A volte mi sorge un dubbio!
Essere molto sensibili nella vita è appagante o sarebbe più
comodo far finta di essere cinici ed egoisti?
Nella nostra vita, quella di tutti i giorni, quella con tante immagini in bianco e nero ed a
volte solo nero, per tutti quelli che soffrono troppo e che troppo poco si fa o
si riesce a fare per loro, per i conseguenti sensi di colpa, inevitabili perché spesso
si è portati ad abbassare lo sguardo e far finta di non vedere, restando chiusi nel
nostro batuffolo di ovatta, con la speranza di non sentire nemmeno.
Ma fino a quando?
Forse finché l’evento capiti all’inquilino semi-sconosciuto del piano superiore, dell’altro palazzo, dell’altra città o più lontano?
Poi quando capita a noi, nel cerchio della nostra sfera privata, si comincia a sentire, si comincia a capire…
Ma quando questo sentimento profondo ed intenso prende il sopravvento, si soffre,
e paradossalmente, rispetto a quello per cui si dovrebbe, si soffre anche per le cose futili
o di meno importanza :
l’ansia di un figlio/a che litiga con l’amichetta/o, o che non riesce ad imparare il latino;
il commuoversi come un bambino per la perdita di un personaggio in una fiction in TV;
per i versi di una poesia;
per la voce di un artista;
per la preoccupazione di un genitore anziano;
per l’esito di una giornata di lavoro;
per il mancato senso di affiatamento con la propria compagna/o;
per l’ansia di tornare a casa e non sentire l’affetto necessario per continuare il far finta di….
per…
per…
e ancora per…
Ma ne vale la pena?
Ma è la vita e le esperienze vissute che ci rende così sensibili, o è la troppa sensibilità
che ci fa vivere la vita in questo modo?
Cielo, quasi quasi, mi faccio Fan di Gigi Marzullo!
Essere molto sensibili nella vita è appagante o sarebbe più
comodo far finta di essere cinici ed egoisti?
Nella nostra vita, quella di tutti i giorni, quella con tante immagini in bianco e nero ed a
volte solo nero, per tutti quelli che soffrono troppo e che troppo poco si fa o
si riesce a fare per loro, per i conseguenti sensi di colpa, inevitabili perché spesso
si è portati ad abbassare lo sguardo e far finta di non vedere, restando chiusi nel
nostro batuffolo di ovatta, con la speranza di non sentire nemmeno.
Ma fino a quando?
Forse finché l’evento capiti all’inquilino semi-sconosciuto del piano superiore, dell’altro palazzo, dell’altra città o più lontano?
Poi quando capita a noi, nel cerchio della nostra sfera privata, si comincia a sentire, si comincia a capire…
Ma quando questo sentimento profondo ed intenso prende il sopravvento, si soffre,
e paradossalmente, rispetto a quello per cui si dovrebbe, si soffre anche per le cose futili
o di meno importanza :
l’ansia di un figlio/a che litiga con l’amichetta/o, o che non riesce ad imparare il latino;
il commuoversi come un bambino per la perdita di un personaggio in una fiction in TV;
per i versi di una poesia;
per la voce di un artista;
per la preoccupazione di un genitore anziano;
per l’esito di una giornata di lavoro;
per il mancato senso di affiatamento con la propria compagna/o;
per l’ansia di tornare a casa e non sentire l’affetto necessario per continuare il far finta di….
per…
per…
e ancora per…
Ma ne vale la pena?
Ma è la vita e le esperienze vissute che ci rende così sensibili, o è la troppa sensibilità
che ci fa vivere la vita in questo modo?
Cielo, quasi quasi, mi faccio Fan di Gigi Marzullo!