Alcuni giorni sono come partenze, ed altri sono simili a un ritorno...
Succede, a volte, che ci si perda sui sentieri dei giorni, rincorrendo la vita che ci sfugge e scappa via, come una lepre selvatica. Succede che si smarrisca l’orientamento vagando nei boschi fitti, che occludono il nostro cielo ed occultano la stella polare, mentre ci affanniamo ad attraversare le paludi delle abitudini.
Succede che talvolta ci si richiuda come una tartaruga nel guscio, oppressi dalla lentezza e la pesantezza del nostro “pensare”. O che ci si fili attorno un bozzolo di seta, per rinascere con nuove ali, sperando che il sole le baci.
A volte è una necessità contingente: la famiglia, il lavoro, un problema inatteso, le consuetudini.
A volte è una necessità interiore: il bisogno di isolarsi. Di stare in silenzio e guardarsi dentro. Di capire quanto vuoto sia il nostro bicchiere mezzo pieno. Di quanto siamo stati lontani dal nostro centro, ruotando intorno al centro di un’orbita a noi aliena.
Una verità è che in questi momenti sei solo e sei avvolto all’esterno da un vuoto denso. Cammini in un deserto di silenzio. O sei assordato dal rumore della fretta.
Ma una verità parallela è che dentro ti porti i tuoi affetti, le tue emozioni, i tuoi ricordi belli. E le belle persone che ti circondano. Che sono sempre con te.
Quelle che sanno comprendere, anche in disaccordo, una incomprensibile assenza.
Quelle che al tuo ritorno ti riaccolgono con un abbraccio ed un sorriso.
Come se una distante lontananza non fosse mai esistita.
Fiore
Succede, a volte, che ci si perda sui sentieri dei giorni, rincorrendo la vita che ci sfugge e scappa via, come una lepre selvatica. Succede che si smarrisca l’orientamento vagando nei boschi fitti, che occludono il nostro cielo ed occultano la stella polare, mentre ci affanniamo ad attraversare le paludi delle abitudini.
Succede che talvolta ci si richiuda come una tartaruga nel guscio, oppressi dalla lentezza e la pesantezza del nostro “pensare”. O che ci si fili attorno un bozzolo di seta, per rinascere con nuove ali, sperando che il sole le baci.
A volte è una necessità contingente: la famiglia, il lavoro, un problema inatteso, le consuetudini.
A volte è una necessità interiore: il bisogno di isolarsi. Di stare in silenzio e guardarsi dentro. Di capire quanto vuoto sia il nostro bicchiere mezzo pieno. Di quanto siamo stati lontani dal nostro centro, ruotando intorno al centro di un’orbita a noi aliena.
Una verità è che in questi momenti sei solo e sei avvolto all’esterno da un vuoto denso. Cammini in un deserto di silenzio. O sei assordato dal rumore della fretta.
Ma una verità parallela è che dentro ti porti i tuoi affetti, le tue emozioni, i tuoi ricordi belli. E le belle persone che ti circondano. Che sono sempre con te.
Quelle che sanno comprendere, anche in disaccordo, una incomprensibile assenza.
Quelle che al tuo ritorno ti riaccolgono con un abbraccio ed un sorriso.
Come se una distante lontananza non fosse mai esistita.
Fiore