Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
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... ti cercai
e riconobbi in te
e nel cangiante muoverti,
l'appartenenza.

"Appartenere a", "essere di qualcuno": sono realtà della vita con cui prima o poi bisogna fare i conti. Benigni, in una delle sue performance su Dante (mi sembra sul V canto dell'Inferno), ha detto una cosa su cui io sono d'accordo: e cioè che uno non comincia davvero a vivere se non sperimenta almeno una volta la grandezza e insieme l'estrema vulnerabilità di chi, in un solo istante, consegna tutta la sua vita nelle mani di un'altra persona. Sono qui, tutto io, davanti a te: da un tuo SI o da un tuo NO dipende tutto il resto della mia esistenza. E' una posisione di estrema debolezza ma anche di amore profondo, di "appartenenza" appunto. Una volta sentii un teologo napoletano, Bruno Forte, dire che un proverbio della sua terra recita: "si può vivere senza sapere perchè ma non si può vivere senza sapere per chi". Penso voglia dire la stessa cosa della poesia di Mango e del discorso di Benigni: cioè, la mia vita acquista senso il giorno in cui io posso dire "Io sono di...". E dunque la domanda fondamentale non è "chi sono io?" ma "di chi sono io?", "a chi appartengo io?", che è lo stesso che dire: "per chi io sono significativo? chi trasalisce quando vede me?".

Buona vita a tutti.

d.Max

P.S. Vi abbraccio tutti e vi ricordo con affetto infinito, soprattutto i molti compagni e compagne di concerto!.

riconoscersi in qualcosa perchè in quel cangiante muoversi dell'altro trovo scintille del mio io nascosto è a volte spiazzante e appagante,quasi stupore,è come " l'acqua che si rassegna al suo pendio" non puoi "lottare" in qualcosa che è forza a se e viene come cosa più naturale di questo mondo........
però "consegnarsi all'altro" così ....oltre a vulnerabile è anche sciocco,
e se l'altro non ne ha cura? che tormento sarebbe?!
In questi giorni stò cercando di approfondire la filosofia buddista e stò scoprendo cose meravigliose.....
ecco l'acqua che si rasegna al suo pendio...senza sforzarsi lasciare scivolare le cose come vogliono andare e in un cangiante semplicemente lasciarsi attrare per trovare l'appartenenza...camminare di fianco senza sovrapporsi troppo.....forse questa è,semplicemente,la cosa migliore.

antonella

Anche noi ti ricordiamo con affetto,amico mio!!
Una bella riflessione la tua...

Non mi è mai capitato di consegnare tutta la mia vita nelle mani di un'altra perona, sinceramente e, per il carattere che ho, penso non succederà mai.
Come, allo stesso tempo, non vorrei questa responsabilità di qualcuno che consegna tutta la sua vita nelle mie mani, mi sentirei quasi schiacciare da un simile peso. Giusto con mio figlio è successo quando era piccolo, ma lì penso sia una cosa naturale.
Eppure, se mi pongo la domanda "per chi vivo?" ecco che mi viene in mente una serie di persone che sono tutti i miei famigliari suoceri compresi che si appoggiano su di me, per i quali sono indispennsabile. Io cerco di fare bene il mio dovere di moglie, di madre, di figlia, di sorella, di nuora... un dovere che in fondo è un piacere perché amo molto tutta la mia famiglia, ma se proprio devo rispondere alla domanda "per chi vivo?" mi viene da rispondere che vivo principamente per me stessa, vivo per i miei interessi, vivo per le mie passioni, vivo per tutto ciò che mi entusiasma, vivo per cercare e trovare sempre nuovi stupori, vivo.... per la vita!
Forse questa cosa denota un grande egoismo, però devo ammettere che è così.
Buona vita anche a te d.Max. :wink:
Ciao. Cinzia

Consegnarsi nelle mani di qualcuno è solo un fatto che può reggersi in piedi solo con la forza dell'enfasi...
La realtà,a mio avviso, è totalmente diversa...
L'uomo è spesso avventore di forme di sicurezza,di protezione che alla fine poi si dimostrano solo belle parole e propositi vacui....
E' solo un utopia abbandonarsi all'altro sperando che ti tenga per sempre sotto le proprie ali al riparo dal mondo intero,da ogni forma di "pericolo",da qualsiasi cosa accada....non a qualsiasi condizione,non senza chiedere nulla in contraccambio...
Ho imparato a mie spese che la cosa migliore è contare solo su se stessi, su quel poco che spesso riusciamo a fare da soli...il "si" e il "no" è da dire a noi in prima persona in base alle nostre capacità,al nostro fiuto,alle nostre forze...mai nessuno potrà avere cura di noi quanto noi stessi....

L'amore,per quanto forte sia,per quanto ci faccia sognare,volare, a volte si dimostra solo un freddo calcolo e scambio di interessi....
Per fortuna non è sempre così....e auguro a chiunque ha il coraggio di dipendere in tutto dall'altro di non ricevere mai delusioni....

Per ora,mi godo,invece,il consegnarsi totale dei miei figli nelle mie mani ....è una condizione temporanea che però mi fa sentire importante....e me la godo finchè posso....sperando di non deludere mai....

L'amore non può essere un rapporto di possesso.....e nemmeno di consegna di sè stessi.
In amore, non ci si può e non ci si deve, assoggettare all'altro-a, nell' annullamento totale della propria personalità.
Può coesistere: la condivisione, la complicità, la gioia di vivere in due la vita,
ma sempre, nella piena libertà della propria coscienza.
Affidarsi all'altro, equivale al disconoscimento delle proprie facoltà intellettive....
Nella vita, ognuno di noi, attraversa periodi in cui perde il filo e cerca l'appoggio nell'altro,
sovente capita di lanciare S.O.S. per riprendere il volo, chiedere un salvagente a cui appigliarsi, per non perdersi nelle profondità.
E' una debolezza che prima o poi si verifica nella vita, ma deve necessariamente rimanere un atteggiamento episodico,
per non rischiare di divenire la palla al piede, di chi si vede costretto a caricarsi di rsponsabilità sovrumane.
La libertà di decidere della propria vita, è sinonimo di raggiunta maturità ed equilibrio personale e di coppia.

Lory

così scrive d.Max
uno non comincia davvero a vivere se non sperimenta almeno una volta la grandezza e insieme l'estrema vulnerabilità di chi, in un solo istante, consegna tutta la sua vita nelle mani di un'altra persona. Sono qui, tutto io, davanti a te: da un tuo SI o da un tuo NO dipende tutto il resto della mia esistenza. E' una posisione di estrema debolezza ma anche di amore profondo, di "appartenenza"

:idea: :idea: :idea: :idea: :idea: :idea:


ke gioia immensa sapere di appartenere totalmente a ki x fede
o x amore sai ke è e sarà sempre con te e x te sempre.....
questo è un mistero incomprensibile a l'uomo.....
ma una realtà vissuta o da vivere...
tanta sfiducia ci può essere nell'uomo quando non conosce l'amore e in
particolare quello gratuito.....

spesso tutto ciò si comprende nella prova ke ti offre la vita...
quando tutto sembra crollarti addosso....
nella oscurità totale....

è kiaro ke ki dà questo amore desidera di essere amato in toto...
e di questa mia affermazione kiedo conforto a d.Max...grazie

con affetto Diego

La sensazione di appartenenza di cui leggiamo in questa o in altre poesie di Mango può essere vista però anche in un contesto più ampio, non solo quindi appartenenza ad una persona, ma ad una fede religiosa, ad un credo politico, ad un movimento artistico o ad infinite altre cose....anche ad una squadra di calcio!
Per queste convinzioni molti sono disposti pure a dare la vita, pensiamo ai monaci tibetani o ai martiri, ai missionari o ai rivoluzionari. Dare la vita per un credo ci dimostra quanto può essere forte a volte il senso di appartenenza.
Nel caso della poesia in questione non possiamo sapere con certezza il vero significato perché non mi sembra che l'autore ce ne abbia mai parlato, però ricollegandoci alle sue considerazioni sulla poesia, si può pensare anche che Pino parlasse del mondo della poesia a lui così caro: "La poesia è il più antico senso d'appartenenza" dice, quasi a concusione dei suoi bellisimi pensieri (che ormai ho quasi imparato a memoria :? ).
Cinzia

Condivido a pieno il tuo pensiero, Cinzia.
Anche secondo me qui il senso di appartenenza si eleva a un livello superiore a quello del rapporto umano.
E' un colloquio con qualcosa che sta e va oltre..... un credo, una fede in cui ci si riconosce, a cui si sente di appartenere e in cui ci si abbandona come se ci si sentisse "a casa".

Grazie Cinzia di questo ampliamento di senso che hai dato al topic. Effettivamente ci può stare il fatto di vivere una appartenenza a qualcosa di ulteriore, al di là della sfera umana e capace di dare alla nostra esistenza valore e significato.
Certo, ci sono quei riferimenti alla seconda persona singolare ("ti cercai"; "riconobbi in te") che farebbero pensare a una persona: ma quante volte i poeti si rivolgono alla Poesia come se fosse un "TU"!

d.Max

Appartenere a qualcuno, sia esso una persona cara o un ‘entità superiore, penso sia la cosa più bella che si possa provare.
Appartenere è donarsi completamente senza perdere di vista la propria identità, è concedersi a qualcuno verso cui si prova un forte sentimento, mi viene in mente l’Amore. Appartenere è una forma di ringraziamento, è un dono di gratitudine verso un lui, una lei , verso Dio.
Io “appartengo” non vuol dire solo “sono di” perché ognuno di noi è di se stesso ma ci sono momenti nella vita in cui è necessario rifugiarsi sotto le ali di qualcuno di cui si ha una grande fiducia, in cui si crede fermamente. Molte volte il senso di protezione che cerco è utile per stabilire un equilibrio con me stessa…

Amedea

L'appartenenza non è la consegna di sè stessi, nelle mani di un altro.....
Sarebbe un suicidio dell'anima.....
L'appartenenza, è confarsi nell'altra metà del cielo, sentirsi parte integrante della sua vita,
respirare la sua aria, amarlo, sostenerlo, rispettarlo, esserne complice, nella gioia e nel dolore...
Nella dualità dei corpi, nella distinta personalità, nella libertà più assoluta,
nello stato di grazia più sincero, sentirsi appartenenti e godere dell'unione,
per trovarsi e congiungersi in un solo spirito....


Lory

:) Appartenenza è un generoso donarsi,
un affidarsi ciecamente,
un voler camminare insieme per raggiungere la stessa meta.
Appartenenza è un tronco d’albero
tagliato a metà
l’una complementare all’altra.
Appartenenza è un prova d’orgoglio,
che dà gioia e felicità.
E’ bello “appartenere” a qualcuno
o a qualcosa…

Michele.

L'appartenenza è un sentimento che nessun altro potrà condividere in egual misura verso la persona cui si proietta...
è un legame che supera la barriera dei tempi perchè è oltre...infinito..
è un sovrapporre la propria anima su un'altra per rimanerci al tepore leggiadra...
è un groviglio di ricordi rinnovati che si tende lungo il filo di una vita....
è un donarsi completamente all'altro nel bene e nel male....
è uno spalancare il cuore e sentire l'altro afferrarlo fortemente fino a possederlo..
è passione incandescente...tra sussulti della pelle.... tra lenzuola profumate...
è un sentimento prepotente che gode sempre di diritti di prelazione...
è autentico e indissolubile e per sempre scalfito nel corpo e nello spirito....

Cindy
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