La poesia, intesa come l’atteggiamento verso la vita e le persone che ti fa vedere sempre il bello dell’una e delle altre, come l’attitudine ad addolcire anche l’amaro che ti viene offerto in calici dorati, abita di solito nelle persone che non si impongono alla vita, nelle anime che colgono i fiori e ne accolgono le spine, nei cuori che non hanno limiti di spazio e di tempo.
Non so se sia giusto definire “debole” una persona che si dà all’anima intensamente, ma sicuramente più vulnerabile nelle delusioni, più fragile nel dolore, più esposta alla “trappola” dei sentimenti , e quindi meno dotata di ammortizzatori per attutire i colpi.
Potrei affermare che si, mi sento debole nel momento in cui cado in una botola che non ho saputo schivare perché guardavo in alto, o quando la realtà mi trascina verso la terra mentre ero accovacciata su una nuvola, o se la mia ragione riesce (raramente!) a darmi la somma esatta di un calcolo che avevo sbagliato.
Ma allo stesso tempo mi sento forte….forte perché la sensibilità non è solo una dannazione, ma può essere il contrario se solo si riesce a contenerla nei limiti che il cuore può sopportare;
forte quando riesco a liberarmi della rabbia che spesso mi si presenta inattesa e insolente, e la trasformo nella tenerezza della comprensione; forte quando riesco ad allontanare da me la memoria di uno sgarbo, e la sostituisco con i ricordi che consolano;
forte se, nonostante gli spigoli che hanno accompagnato i miei passi, posso ancora dire che sono sempre la stessa, e che ancora oggi affronto i tempi dolorosi col coraggio e l’incoscienza di chi ha avuto in dono la forza di amare, nonostante la vita, nonostante le ferite, nonostante me…
Annapaola
Non so se sia giusto definire “debole” una persona che si dà all’anima intensamente, ma sicuramente più vulnerabile nelle delusioni, più fragile nel dolore, più esposta alla “trappola” dei sentimenti , e quindi meno dotata di ammortizzatori per attutire i colpi.
Potrei affermare che si, mi sento debole nel momento in cui cado in una botola che non ho saputo schivare perché guardavo in alto, o quando la realtà mi trascina verso la terra mentre ero accovacciata su una nuvola, o se la mia ragione riesce (raramente!) a darmi la somma esatta di un calcolo che avevo sbagliato.
Ma allo stesso tempo mi sento forte….forte perché la sensibilità non è solo una dannazione, ma può essere il contrario se solo si riesce a contenerla nei limiti che il cuore può sopportare;
forte quando riesco a liberarmi della rabbia che spesso mi si presenta inattesa e insolente, e la trasformo nella tenerezza della comprensione; forte quando riesco ad allontanare da me la memoria di uno sgarbo, e la sostituisco con i ricordi che consolano;
forte se, nonostante gli spigoli che hanno accompagnato i miei passi, posso ancora dire che sono sempre la stessa, e che ancora oggi affronto i tempi dolorosi col coraggio e l’incoscienza di chi ha avuto in dono la forza di amare, nonostante la vita, nonostante le ferite, nonostante me…
Annapaola