Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
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In questo gioco dalle molteplici sfaccettature chiamato vita, spesso si
diventa oggetto nei labirinti della mente di terze persone.
Si diventa come attori usati finché c’è un pubblico che applaude, poi
quando cala il sipario, o lo spettacolo inizia a scemare d’interesse, non ha
importanza tu chi sia o che ruolo interpretavi, ti si accantona nel cesto
degli articoli indesiderati; in poche parole non servi più!

Questo è uno di quei pugni che arriva diritto al centro dello stomaco,
un dolore atroce da sostenere, e ti chiedi…
ma fino a quando si riesce a sopportare?
esiste una dimensione, una scala valori, un punto limite?

Non è mai facile concedere il perdono a chi offende i nostri sentimenti,
a chi ingiustamente ci accusa di un torto mai fatto, a chi ci considera
il trastullo del momento… tuttavia, con l’apporto del farmaco più efficace
sul mercato, ovvero il tempo, sovente si dimentica, si rimuove l’immagine distorta e...
come si dice "amici come prima”!

ma coloro che di male ne hanno fatto, ne fanno e molto probabilmente,
per indole caratteriale, ne faranno ancora tanto, riusciranno mai
a perdonare sé stessi?

.. tutte le volte che mi è successo di trovarmi nella condizione di dover perdonare un torto mi sono fatta la stessa domanda.. o meglio,posta la stessa affermazione...
stavolta ci sono riuscita.. la prossima volta sento che ne morirò...
e puntuale arriva la prossima volta.. magari colpi sparati sempre dallo stesso cecchino.. e io di nuovo a soffrire, a chiedermi quanto ne valga la pena, magari, come una scema, a piangere pensando quanto sia costato a quel cecchino sparare quel colpo.. nella convinzione che non lo avrebbe fatto se non costretto... chi è quell'essere senziente e dotato di una seppur minima sensibilità che si diverte a far soffrire senza motivo chi dice di amare ???
.. mi sono dovuta ricredere, perché purtoppo di persone così ce ne sono.. magari non ti uccidono per divertimento.. ma per il proprio tornaconto quanti sono disposti ad accendere la torcia che darà fuoco alla tua pira?

....e io ancora una volta a spolverare il capo cosparso di cenere.... a crederci ancora, di nuovo..a volte perché sono convinta del pentimento, a volte perché non posso fare altrimenti, in ogni caso di nuovo a passare sopra ai miei "mai più..."

una cosa è certa..se non lo facessi, non starei bene con me stessa semplicemente perché sono fatta così.. non riesco ad essere drastica, e credo che sarei il peggior pubblico ministero del mondo perché ripeterei processi all'infinito fino a trovare una briciola di buono in ogni criminale che mi trovassi di fronte..
sono stata accusata di buonismo, ipocrisia, opportunismo per questo.. ancora cecchini che sparano... ma fortunatamente c'è anche chi mi ha capita, accettata e amata per come sono...

...Robi, sai che ti dico?.. non credo che i cecchini che sparano per sport, per ferirti a morte e goderne, che sanno che possono tagliare i fili del tuo cuore in qualsiasi momento vogliano si facciano poi tanti scrupoli... perdere del tempo per farsi perdonare e perdonarsi..?..con tutto il male che possono fare...?....e perché mai...?

Raffa*Diana.. ancora.nonostantetutto.sempre..inguaribilmente fiduciosa...

..che scema, eh?...

'ciotti...

R*D

Credo che chi è solerte fare del male al prossimo volontariamente non si ponga alcun quesito morale in merito e tantomeno aspetti o abbisogni del perdono della vittima; a meno ché anche questo non lo riesca ad utilizzare a proprio scopo!!!
Semmai il perdono, o forse meglio il senso di pena per persone così piccole e meschine, è un valido farmaco per chi il torto lo subisce, un antidoto contro la rabbia, il desiderio di vendetta, la voglia di spaccare tutto….. soprattutto se la persona in questione non la possiamo cancellare di punto in bianco dalla nostra vita perché rientrante nei nostri rapporti obbligati (vedi un capo schiavista, un collega arrivista e il sempre più difficile mondo del lavoro che in caso di rottura dovremmo prepararci ad affrontare); o perché non la riusciamo a cancellare dal cuore (come il padre dei nostri figli…. o uno dei nostri figli….. )
E’ la mente che purtroppo non gioca a nostro favore, perché nonostante tutto non si dimentica ma il tempo aiuta solo a sbiadire i ricordi. E’ l’istinto di sopravvivenza a non permetterlo perché siamo studiati perché ogni avvenimento anche il più doloroso, sia bagaglio di esperienza per il futuro.
Ma per noi umani dall’animo fragile e dal cuore pulito, è poi davvero così?

Nella vita ci sono delle persone per i quali non in qualsiasi momento gettiamo via tutto, si ferma il mondo...se ci bussano, se hanno bisogno di noi, se hanno bisogno di una spalla, ci si precipita nell'essere il più possibile presente e coadiuvante nella cura dell'anima, dell'umore di un problema un consiglio. Ci si dona oltremisura..
Se il palcoscenico cala o cambia musica e le note non sono le stesse si entra nello sconforto, una dose massiccia di veleno si autoinnietta endovena... e ci attanaglia il cuore in una morsa...un dolore sordo difficile da metabolizzare. E ogni volta ci si ripete questa volta è l'ultima. Ma non c'è un limite da imporsi, un veto, è impossibile resistervi.
Ma ho anche imparato che nella vita quando ci qualcuno ci delude qualcun altro è pronto a soprenderci, priprio come nel detto si chiude una porta e si apre un portone. Corsi e ricorsi...persone dalle quali non ti saresti aspettato nulla ti meravigliano in positivo e scopri di loro sfaccettaure nuove, altre da cui sarebbe stato ovvio un atteggiamneto potrebbe nn arrivarti nulla in quel momento...per vicissitudini contingenti o altro. Così è la vita...
Cinzia

Non mi piace catalogare le persone: sarebbe mortificante pensare di far parte di una “categoria umana”, come merce esposta negli scaffali di un supermercato.
Così come sarebbe banale e riduttivo pensare ad una linea di demarcazione tra buoni e cattivi: non esistono solo angeli o demoni, criminali o “Madri Teresa”, lupi cattivi o Cappuccetti Rossi, Caini e Abeli.

Tra i due estremi esiste una varietà infinita di sfumature e di tonalità:
sei miliardi di fantasie e di ragioni, sei miliardi di storie e di geografie, sei miliardi di menti e di cuori…e tra questi ci siamo noi, ciascuno con le proprie cellule vitali, con un DNA mentale ed emozionale imparagonabile a nessun altro.

Ed è questa indiscutibile unicità che ci dovrebbe aprire la mente oltre i confini di uno “schedario” di appartenenza, e quindi almeno di comprendere (se non si possono giustificare) anche le azioni più deplorevoli e vergognose: nessuno è interamente cattivo, come nessuno è totalmente buono.

Io sono una che perdona, ”quasi” sempre e “quasi” tutto…e non perché sono buona o scema.
Semplicemente mi è stato insegnato a guardare oltre, a trapassare le parole cercandone il senso celato, a spingermi al di là di un gesto o di un atteggiamento, a leggere ciò che è nascosto dietro una cortina di fumo o una veste da creatura celeste.

Tanti possono essere i motivi di una cattiveria, le ragioni di una perfidia, le cause di un odio: un’ingiustizia, un lutto, una disperazione, un’assenza….possono provocare un’ alterazione della mente, una distorta percezione del mondo, una falsificazione di se e degli altri.
Un’esperienza che segna pesantemente cambia la vita, a volte creando personalità troppo rassegnate e remissive, altre volte creando campioni di crudeltà e maestri di manipolazione.

Ma una cosa ho imparato dalla mia esperienza di vita, vivendola pesantemente sulla mia pelle, sia in campo lavorativo che in quello umano: ciò che scatena i sentimenti più negativi è l’invidia, il peccato capitale più devastante, quello che macera l’anima di chi lo possiede e distrugge la serenità di chi ne è vittima.
Ma anche in questo caso, se proprio è difficile perdonare le azioni che ne possono conseguire, si deve avere almeno una forma di pietà cristiana: sicuramente c’è un motivo anche per questo, e sicuramente non è bella la vita di chi consuma i giorni nel desiderio di avere ciò che non si ha e di essere ciò che non si è.

Annapaola

Argomento interessante!
La selezione naturale esiste da secoli, l'essere umano è portato ad associarsi con i suoi simili creando così una "comunella" elettiva, come una affinità!
Personalmente ho tanti difetti però, non per senso di superiorità ma sono lontana dalle invidie e da qualsiasi comportamento subdolo per il semplice motivo che non saprei di cosa nutrirmi!
Allo stesso tempo provo pietà per chi si comporta così e prego sopratutto per chi con me ha sbagliato. Siamo responsabili dei nostri comportamenti e le conseguenze prima o poi si pagano.
A tutti è capitato di subire accuse ingiuste :roll: o quant'altro però c'è un detto che parla da solo (Cristo è grande) e mi porta a rendermi sempre più conto che io cerco altro nelle persone, proprio quella affinità elettiva, l'albedo alchemico (ricordando un topic).

Il perdono è un mio limite, non so perdonare nessuno neanche me stesso.
Per la vita sociale e la democrazia vera e propria è però un valore irrinunciabile.
non e' una soluzione di democrazia-Sarebbe troppo comodo-
E' la forma piu sincera di accoglienza verso l'altro nonostante tutto -
Pero non e' cosi semplice come scrivere del perdono.
Ci sono troppi elementi che ti bloccano e fanno da muro oltre il quale non siamo disposti ad andare.Il nostro limite, il nostro confine, non siamo disposti a farlo varcare , e' troppo intimo, ci vuole una anima enorme per contenere il perdono,e noi non la vogliamo esporre per non perderla, per non contaminarla. E allora lo doni quando lo senti che e' corrisposto che non c'era altro che allargare le braccia ... e basta .

perdonare chi mi ha fatto del male mi riesce difficile.

porgere l'altra guancia non fa per me nemmeno a Natale.

negli anni ho imparato a difendermi, sono cinica, egocentrica e sto al centro di me.


fuggite.... :D

sole.

non ho considerato l'ultimo quesito ,cioe chi fa del male riesce a perdonera se stesso?
Ma siamo sicuri che chi lo fa si accorge di essere cosi malvagio?? Anche se glielo spieghi con il chucchiaino?Se come succede chi e' duro non ammettera mai che lo e', e' difficile che si ravvede, rimane soltanto aspettare che capiti
come uno come lui,che assapori sulla sua pelle,che lo viva per se.
I malvagi la pagano prima o poi.

Il perdono sembra sempre la soluzione più adeguata a ogni torto ricevuto e anzi, spesso è sbandierato come un valore necessario, appunto un qualcosa di “democratico”.

Per me non è così facile perdonare…è tanto più difficile quanto era grande l’affetto o la fiducia che avevo donato: certo questi sono doni che si fanno non per avere un qualcosa in cambio, ma certo non si fanno a chiunque. Poi tutto dipende dalle situazioni, dai motivi che spingono l’altro a gettare o a riciclare tali “regali”…tutto è relativo e niente univoco e universale!

Il perdono, per me, non è un qualcosa di razionale, che si può decidere con la testa…ci sono così tante sfumature….sicuramente lo devo sentir nascere da dentro e devo sentire che viene accolto nell’altro, come uno scambio, come l’atto del dare e ricevere, come parlare ed essere ascoltati, e ascoltare cercando di capire, immaginandosi per un istante nei panni dell’altro, spogliandosi dell’ inutile orgoglio e delle maschere solite , vestendosi solo del bene che ci aveva legato e del buon senso.
E’ un incontro a metà strada, tra Te e Me. E non mi serve per farmi sentire più buona e magnanima, né per alleggerire la tua coscienza. So bene che spesso sarebbe “più conveniente” perdonare, dimenticare, lasciar correre, perché un nodo che rimane legato è come un sassolino che resta dentro alla scarpa, come una ferita che ogni tanto si riapre e sanguina, malgrado le fasciature…ma ci sono cose su cui non si può passare sopra, così, come se in fondo non fossero poi così gravi, semplicemente perché sono cose che agli altri non farei mai e non posso permettere agli altri di farle a me: è una questione di rispetto e amore verso me stessa e se non amo me stessa, non posso amare nessun’altro…

Ogni volta che la voce di Pino canta questa frase penso:
"Sono stata un'altra volta così fessa da...."

Il perdono è una soluzione alla democrazia,alle voci di dentro che spesso parlano,rimuginano,è come un tappo alle loro bocche o addirittura una completa eliminazione!

Nelle mie vicissitudini ho perdonato forse sempre,ma non perchè sono una santa,sia chiaro!Forse per indole cerco di mantenere un equilibrio e di essere ottimista pensando:
"Ora è capitato,spero che il futuro sia migliore!"
oppure
"Vale la pena buttare un rapporto,una situazione,una persona per un inceppo,anche se grave e magari troppo dolente?"

Una sola volta mi è capitato di rispondere si alla seconda domanda.....probabilmente valeva la pena!

Però penso anche,in contrapposizione (grazie Pino,come sempre dai parole ai miei pensieri inesprimibili...) che il pensiero è rivoluzione,nonostante tu mi abbia fatto male,tanto male,voglio parlare e chiarire...ti ho perdonato non perchè voglio fare la buona ma solo per tendere ad un futuro,per sperare che non accada più,per affidarmi a Lui e confidare in quello che sento nel cuore....

Farò bene?mah non so.....negli ultimi tempi penso che più che perdonare dovrei essere più superficiale e menefreghista...così non ci sarebbe nessuna occasione,nessun bisogno di perdonare qualcuno...tanto nulla mi tocca!!!!!!

Aveva ragione Leopardi:"Gli intelligenti (animi sensibili) soffrono di più...."

Non ce la faccio a non sentire.....ma ci provo.....e qualche volta ci riesco anche!

M.
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