Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
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Ci sono momenti in cui scopri di avere dentro un blocco di cemento, in cui la vita perde la sua fluidità ("senza un futuro") e le relazioni il loro calore e la loro commozione ("possa comprendere anche te").
Forse a volte è necessario e giusto "indurire il volto": ci sono posizioni da prendere, punti di riferimento da porre e obiettivi da pre-porre. Ma tutto questo procede in modo troppo umano, nel senso di una razionalità cristallina, di una volizione puntuale, di una visione in prospettiva chiara e distinta.
Il rischio è di perdere il contatto con la propria interiorità, non ascoltare i richiami dell'anima, diventare degli analfabeti emotivi. Forse le cose della vita a volte ci espongono un po' troppo; forse dobbiamo passare dei momenti in cui tutte le energie vanno orientate nello sforzo di mettere ordine e decenza... ma a che prezzo facciamo tutto ciò?

Abbiamo anche un'anima e un cuore da difendere, una capacità di provare sentimenti e dargli un nome, un desiderio di accarezzare un volto, di abbracciare ed essere abbracciati. Non so se su tutto questo cala una sbarra ci possiamo ancora dire esseri umani.

Buona vita a tutti.

d.Max

Un atteggiamento razionale e rigoroso non sempre dipende da una scelta, a volte è la vita che lo richiede: non sempre e non tutto si può cercare e trovare attraverso il sentimento e l’istinto.
La geografia della mente a volte è necessaria per ritrovare una strada, per rinnovare un percorso, per stabilire una priorità: gli itinerari del cuore a volte conducono su strade tortuose e spesso ingannevoli.
E allora un cuore si chiude per paura, un’anima si nasconde per difesa, un’emozione si sminuisce per sentirsi invincibili.
Dall’alto di una torre protetta dalle armi della logica, ci si ripara dalle tempeste della nostra fragilità, sbarrando l'ingresso.
E quanto più siamo fragili, più alto innalziamo un muro.
Che non è mai di cemento, ma di fragilissimo cristallo.

Il rischio di perdere il contatto con noi stessi esiste, ma è superabile, se si ha il coraggio di accettarsi con tutte le debolezze umane, se si ha l’umiltà di scendere dal piedistallo dell’uomo/donna perfetto/a, se qualcuno ci ha insegnato a volerci bene.
Il prezzo più alto, invece, è quello che si paga quando il “muro” crolla...non tutti sanno accettare un silenzio ostinato, pochi comprendono il buio della mente altrui, pochissimi perdonano una distanza…e si può restare soli.
Ma qualcuno resta: chi sa amare senza condizioni…ed è quello che poi conta davvero.

Annapaola

E' vero... la vita a volte ci impone delle scelte importanti, non rimandabili...
la maggior parte delle volte per fare scelte del genere dobbiamo ascoltare la voce della ragione, della logica... e quella del cuore deve tacere...o meglio, dovrebbe.. perché poi, nel buio della notte, quando si rimane soli coi propri pensieri, quando il mondo intorno cessa il suo rumore di fondo che volenti o nolenti ci distrae da noi, quella è la voce che grida più forte...
penso che, in questi momenti, la fatica più grande che ci tocca fare è quella di cercare di non impazzire.. conciliare, anche se sembra impossibile, desideri profondi e scelte obbligate...
conciliare quella parte umana e fragile di noi che ha bisogno di quell'abbraccio, di guardare un viso amato, di sentire tra i capelli un respiro.. di respirare quel respiro...
... e la parte razionale e ragionante di noi, che relega quell'abbraccio, quel viso amato, quel respiro senza il quale ci manca l'aria, al mondo dei nostri sogni irrealizzabili..
per me è sempre stato molto difficile dar retta al mio io razionale... sono un essere di puro istinto, di slanci, di "ti voglio bene" detti col cuore, di scelte fatte in base a un presentimento, a un moto spontaneo del cuore, a volte anche dettate dalla rabbia più nera...
devo dire che, fortunatamente, finora mi ha detto bene, nel senso che raramente mi sono dovuta pentire delle scelte che ho fatto.. e quando è successo, l'unica a farsi male sono stata io...
Però, nell'ultimo anno, ho dovuto per forza di cose fare una scelta importante in base a un ragionamento ben ponderato e rivisitato in tutte le sue sfaccettature...
..ho fatto la mia scelta...ricorrendo a tutta la mia forza di volontà per ignorare la voce del mio cuore che urlava disperato...
.. sono convinta che nel momento in cui la scelta che ho dovuto (notare il dovuto) fare è diventata tangibile e visibile al mondo, e quindi anche a me stessa, qualcosa di me.. forse la parte più bella e viva e solare di me.. sia morta... o quantomeno abbia preso una bella botta...diciamo che è andata in coma...
... mi sono resa conto, nel giro di qualche mese, che senza quella parte di me non avrei potuto continuare a vivere...

...sono diventata un'esperta infermiera rianimatrice... perché se è vero che a volte la vita ci impone delle scelte.. è vero anche che vivere questa vita senza sentirsi vivi sarebbe recitare una parte ad uso e consumo di chi a volte, anche solo se per amore e magari senza nemmeno saperlo, ci impone quelle scelte...

..io non voglio recitare..voglio vivere....

Raffa*Diana

Conciliare cuore e ragione è quanto di più difficile si possa chiedere a noi, essere umani.
Solo raramente le due sfere si trovano in completo e armonioso accordo e, a mio parere, anche in quel caso, è solo perché una delle due, predominante in quel determinato ambito, ha convinto l'altra di essere nel giusto. Quante volte infatti cerchiamo di imbavagliare il cervello o, viceversa, imprigionare l'istinto?
E' sempre la vita che pretende delle scelte, l'inesorabile scorrere del tempo e delle vicende ci pone davanti a delle biforcazioni nel nostro cammino senza possibilità di svincoli o scorciatoie, nè tantomeno di repentini dietrofront, ed in quei casi le due sfere non possono essere consultate e accreditate simultaneamente: non ne caveremmo un ragno dal buco, altrimenti.
Quindi, anche se fa male, con coraggio ci facciamo forza e intraprendiamo la nostra strada, sia essa determinata dal cuore o dalla razionalità.
Sta a noi valutare la voce da ascoltare... e a quel punto cercare di convincere l'altra che era la scelta più giusta.
Come dice Annapaola, c'è chi saprà comprendere.... coloro che ci sanno davvero stare vicino e vedere oltre un'azione obbligata.

Che cosa è la speranza?
Forse è l'attitudine a non permettere al proprio passato di definire tutto il senso della propria vita, a non fissarsi su ciò che è stato...
forse è la capacità di ri-assimilare le proprie esperienze per gettarle avanti, per pro-gettare dei futuribili...
forse è l'ostinazione a non fissarsi nelle abitudini...
forse...

d.Max
scusami l'intrusione non ci "conosciamo",la tua sofferenza e' la forma che dai a quello che vivi,e se ti interroghi sei gia verso la porta che ti fara uscire da li-

guardala e' li davanti a te......


un abbraccio

Sì, forse a volte la vita ci chiede di essere lucidi, freddi, razionali…di mettere una sbarra su ciò che è “fuori controllo” , di non lasciar passare l’emotività, di incanalare il fiume dentro a una diga robusta, per sfruttare quell’energia naturale in un modo più proficuo…

Sì, allora le lacrime rimangono dentro, non riescono più a scorrere via e a portare via tutto il dolore che dovrebbero…

Ma penso che comunque non sia possibile prevedere tutto, riparare le “falle” prima che perdano: c’è sempre qualcosa che va storto, prima o poi…

E la nostra storia ritorna, sempre: nei nostri modi d'essere e di fare, nelle strategie che mettiamo in atto per affrontare i tiri mancini della vita.
Ogni tassello fa parte di noi, e ogni esperienza ce la portiamo dietro ogni giorno, come un bagaglio di oggetti indispensabili e utili per la nostra "sopravvivenza".
Il nostro passato è questo: una serie di strumenti che conosciamo, che spesso abbiamo usato, ma che comunque in futuro non dovremmo necessariamente continuare ad usare se non vogliamo…


d.Max ha scritto: Che cosa è la speranza?
Forse è l'attitudine a non permettere al proprio passato di definire tutto il senso della propria vita, a non fissarsi su ciò che è stato...
forse è la capacità di ri-assimilare le proprie esperienze per gettarle avanti, per pro-gettare dei futuribili...
forse è l'ostinazione a non fissarsi nelle abitudini...
forse...

d.Max


Il passato non deve diventare struggente nostalgia di ciò che è andato via, né cammino predefinito da percorrere…è sempre il viaggio la cosa importante e non la meta… :wink:

Cos'è la speranza?
Forse saper dare fiducia all'ignoto..... quella che a volte dobbiamo ritrovare in noi stessi per proseguire il nostro viaggio...

Immagino spesso che la vita in fondo sia una strada da percorrere.

Se chiudo gli occhi vedo questa strada che si snoda davanti a me, attraversando monti, valli, campi coltivati, boschi, pinete…
A volte è un sentiero facile, immerso nel verde e nel canto degli uccellini, altre volte è una strada di montagna, tutta tornanti, senza protezione laterale: basta un niente per sentirsi sprofondare giù e rotolare come massi inermi….ma si continua a salire, a fatica, ma si continua…

Ci sono poi momenti in cui la strada si interrompe: in mezzo c’è una sbarra che ne ostacola momentaneamente l’attraversamento…
Non si sa quanto resterà abbassata questa sbarra, né se qualcuno ci aiuterà a sollevarla, né se ci riusciremo con la nostra sola forza…e aspettiamo, aspettiamo, anche se il treno non lo sentiamo arrivare nemmeno in lontananza…. E quella sbarra pesa così tanto che sembra di sentirla sul petto, come se ci impedisse perfino di respirare, è fredda, è tagliente da non poterla neppure toccare…
Tornare indietro non si può, nemmeno se quella sbarra si trasforma in un muro di cemento armato. …si può solo andare avanti perché appena il nostro passo si solleva quell’asfalto svanisce.
E se quello ormai è proprio un binario morto, la strada alternativa la dobbiamo cercare in noi, collegando il nostro navigatore satellitare alla voce del cuore, consultando, se serve, tutte le piantine che ci hanno guidato nei viaggi passati…: solo così avremo una nuova rotta da seguire! :wink:




Ciò che conta è tutto dentro di noi; fuori nessuno può aiutarci.
Non essere in guerra con te stesso: così... tutto diventa
possibile, non solo camminare su una fune, ma anche volare.

Hermann Hesse


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