Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
9 messaggi Pagina 1 di 1
Quanti sguardi incrociamo nel nostro passaggio su questa vita:
a volte sfuggenti, spesso fuggevoli, raramente occhi che guardano davvero;
quante mani stringiamo nel nostro fare e disfare quotidiano:
a volte occasionali, spesso di circostanza, raramente mani che sanno accarezzare;
quanti respiri percepiamo nelle nostre escursioni nel mondo dell’Altro:
a volte coincidenti, spesso distratti, raramente fiato nello stesso fiato.

E le parole!...quante parole colpiscono le nostre orecchie e i nostri sensi…innumerevoli, infinite: a volte casuali, spesso distaccate, raramente vivido segnale di ciò che si nasconde dentro l’anima.
Di parole si vive. O si muore.
Le parole costruiscono affetti, avvolgono cuori, cullano inquietudini, sollevano anime cadute, sanno donare un sorriso e un battito, sanno porgere rispetto e inventarsi sogni.
Ma le parole possono anche imbellettare cuori aridi, creare imperi di menzogne, allestire guerre, ferire anime semplici, disperdere un senso.

In questo viaggio effimero e limitato di cui ci è stato donato un biglietto di sola andata, capita spesso di incontrare persone che si travestono come ad un carnevale, indossando vestiti e pensieri per il solo periodo della festa.
Quando il gioco è finito, il bell’abito colorato e la maschera dipinta di buono, lasciano nudo un corpo e un sentimento, facendo intravedere ciò che il trucco nasconde.

Quante ne ho incontrate, nella mia non breve vita, persone che amavano accostare i propri pensieri ai miei, per trarne gioia e consolazione, o semplicemente per farsi passare la versione di latino: una finzione per ottenere uno scopo;
quante persone hanno saputo celare un inganno con astuzia e determinazione, spesso per invidia, a volte per una rivalsa contro una vita misera;
quante ancora hanno dato di sé un’immagine angelica, di quelle che “io ci metterei la mano sul fuoco”….se fosse vero, quante volte mi sarei bruciata!

“Io non so chi sei”…vi è mai capitato di dirlo o di pensarlo?
A me si, spesso.

A volte ho avuto la sensazione di assistere ad una recita scolastica, interpretata da bambini un po’ impacciati, di quelli che li smascheri subito. E allora mi sono anche divertita.
Ma altre volte ho assistito a delle splendide commedie, magistralmente interpretate da attori di professione, di quelli che “mamma mia, che bravura! Sembra tutto così reale!”
E in questi casi, quando cala il sipario, gli attori si spogliano, prendono l’applauso, e a volte non ti firmano nemmeno un autografo per ricordo.
Il pubblico può andare a casa.
La recita è finita.


Annapaola

Interessante Annapaola il tuo topic :wink:
A me personalmente accade continuamente di ricredermi rispetto delle mie aspettative...spiego: persona dalle quali non mi sarei aspettato nulla mi sorprendono nei gesti, mentre altre dalle quali mi sarei aspettata tanto rimangono immobili e disattente.
A fronte di ciò penso che dobbiamo metterci continuamente in discussione non lasciando proprio a tutti aperti la porta del nostro cuore.
Le parole..se ne dicono tante ma alla fine della fiera quelli che contano sono i fatti, i gesti.
Ne ho visti molto di teatrini montati, ben allestiti, specchietti per le allodole per richiamare solo una forte attenzione, ma calato il sipario ci si denuda dei prorpi travestimenti, questa io la chiamo solo ambiguità.

Cinzia

cindy75 ha scritto: Interessante Annapaola il tuo topic :wink:
A me personalmente accade continuamente di ricredermi rispetto alle mie aspettative...spiego: persona dalle quali non mi sarei aspettata nulla, mi sorprendono nei gesti, mentre altre dalle quali mi sarei aspettata tanto rimangono immobili e disattente.
A fronte di ciò penso che dobbiamo metterci continuamente in discussione non lasciando proprio a tutti aperta la porta del nostro cuore.
Le parole..se ne dicono tante ma alla fine della fiera quelli che contano sono i fatti, i gesti.
Ne ho visti molto di teatrini montati, ben allestiti, specchietti per le allodole per richiamare solo una forte attenzione, ma calato il sipario ci si denuda dei prorpi travestimenti, questa io la chiamo solo ambiguità.

Cinzia

Mi sono riquotata...non avendo la possibità di modificare il post da errori ortografici e grammaticali....

Bello ed interessante questo topic....e sento il tuo sentire,cara Anna,molto vicino al mio!
Peccato che sono giovane e già sono arrivata alle tue stesse conclusioni!
Le mie esperienze mi hanno già insegnato tanto e di attori bravissimi ne ho incontrati...ma per molti lo spettacolo è già concluso,gli applausi son finiti e resta la persona che si è mostrata nella vita quello che è realmente!
Purtroppo di spettacoli ne vedrò ancora parecchi...ma finiranno sempre!
E' bello, almeno rendersi conto che qualcosa di bello forse ancora c'è in questo mondo....
Perciò amo Pino,perchè dovunque l'abbia visto ed incontrato è sempre stata la persona che un po conosco!Sul palco di un concerto o sul palco della vita non ha usato maschere e si è rivelato quello che nella vita è!
E anche per questo amo pensare Pino e il suo mondo come un paragrafo di questo cielo che a volte,anzi troppo spesso ha nuvole nere,cariche di pioggia,pronte a riversare il loro contenuto sulla mia vita,senza nessuno scrupolo!
Vorrei che quello in cui crede Pino fosse uno stile di vita per tutti...ma mi rendo conto che molti riempiono la loro bocca solo di buone parole, infiltrandosi nella vita degli altri per riempire la loro miseria quotidiana e la loro misera quotidianità.....
Io non so chi sei......o quasi,come ben dice Annapaola perchè le false persone, come le bugie, hanno le gambe corte.....

Un abbraccio,M.

Io sono sempre più convinta che navighiamo tutti lo stesso mare e le reazioni sono conseguenti alle azioni... c'è chi riesce ad agire più furbamente o se vogliamo dirlo in modo più elegante, fa il diplomatico.... e riesce ad apparire agli occhi dei più, sempre "pulito" e ben visto; al contrario di coloro che non si pongono limiti nelle proprie affermazioni e mettono a nudo la propria anima, rischiando l'appellativo di aggressivo o psicolabile....
Le parole possono ferire ed anche tanto in alcuni momenti, sta all'intelligenza delle parti, andare oltre e capirne la transitorietà di un periodo, magari non proprio positivo su altri versanti, nella vita privata.
L'uso della parola è come una lama di bisturi: può operare per guarire....ma può anche uccidere.... bisogna solo capirne il fine ultimo e mettere da parte l'orgoglio e la dignità personale, per superare ed andare oltre il confine del proprio sentire, spesso invalicabile e restìo a comprendere le motivazioni altrui.
Ciò che a me sembra angelico all'altro può sembrare diabolico.... la verità è uno stato d'animo.... gioca molto il ruolo della simpatia, come passaporto per il libero accesso ed il libero dire, si accetta tutto dal simpatico, finanche il dire più azzardato e spinto viene recepito come piacevole e bello da condividere, a discapito dell'antipatico che deve misurare ogni sillaba per non turbare la suscettibilità di chi non apprezza... e ne devasta l'immagine in modo rovinoso.
Ma il tempo come al solito, sana le ferite e riesce a rendere nitide immagini offuscate da temporanee burrasche, al punto da apprezzarne l'essenza, nella consapevolezza di aver perso l'opportunità di un bene immenso, come la condivisione piena dei buoni sentimenti.

Lory

Beh sì, non basta una vita per conoscere una persona.
Infatti è meglio andarci sempre cauti prima di dare la nostra fiducia a qualcuno, è meglio cercare di capire bene chi abbiamo di fronte.
Solitamente non mi faccio incantare dalle belle parole, dai sorrisi (che a volte si vede lontano un miglio che sono falsi), non mi faccio incantare da chi vorrebbe farmi credere dopo mezz'ora di essermi amico.
Però a volte tra tanti sguardi anonimi, sfuggenti, ambigui o insignificanti, capita di incontrare uno sguardo che ti raggiunge l'anima e così, quasi istintivamente capisci di poterti fidare di quella persona.
Cinzia

I rapporti umani sono basati sul dialogo, sullo scambio di opinioni, sul confronto.

Poi ti accorgi che alle parole si sovrappongono episodi che lasciano tanta delusione ed incredulità.

In questo caso il primo pensiero che naviga nella mente è: ''Ma di cosa abbiamo parlato fino ad ora?''. ''Ma eri tu la persona con cui parlavo?''.

Parole, parole, parole e parole che non rispecchiano i fatti.
Espressioni ed intenzioni che non si coniugano con i comportamenti.

Sono d'accordo con Cinzia, ci vuole cautela che però non deve trasformarsi in paura o in eccesso di non fiducia nei riguardi degli altri, perchè altrimenti è la fine.

Fabio.

E’ molto triste accorgersi, ad un certo punto, che la persona che ci è accanto, quella che dovrebbe conoscerci meglio di ogni altra, in realtà non sa nulla di noi, che in tutto il tempo trascorso insieme non ha saputo, o voluto, guardare al di là dell’immagine che si era costruita di noi…

Forse è un errore comune proiettare le aspettative sull’altro, fino a credere che l’altro le condivida, o anche cercare nell’altro ciò che già alberga dentro di noi.

Forse è la profonda voglia di condividere la nostra ricchezza interiore, che spesso ci fa “vedere” negli altri ciò che vorremmo che ci fosse ma che in realtà non c’è.

A volte la “solitudine” fa paura e allora cerchiamo delle “affinità elettive” che ci facciano sentire parte di qualcosa…e questo non ci fa cogliere quei segnali importanti per capire chi davvero abbiamo di fronte e a cui magari, abbiamo già ingenuamente aperto la porta dell’anima.
Ma non è detto che chi abbiamo fatto entrare, nella nostra stanza più bella, si meriti davvero di rimanerci…!

Dopo delusioni dolorose verrebbe da dire “non apro più agli sconosciuti: guardo dalla finestra e se la faccia non mi piace non mi faccio proprio vedere…”!
Mi è stato detto che così facendo mi precludo tante possibilità: di conoscere belle persone, di crescere, di arricchirmi….sicuramente è vero…sarebbe preferibile lasciar la porta aperta quel tanto che basta, osservare , non lasciarsi coinvolgere dalla conversazione senza aver verificato la verità di tante belle parole….ma non è così facile quando ci ritroviamo in mezzo ad un sentimento…

:roll:

“Quasi io non so chi sei”…. a volte non abbiamo bisogno di rivolgere lo sguardo altrove per sentir nascere dentro questa strana sensazione di completo smarrimento.
A volte basta guardare semplicemente dentro se stessi per rendersi conto che nemmeno noi sappiamo realmente chi siamo.
Mi capita spesso ultimamente di osservarmi dall’esterno, come se proiettassi la mia figura fuori da me stessa e cercassi di riconoscervi la vera “io”, o quella che ho sempre creduto tale, o forse quello che gli altri si aspettano che io sia….
Bé, è dura affermarlo parlando della propria anima, della propria natura, della propria indole, ma spesso mi ritrovo ad ammettere quel “quasi io non so chi sei” …..
Forse non riusciamo a capire gli altri perché anche di noi stessi forse non abbiamo ancora appreso veramente di che pianta siamo, di che fiori e che frutti siamo capaci, quali siano le nostre vere attitudini.
Alla fine quella che abbiamo di noi e degli altri si limita sempre ad essere solo una percezione. E in quest’ambito è ovvio che le parole spesso non possano che confondere.
Io sono dell’opinione che molte volte, nella comunicazione con anime che i sensi giudicano a noi affini, sia sufficiente uno sguardo e lasciarsi guidare dall’istinto……forse davvero non importa sapere fino in fondo chi siamo e chi abbiamo di fronte ma basterebbe solo osservare in fondo alle iridi, spingersi da lì giù fino al cuore, e osservare i fiori e i frutti di ciascuno di noi per capire di ognuno il tipo di pianta a cui appartiene.
9 messaggi Pagina 1 di 1

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 49 ospiti