... ti cercai
e riconobbi in te
e nel cangiante muoverti,
l'appartenenza.
"Appartenere a", "essere di qualcuno": sono realtà della vita con cui prima o poi bisogna fare i conti. Benigni, in una delle sue performance su Dante (mi sembra sul V canto dell'Inferno), ha detto una cosa su cui io sono d'accordo: e cioè che uno non comincia davvero a vivere se non sperimenta almeno una volta la grandezza e insieme l'estrema vulnerabilità di chi, in un solo istante, consegna tutta la sua vita nelle mani di un'altra persona. Sono qui, tutto io, davanti a te: da un tuo SI o da un tuo NO dipende tutto il resto della mia esistenza. E' una posisione di estrema debolezza ma anche di amore profondo, di "appartenenza" appunto. Una volta sentii un teologo napoletano, Bruno Forte, dire che un proverbio della sua terra recita: "si può vivere senza sapere perchè ma non si può vivere senza sapere per chi". Penso voglia dire la stessa cosa della poesia di Mango e del discorso di Benigni: cioè, la mia vita acquista senso il giorno in cui io posso dire "Io sono di...". E dunque la domanda fondamentale non è "chi sono io?" ma "di chi sono io?", "a chi appartengo io?", che è lo stesso che dire: "per chi io sono significativo? chi trasalisce quando vede me?".
Buona vita a tutti.
d.Max
P.S. Vi abbraccio tutti e vi ricordo con affetto infinito, soprattutto i molti compagni e compagne di concerto!.
e riconobbi in te
e nel cangiante muoverti,
l'appartenenza.
"Appartenere a", "essere di qualcuno": sono realtà della vita con cui prima o poi bisogna fare i conti. Benigni, in una delle sue performance su Dante (mi sembra sul V canto dell'Inferno), ha detto una cosa su cui io sono d'accordo: e cioè che uno non comincia davvero a vivere se non sperimenta almeno una volta la grandezza e insieme l'estrema vulnerabilità di chi, in un solo istante, consegna tutta la sua vita nelle mani di un'altra persona. Sono qui, tutto io, davanti a te: da un tuo SI o da un tuo NO dipende tutto il resto della mia esistenza. E' una posisione di estrema debolezza ma anche di amore profondo, di "appartenenza" appunto. Una volta sentii un teologo napoletano, Bruno Forte, dire che un proverbio della sua terra recita: "si può vivere senza sapere perchè ma non si può vivere senza sapere per chi". Penso voglia dire la stessa cosa della poesia di Mango e del discorso di Benigni: cioè, la mia vita acquista senso il giorno in cui io posso dire "Io sono di...". E dunque la domanda fondamentale non è "chi sono io?" ma "di chi sono io?", "a chi appartengo io?", che è lo stesso che dire: "per chi io sono significativo? chi trasalisce quando vede me?".
Buona vita a tutti.
d.Max
P.S. Vi abbraccio tutti e vi ricordo con affetto infinito, soprattutto i molti compagni e compagne di concerto!.