Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
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Una bellissima frase che può aprire altri percorsi mentali con la sua apparente semplicità e immediatezza, al di là del senso che assume nel contesto della canzone.

La vita a volte chiede di fermarci.
Troppa è la fretta con la quale consumiamo i giorni, e spesso ci sfuggono quei particolari per cui vale la pena vivere, trascuriamo l’essenziale per rifugiarci nell’effimero, abbandoniamo il Pensiero a favore del Fare, dipingiamo le nostre pareti di colori sgargianti per nascondere le crepe, urliamo contro il destino disimparando ad essere grati per ciò che di bello abbiamo avuto in dono.
Fermarsi vuol dire guardare dentro di sé alla ricerca di risposte che solo noi possiamo darci: il difficile sta nell’evitare la tentazione di considerarci il centro di un’orbita da cui escludiamo l’Altro.

Stare al centro di sé spesso viene vissuto sotto forma di un egoismo che non fa guardare più in là del proprio naso, che delinea il proprio orizzonte in base ai propri interessi, che agisce esclusivamente per raggiungere scopi personali senza curarsi degli altri, che cerca la propria Verità senza considerare quella di chi ci sta accanto….io sono al centro di me e mi servo di Voi.

Altre volte stare al centro di sé indica una figura egocentrica, che percepisce se stesso come centro del mondo, che soddisfa il proprio individualismo attraverso un’esagerata esaltazione dei propri meriti, che riscatta frustrazioni nascoste barricandosi nel proprio sistema mentale, che parla per monologhi e pensa che tutti debbano usare i suoi stessi codici…io sono al centro di me e Voi mi fate da cornice.

C’è infine la forma più alta di questo concetto, quella che indica la raggiunta maturità e consapevolezza del proprio essere nel mondo, che conosce i propri limiti e li accetta, che non mente a se stesso prima che agli altri, che trasferisce l’amore per se stesso sul mondo che lo circonda, che è sicuro di sé ma ammette i propri errori, che cammina a testa alta ma sa quando è il momento di chinarla, che va avanti per la strada che ha scelto ma sa cambiare rotta se necessario, che pesa i propri meriti sulla stessa bilancia con cui pesa quelli degli altri…io sono al centro di me e Voi mi siete accanto.

Non ho paura adesso.

Annapaola
Passero solitario ha scritto: Una bellissima frase che può aprire altri percorsi mentali con la sua apparente semplicità e immediatezza, al di là del senso che assume nel contesto della canzone.

La vita a volte chiede di fermarci.
Troppa è la fretta con la quale consumiamo i giorni, e spesso ci sfuggono quei particolari per cui vale la pena vivere, trascuriamo l’essenziale per rifugiarci nell’effimero, abbandoniamo il Pensiero a favore del Fare, dipingiamo le nostre pareti di colori sgargianti per nascondere le crepe, urliamo contro il destino disimparando ad essere grati per ciò che di bello abbiamo avuto in dono.
Fermarsi vuol dire guardare dentro di sé alla ricerca di risposte che solo noi possiamo darci: il difficile sta nell’evitare la tentazione di considerarci il centro di un’orbita da cui escludiamo l’Altro.

Stare al centro di sé spesso viene vissuto sotto forma di un egoismo che non fa guardare più in là del proprio naso, che delinea il proprio orizzonte in base ai propri interessi, che agisce esclusivamente per raggiungere scopi personali senza curarsi degli altri, che cerca la propria Verità senza considerare quella di chi ci sta accanto….io sono al centro di me e mi servo di Voi.

Altre volte stare al centro di sé indica una figura egocentrica, che percepisce se stesso come centro del mondo, che soddisfa il proprio individualismo attraverso un’esagerata esaltazione dei propri meriti, che riscatta frustrazioni nascoste barricandosi nel proprio sistema mentale, che parla per monologhi e pensa che tutti debbano usare i suoi stessi codici…io sono al centro di me e Voi mi fate da cornice.

C’è infine la forma più alta di questo concetto, quella che indica la raggiunta maturità e consapevolezza del proprio essere nel mondo, che conosce i propri limiti e li accetta, che non mente a se stesso prima che agli altri, che trasferisce l’amore per se stesso sul mondo che lo circonda, che è sicuro di sé ma ammette i propri errori, che cammina a testa alta ma sa quando è il momento di chinarla, che va avanti per la strada che ha scelto ma sa cambiare rotta se necessario, che pesa i propri meriti sulla stessa bilancia con cui pesa quelli degli altri…io sono al centro di me e Voi mi siete accanto.

Non ho paura adesso.

Annapaola




sono al centro di me..
nei miei limiti e con i miei meriti..
con i miei errori e nelle mie scelte..
con la consapevolezza di avere un "mondo" da dare a me stessa e a chi lo vorra ricevere!

Io sto al centro di me…

Non sai quante volte cara Anna, me lo son ripetuto…quasi a volermene auto-convincere…una sorta di auto-ipnosi! E sai perché? Perché così sarebbe tutto più semplice…: tanti sensi di colpa in meno per le persone a cui involontariamente si fa del male o che si deludono , tante lacrime in meno per la solitudine che avverte il centro di un cerchio pur essendo circondato da infiniti punti tutti equidistanti da lui, ma che troppo spesso si avvertono come equidistanti e basta….e lui sta lì, in mezzo…da solo…e nessuno lo può raggiungere… :?

Come vorrei davvero bastare a me stessa!!!
Come vorrei che potesse essere così per non soffrire di quegli “allontanamenti tormentosi”, per non sentire più il freddo del cuore che nessun cachemire riesce a scaldare…
Come vorrei essere in grado di darmi tutte le risposte a quelle infinite domande che spesso mi fanno sentire annientata e impotente, finché non precipito in quello stato che io chiamo “normalità”: quando cioè chiudo la mia anima e non “sento” più né il dolore né la felicità…
Come vorrei essere solo un centro…il centro di me….!
Per non aspettarmi niente, per non aver bisogno di niente, per essere tutto ciò che mi conviene …e basta!

IO STO AL CENTRO DI ME......





Anche io sono rimasta molto colpita da questa frase.......Per me stare al centro di me significa aver capito il mio essere nel mondo con tutti quanti i miei limiti.






Mina
Passero solitario ha scritto:
C’è infine la forma più alta di questo concetto, quella che indica la raggiunta maturità e consapevolezza del proprio essere nel mondo, che conosce i propri limiti e li accetta, che non mente a se stesso prima che agli altri, che trasferisce l’amore per se stesso sul mondo che lo circonda, che è sicuro di sé ma ammette i propri errori, che cammina a testa alta ma sa quando è il momento di chinarla, che va avanti per la strada che ha scelto ma sa cambiare rotta se necessario, che pesa i propri meriti sulla stessa bilancia con cui pesa quelli degli altri…io sono al centro di me e Voi mi siete accanto.

Non ho paura adesso.

Annapaola


Secondo me alla base di tutto c'è la conoscenza di noi stessi principalmente...e di quella tranquillità che ci fa vedere anche gli altri in maniera differente forse meno critica perchè siamo a conoscenza anche dei nostri difetti...
poi dare amore per me è una cosa spontanea...e di conseguenza riceverlo...

siamo vicini...
anche se io sto al centro di me,
e tu sei al centro di te.

un bacio
Anna

Io sto al centro di me. Io non vedo questa frase come egocentrismo perché altrimenti avrebbe significato essere al centro di ogni cosa, non di se stessi.
Essere al centro di se stessi significa per me invece aver trovato un equilibrio, sia mentale che fisico.
Per avere equilibrio bisogna evitare gli estremi e stando al centro di se stessi si può trovare quella stabilità che ci fa vivere serenamente.
Ma non è facile trovare un equilibrio interiore, bisogna essere saggi.
Da qui il fatto di pregare alla madre la sapienza, dote importantissima (uno dei sette doni) e il lume, inteso come luce spirituale che ci illumini il cammino della vita, la saggezza, anch'essa importantissima e il pane, inteso secondo me come essenza del nutrimento fisico, ma anche spirituale.
Per quanto una madre possa dare ad un figlio tutti questi doni, sia con l'educazione che con l'insegnamento di sani principi, penso che una preghiera di questo tipo sia rivolta fondamentalmente a Dio.
Cinzia

io stò al centro di me.......

ogni tanto me lo ripeto,
come ogni tanto ho bisogno di silenzio per mettermi all'ascolto e ritrovarmi,anzi a volte trovo molto di più di quello che cercavo stupendomi come una bambina dinnanzi a una vetrina scintillante di giocattoli nuovi...ed è bellissimo trovare a scoprirsi ...
come ogni tanto ho bisogno di dirmelo come per fare il punto della situazione e sentire di avere tutto sotto controllo e riuscire ad organizarmi l'esistenza,la mia ma sopratutto quella famigliare...
ma me la ripeto il più delle volte per non lasciarmi più andare via perchè se io sono al centro di me stò bene e di riflesso stanno bene anche chi mi stà vicino.


antonella

...sto al centro di me quando riesco a vedere al di là della foschia che spesso annebbia il cuore...
...sto al centro di me quando mi accorgo di non aver mai rinnegato me stessa, anche a costo di aver sofferto più del necessario e di non essermi mai "svenduta" per quieto vivere o per aver scelto la strada più facile ....
...sto al centro di me quando riesco a sentire il dolore e la felicità alla stessa distanza e come ingredienti necessari e inscindibili del mio cammino verso il centro...
....sto al centro di me quando riesco ad ascoltarmi, ad ammettere una mia debolezza, uno sbaglio o un abbaglio e a non rinnegarlo, ma a prenderne atto....
...sto al centro di me quando quel bicchiere mezzo vuoto, lo appoggio sulle labbra e assaporo emozioni che dissetano, risate che rinfrancano, ricordi che coccolano....
..sto al centro di me quando sto qui e le mei sensazioni viaggiano al di là di me e le scrivo, prima dentro e poi fuori di me....

...sto al centro di me quando sento di poter dare qualcosa, spendendo le mie energie non solo per me stessa, ma anche per gli altri.
... sto al centro di me quando riesco con tutti i limiti che posso avere a far emergere quell'io che a volte rischia di soffocare.
...sto al centro di me quando incoraggio me stessa nel portare a termine un obiettivo.
Roberta

Nella cantica dell'Inferno, Dante mette nell'abisso degli inferi, fra i ghiacci e vicino a satana, una categoria di peccatori: i traditori. Si tratta di coloro che hanno tradito Dio, la patria o gli amici.
Nel Medioevo queste erano le colpe più gravi!
Oggi tradire Dio non sappiamo bene cosa significhi; tradire la patria, poi, a volte è sentito come un dovere. Sul tradire gli amici ci può essere ancora un consenso circa la sua gravità, ma è tale la "liquidità" della nostra esistenza quotidiana, è tale la capacità delle situazioni di sfuggirci di mano, che spesso ci troviamo a tradire le persone che ci sono vicine senza nemmeno accorgercene. Ha allora significato oggi la "figura" del tradimento?
Forse sì, ma nel senso specifico del "tradire se stessi". Quel tradire sè che significa non rispondere all'appello che ci viene dal profonda e ci invita a realizzare ciascuno la propria essenza, a incarnare quel tratto o segmento dell'umano che insieme agli altri deve formare il grande volto dell'umanità. Quel tradire sè che significa non essere capaci di dire un sì o un no radicale quando si tratta di difendere la propria e l'altrui dignità, oppure non avere il coraggio a volte di gettare la maschera e di farsi vedere come realmente siamo...

Ecco, forse stra al centro di sè può voler dire anche non tradire se stessi!

Buona vita a tutti.

d.Max

Ossignore...
se stare al centro di sé significa non tradire se stessi... io sono completamente decentrata!!!

....non sempre è facile seguire i propri desideri, le proprie inclinazioni, il richiamo profondo che ci viene dal centro del nostro essere...

..a volte dire un si o un no può significare la differenza di una vita.. e non solo della propria ma anche di quelle di altre persone che dipendono direttamente da noi...
... a volte ci è impossibile dire quel si o quel no.. proprio perché non abbiamo il diritto di distruggere o complicare all'inverosimile esistenze che proprio noi abbiamo evocato, chiamato in questo malamente mondo..
.. a volte tradire se stessi è il male minore... per quanto ci faccia morire dentro...
... allora si cerca il centro di sé in modi diversi.. e magari lo si raggiunge per altre vie...

.. lo si ritrova nel sorriso di un figlio, che ti guarda fiducioso e si addormenta tra le tue braccia perché sa di essere al sicuro...

.. lo si ritrova nelle parole di un amico.. l'amore di un amico è tanto più prezioso perché incondizionato e scevro da quegli obblighi che a volte ci soffocano, offuscando anche il più puro dei sentimenti... sentirsi dire "ti voglio bene" da qualcuno che non ti deve e a cui non devi assolutamente niente se non ricambiare questo amore, e che ti accetta per come sei sopportando le tue piccole manie, condividendo i tuoi momenti di gioia e che ritrovi silenzioso al tuo fianco quando soffri è esaltante e gratificante...

lo si ritrova quando, nella vita di tutti i giorni, si raggiungono piccoli immensi traguardi... e dentro senti quella soddisfazione che viene dalla consapevolezza di aver dato il meglio di te..e di essere riuscito...

...ecco.. forse arrivando al centro di me attraverso queste strade riesco a non contemplare quel sentiero...che mi farebbe raggiungere il centro di me con un unico grande balzo...ma quel salto costerebbe troppo, a troppe persone..

.... sarebbe il caso credo di rivedere e rimodernare la Divina Commedia.. e aggiungere un nuovo girone..

...prenoto fin da ora un appartamento in centro :wink:

Besos

Raffa*Diana altro che al centro.. completamente in periferia :wink:

Forse possiamo dire di aver raggiunto veramente il centro di noi stessi solo quando raggiungiamo il centro di chi ci sta accanto….. Sembra un controsenso detta così, ma è l’unica prova di un ritrovato equilibrio interiore, quello che ci permette una vera apertura al di fuori di noi.
Perché la questione di fondo sta innanzitutto nel fatto di “avere” il centro di sé (“io ho il centro di me”), ossia avere possesso del proprio sentire. Il limitarsi allo “stare “ (“io sto al centro di me”) può infatti portare a tutte le casistiche perfettamente messe in luce da Annapaola, che altro non sono se non indice di un malessere profondo che si vive in relazione con il proprio Io, di un’incolmabile insicurezza che, per paradosso, sfocia proprio nel suo contrario: l’ostentazione. Si diventa così egocentrici, ponendosi al centro dell'attenzione generale e parlando prevalentemente di sé, quasi a voler compensare quella mancanza di percezione del sé più intimo e profondo, e conseguente incapacità di rapportarsi serenamente agli altri, con la vuota facciata esteriore al grido “io mi basto”.
Per questo, per quanto posso appurare anche dalla mia personale esperienza, occorre prima aver messo da parte quella controproducente insofferenza personale, entrare in contatto con il proprio essere nella scoperta e nell’accettazione di sé, per poi donarsi agli altri in un attento ascolto, facendo propria la filosofia di vita che il mondo è fuori di noi e noi ne siamo solo uno dei tanti anelli….. “io sto al centro di me” e “sto attento a te”
Solo dopo aver fatto “di un’eterna malinconia” “una bella di notte” si può infatti regalarla al mondo perché possa apprezzarne il forte profumo.
Così, torniamo possessori di noi stessi e diverremo tanti piccoli microcosmi… di diverso colore, forma, temperatura, dimensione, certo, così com’è varia la natura umana.
Ma senza nessuno che ne voglia occupare il centro ma tutti a chiudere un enorme “CERCHIO DEL CUORE”.

Sempre profondi i tuoi pensieri cara Occhidolci: sai aggiungere sempre una goccia in più, un luccichio diverso a una riflessione, tra l'equilibrio fino all'emozione...Grazie! :wink:

Voglio condividere con Te e con voi una citazione del mio autore preferito, che condensa in poche frasi ciò che Tu stessa hai espresso così bene:


La nostra meta non è di trasformarci l'un l'altro,
ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparar a vedere e a rispettare nell'altro
ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento.

Hermann Hesse - "Narciso e Boccadoro "

Monia ha scritto: Sempre profondi i tuoi pensieri cara Occhidolci: sai aggiungere sempre una goccia in più, un luccichio diverso a una riflessione, tra l'equilibrio fino all'emozione...Grazie! :wink:

Voglio condividere con Te e con voi una citazione del mio autore preferito, che condensa in poche frasi ciò che Tu stessa hai espresso così bene:


La nostra meta non è di trasformarci l'un l'altro,
ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparar a vedere e a rispettare nell'altro
ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento.

Hermann Hesse - "Narciso e Boccadoro "


Splendido romanzo, letto e riletto più volte... cara Monia, sai sempre arrivare al nocciolo della questione con frasi e citazioni più che mai azzeccate, e chiudere così il cerchio dei miei pensieri. Sono io che ti dico GRAZIE :wink:
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