Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
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Le crisi mistiche o esistenziali ravvisabili in dubbi e perplessità, sono
ancestrali per la maggior parte delle persone;
d'altra parte... San Tommaso ne è un esempio.

Sebbene si dovrebbe ciecamente, senza condizione alcuna,
aspettarsi una sorta di ricompensa alla fine del viaggio, spesso ci si
pone un'infinità di incognite, ben sapendo che l'esito della soluzione
si potrà conoscere solo dopo il trapasso!!!
Nel frattempo, l'argomento tabù del perché di tanti vincoli morali,
canoni di comportamento,
riflessioni su cosa è bene e cosa è male...viene
spesso rimosso con fermezza, poichè attiene un tema che, se
trattato a fondo, si corre rischio di "sbroccare".

A volte penso, se è vero che esiste una terra promessa, un continuo,
un qualcosa ancora, allora forse per sorprendere chi ci ricambierà
in maniera sproporzionata, basterà sfiorargli la veste con la mano;
gesto che simbolicamente potrebbe compararsi alle azioni di ogni giorno che,
nel nostro piccolo, cerchiamo di compiere... come amare la
famiglia, non odiare chi ci ferisce, non lasciarsi tentare da ciò che è
molto più semplice fare, non rifiutare una mano tesa...

sono molte le domande, ma una in particolare diventa
particolarmente cruenta, diretta e talvolta pericolosa per molti
aspetti :
ma, se per assurdo, potessimo varcare un attimo quella soglia finale
per poi tornare indietro, dopo aver constatato che oltre non c'è che
il vuoto, quanti di noi riuscirebbero comunque a mantenere immutato
il proprio modo di vivere?

"constatare che di là c'è il vuoto"........e come se fossi sicuro che "al di là" c'è il nulla.........
io,invece, nè ho la certezza che" un di là" esista.........ma sinceramente non mi sono mai posta il problema di fare "la brava" per poi avere un pezzettino di cielo .....preferisco questo cielo ritagliarmelo qui :wink:



antonella

Cio' che e' fuori e' anche dentro; e cio' che non e' dentro ,non e' da nessuna parte. Secondo un vecchio detto "il paradiso è dentro di noi"......
Le ricompense le lascio a chi ricerca gloria, intanto mi accontento dei sorrisi della gente che conosco e che non conosco.
Consapevole che "l'al di là" è una certezza e non una domanda, allieto la mia vita cercando il paradiso nelle interiorità delle persone sopratutto di chi non ha la voce per "parlare", di chi è emarginato e ultimo.
La ricompensa con queste persone non esisterà mai perchè non hanno nulla, anzi sono io che sono in debito.

Di solito è l’Immenso a sorprendermi…e in quel sorprendermi riesco a ritrovare un po’ di Lui.

Sì, perché in quei momenti penso che tanta bellezza non possa esistere così, per caso, ma che Qualcosa di più grande ci sia a sorreggere il tutto.

Ricordo una notte in particolare: c’era la luna, stupenda, luminosa, che rendeva la notte meno notte e più penombra accogliente…c’erano i grilli, era primavera inoltrata, quasi estate, e nell’aria il profumo dei fiori, forse gelsomini….ero affacciata alla mia terrazza, davanti alla montagna e mi sentivo parte del Tutto, come se fossi un po’ montagna, un po’ luna, un po’ primavera, un po’ creatura semplice, un po’ tutto, un po’ niente…
Sembrava tutto una grande, immensa preghiera, un respiro unico e vitale…
E in quello stupore ho capito che forse non sono completamente atea, anche se non so bene cosa sono! :lol:

Allo stesso modo però mi succede pure il contrario: di fronte alla sofferenza che pervade il mondo, alle ingiustizie, alle atrocità di guerre, terremoti, malattie, penso che in fondo, no, non può, anzi non deve esserci niente di superiore che possa permettere tutto questo…

Comunque tornando a noi, anche se forse non son proprio atea, non mi aspetto ricompense o punizioni ultraterrene…semplicemente perché adesso sto vivendo questa vita: sì magari passeggera, ma degna di essere vissuta per ciò che è: terrena, materiale, anche se non solo…
Se pensassi di “investire” ciò che faccio oggi per un domani oltre la vita, mi sembrerebbe di non godermi appieno ciò che ho adesso, come chi mette tutto lo stipendio in banca per un eventuale futuro e spesso non si vive né il presente, né il futuro.
Il mio comportamento, la mia morale, fanno parte di me, di quello che sono e sento adesso che sono qui ….poi…si vedrà… :roll:

Frasi come

sorprenderò l'immenso

o

M'illumino
d'immenso

danno per scontato che l'immenso esista. E dato che le parole non sono contenitori vuoti, ma hanno una storia e inducono delle immagini e delle emozioni, "immenso" richiama "ciò che non ha misura". Un rapporto con l'immenso è allora possibile solo accettando che non è l'uomo "misura di tutte le cose", ma c'è qualcosa invece, non contrario alla sua ragione ma "oltre" la sua ragione, da cui la sua ragione viene misurata. Quando Mango, per esempio, dice che la Poesia non è nostra ma è qualcosa che è oltre noi e che si può realizzare solo attraversandoci, allude a una realtà che è appunto "immensa", non misurabile cioè con le nostre categorie razionali.
Ora, proprio per questo, una apertura all'immenso non può venire come conclusione di un teorema perfetto, perchè altrimenti non più di immenso si tratterebbe, ma di misurato. Può essere solo questione di scelta: e un uomo non è un uomo se, almeno una volta nella vita, non ha provato la vertigine di dover dire SI o NO a un orizzonte di senso che lo supera. Incamminarsi verso questo orizzonte (ammesso che abbia detto di SI) sarà l'impegno di tutta una esistenza, in cui giocarsi tutta la propria libertà. E se alla fine quell'orizzonte si rivela essere il nulla? Beh, secondo me il fallimento dello scopo non equivale a una vita senza senso: il senso non sta nel realizzare lo scopo, nell'avere successo, ma proprio nel giocare tutta la propria irripetibile unicità per quel senso.
I mistici pregavano sempre Dio di maledirli se il loro amore per Lui fosse condizionato dalla paura dell'Inferno o del nulla...

Un'ultima parola proprio sulla frase in questione: forse è facile dire

M'illumino
d'immenso

chi, infatti, non è disposto a illuminarsi dell'immenso?
Molto più difficile è sorprendere l'immenso: sorprenderlo non solo nel senso magari di andare a scovare l'immenso laddove nessuno può immaginare che ci sia, ma proprio in quello di fare qualcosa che faccia stupire l'immenso, qualunque cosa noi intendiamo per immenso (Dio, la Poesia, il Mistero della Vita e della Bellezza).

Potrei concludere con una frase kennediana: non domandatevi cosa l'immenso può fare per voi; domandatevi invece cosa voi potete fare per l'immenso.

Buona vita a tutti.

d.Max

Il senso della nostra vita sta nel viaggio stesso che siamo chiamati a compiere dal momento stesso in cui nasciamo, e lo forgiamo ogni giorno con le nostre azioni, le nostre emozioni, il nostro tutto.
Non è condizionato alla meta, mai, ma semplicemente al nostro sentire che diventa più nello specifico la morale del nostro vivere.
Solo chi ha cuore puro e mente libera può lasciarsi sorprendere dall'immenso. Ma solo chi ha davvero volontà e coraggio può sperare di riuscire a soprenderlo.
La forma più grande sono gesta indotte dall'Amore nel suo senso più alto per la Vita che hanno del soprendente..... e che creano scalpore per questo.

Sì, si può sperare di aver sopreso l'immenso nel momento in cui una nostra azione crea scalpore, incredulità, sbigottimento, un segno indelebile lasciato sul nostro cammino.....

guardandolo :shock:

..inutile che continui a dire che riesci sempre a toccare il mio nervo scoperto, la mia corda più vibrante, il motivo delle mie notti insonni.. te l'ho detto tante di quelle volte che ormai sembro un disco rotto :wink: ma è proprio così...

... quante volte sono rimasta insonne a riflettere e pensare...
..quante volte quella domanda mi è girata per la testa, a volte talmente forte fino a farmi male..
.. credo sia insito nella natura umana chiedersi se c'è davvero qualcosa "oltre".. e soprattutto sperarlo...
.. perché altrimenti la nostra esistenza non avrebbe senso.. non ci sarebbe differenza tra la mia vita, vita di essere senziente, ragionante, agente.. e quella del mio gatto, che passa tutto il tempo a mangiare, dormire, leccarsi e rovinarmi le sedie :wink: ..
d'altra parte è pur vero che spesso mi sono chiesta perché dovrebbe esserci questa differenza.... dal punto di vista agnostico, noi potremmo essere solo la massima espressione di un'evoluzione che, partendo da un verme nell'acqua, è arrivata a noi passando attraverso le rane, i coccodrilli, le scimmie... il nostro io profondo, la nostra coscienza, quella che i credenti chiamano anima, potrebbe essere solo data dal fatto che, ragionando, l'uomo prende coscienza di sé, sa di esistere e di poter essere protagonista della sua vita, e non semplice burattino in mano alle leggi della nascita, della riproduzione, della morte...
..ma se così fosse.. allora che senso avrebbe...?
... spesso mi dico che a causa delle mie scelte potrei,anzi sicuramente,finirò all'inferno...nonostante proprio queste mie scelte alla fine facciano male soprattutto a me, a quella che ero e che non sarò mai più, a quello in cui credevo, ai miei principi che non avrei mai tradito.. allo spazio impalpabile che c'è tra me e alcune persone che fanno parte della mia vita...
.. resto lì a pensare come dovrei fare per riguadagnarmi quel pezzo di Paradiso che potenzialmente mi apparteneva quando sono nata.. e che vivendo credo di aver perso pezzetto dopo pezzetto.. come potrei fare per sorprendere quell'infinito che sorprende me, ogni volta che guardo l'alba, che sento il pianto di un bambino appena nato.. che mi specchio negli occhi dei miei figli.. o che vedo sul viso di un amico lo stesso sorriso che illumina il mio...
.. è difficile sorprendere l'immenso.. perché co,unque penso sia difficile vivere.. conciliare i propri sogni con la realtà dei fatti, con le meschinità grandi e piccole che a volte ci circondano.. con i tradimenti che a volte ci cambiano, facendo di noi stessi dei traditori...con le ferite dell'anima che stentano a rimarginarsi nonostante le cure che prestiamo loro...
c'è una persona che conosco che dice sempre che in fondo dovremmo tutti poter guardare il nostro immenso, dopo.. perché, chi più chi meno il nostro inferno lo viviamo proprio vivendo... guardandomi intorno, e vedendo che ci sono situazioni veramente disperate, mi vergogno di lamentarmi a volte delle mie piccole miserie... e a volte riesco anche a scrollare le spalle di fronte ai miei piccoli grandi problemi dicendomi che c'è sempre chi sta peggio di me... ma a volte invece non ci riesco proprio... e mi sembra di soffocare di fronte all'ennesimo no, al pianto rabbioso di mio figlio che non riesco a calmare nemmeno con i miei baci, allo sguardo assente di mia figlia che non riesce a spiegarmi l'ennesima bugia.. all'ennesimo abbraccio negato di mia madre..in quei momenti mi sento davvero all'inferno..
anche se secondo alcuni sto sbagliando, anche se secondo l'educazione religiosa inculcatami fin da bambina sicuramente finirò tra le fiamme eterne per il modo in cui vivo una parte della mia vita.. in quei momenti mi viene da pensare che non sarà certo peggio dell'inferno che vivo in casa mia quotidianamente...magari non brucio.. ma muoio ogni giorno di più, nei silenzi e nell'indifferenza di chi dovrebbe invece farmi vivere un'anteprima di Paradiso...

.. non credo cambierei la mia vita.. né se riuscissi a vedere che sto perdendo la beatitudine eterna né tantomeno se vedessi che oltre non c'è niente... una sola volta ci è dato di fare questo viaggio, di vivere quest'avventura.. nei limiti del possibile.. vorrei trarne il meglio che posso...

... chi mi conosce sa che non mi riferisco a un meglio materiale...

.. difficile rendere a parole emozioni e sensazioni che mi hanno sempre turbato moltissimo... spero di esserci riuscita...

buona giornata

Raffa*Diana
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