che si donano lungo il cammino di crescita che non si arresta mai...