Quanti sguardi incrociamo nel nostro passaggio su questa vita:
a volte sfuggenti, spesso fuggevoli, raramente occhi che guardano davvero;
quante mani stringiamo nel nostro fare e disfare quotidiano:
a volte occasionali, spesso di circostanza, raramente mani che sanno accarezzare;
quanti respiri percepiamo nelle nostre escursioni nel mondo dell’Altro:
a volte coincidenti, spesso distratti, raramente fiato nello stesso fiato.
E le parole!...quante parole colpiscono le nostre orecchie e i nostri sensi…innumerevoli, infinite: a volte casuali, spesso distaccate, raramente vivido segnale di ciò che si nasconde dentro l’anima.
Di parole si vive. O si muore.
Le parole costruiscono affetti, avvolgono cuori, cullano inquietudini, sollevano anime cadute, sanno donare un sorriso e un battito, sanno porgere rispetto e inventarsi sogni.
Ma le parole possono anche imbellettare cuori aridi, creare imperi di menzogne, allestire guerre, ferire anime semplici, disperdere un senso.
In questo viaggio effimero e limitato di cui ci è stato donato un biglietto di sola andata, capita spesso di incontrare persone che si travestono come ad un carnevale, indossando vestiti e pensieri per il solo periodo della festa.
Quando il gioco è finito, il bell’abito colorato e la maschera dipinta di buono, lasciano nudo un corpo e un sentimento, facendo intravedere ciò che il trucco nasconde.
Quante ne ho incontrate, nella mia non breve vita, persone che amavano accostare i propri pensieri ai miei, per trarne gioia e consolazione, o semplicemente per farsi passare la versione di latino: una finzione per ottenere uno scopo;
quante persone hanno saputo celare un inganno con astuzia e determinazione, spesso per invidia, a volte per una rivalsa contro una vita misera;
quante ancora hanno dato di sé un’immagine angelica, di quelle che “io ci metterei la mano sul fuoco”….se fosse vero, quante volte mi sarei bruciata!
“Io non so chi sei”…vi è mai capitato di dirlo o di pensarlo?
A me si, spesso.
A volte ho avuto la sensazione di assistere ad una recita scolastica, interpretata da bambini un po’ impacciati, di quelli che li smascheri subito. E allora mi sono anche divertita.
Ma altre volte ho assistito a delle splendide commedie, magistralmente interpretate da attori di professione, di quelli che “mamma mia, che bravura! Sembra tutto così reale!”
E in questi casi, quando cala il sipario, gli attori si spogliano, prendono l’applauso, e a volte non ti firmano nemmeno un autografo per ricordo.
Il pubblico può andare a casa.
La recita è finita.
Annapaola
a volte sfuggenti, spesso fuggevoli, raramente occhi che guardano davvero;
quante mani stringiamo nel nostro fare e disfare quotidiano:
a volte occasionali, spesso di circostanza, raramente mani che sanno accarezzare;
quanti respiri percepiamo nelle nostre escursioni nel mondo dell’Altro:
a volte coincidenti, spesso distratti, raramente fiato nello stesso fiato.
E le parole!...quante parole colpiscono le nostre orecchie e i nostri sensi…innumerevoli, infinite: a volte casuali, spesso distaccate, raramente vivido segnale di ciò che si nasconde dentro l’anima.
Di parole si vive. O si muore.
Le parole costruiscono affetti, avvolgono cuori, cullano inquietudini, sollevano anime cadute, sanno donare un sorriso e un battito, sanno porgere rispetto e inventarsi sogni.
Ma le parole possono anche imbellettare cuori aridi, creare imperi di menzogne, allestire guerre, ferire anime semplici, disperdere un senso.
In questo viaggio effimero e limitato di cui ci è stato donato un biglietto di sola andata, capita spesso di incontrare persone che si travestono come ad un carnevale, indossando vestiti e pensieri per il solo periodo della festa.
Quando il gioco è finito, il bell’abito colorato e la maschera dipinta di buono, lasciano nudo un corpo e un sentimento, facendo intravedere ciò che il trucco nasconde.
Quante ne ho incontrate, nella mia non breve vita, persone che amavano accostare i propri pensieri ai miei, per trarne gioia e consolazione, o semplicemente per farsi passare la versione di latino: una finzione per ottenere uno scopo;
quante persone hanno saputo celare un inganno con astuzia e determinazione, spesso per invidia, a volte per una rivalsa contro una vita misera;
quante ancora hanno dato di sé un’immagine angelica, di quelle che “io ci metterei la mano sul fuoco”….se fosse vero, quante volte mi sarei bruciata!
“Io non so chi sei”…vi è mai capitato di dirlo o di pensarlo?
A me si, spesso.
A volte ho avuto la sensazione di assistere ad una recita scolastica, interpretata da bambini un po’ impacciati, di quelli che li smascheri subito. E allora mi sono anche divertita.
Ma altre volte ho assistito a delle splendide commedie, magistralmente interpretate da attori di professione, di quelli che “mamma mia, che bravura! Sembra tutto così reale!”
E in questi casi, quando cala il sipario, gli attori si spogliano, prendono l’applauso, e a volte non ti firmano nemmeno un autografo per ricordo.
Il pubblico può andare a casa.
La recita è finita.
Annapaola