Uno può vivere una buona parte della vita credendo di sapere cosa sia l’amore e credendo di poterne parlare. Poi può capitare di incontrare una vera fata che ti fa rendere conto che quello che pensavi è in confronto al vero amore un “nulla”: e allora “non esiste” più nulla e “non esiste neanche l’amore”. Intervengono nuove parole a creare “dettagli d’amore”, nuovi sguardi che
Son dettagli d’affetto che architettano amore
frantumandomi il petto.
E uno si accorge anche che le proprie parole sono ormai stereotipi che non riescono più a dire l’esistenza, la neve, l’alito del mondo, le stagioni e i cambi d’umore… perché di un nuovo “paragrafo di cielo” c’è bisogno e lasciarsi conoscere da questo nuovo cielo, lasciarsi scrutare da uno sguardo nuovo che ti scrive da dentro, che “si ritrova a pensarti quasi come se parlassi di te”, che ti disegna come confine o come spazio sempre nuovo. Quando questo amore ti inonda, ti sorprende e, quasi, ti smarrisce, poiché ti comunica sempre che “ti amo più di me”, ti fa chiedere: ma io prima di tutto questo cosa ero? Cosa ero prima che qualcuno, questo paragrafo di cielo, si accorgesse della unicità del mio volo?
Di fronte a tutto ciò, davvero non esiste
il tuo chiedermi “scusa se t’amo”
e non esiste “intrattienimi l’anima”.
Si può solo dire: “tu sei già storia nella mia storia”, di quella storia in cui tu mi dici
dell’acqua torbida che mi dai
farò un miracolo di onestà
e io ti rispondo
di un’eterna malinconia
farò una bella di notte che
si risveglia principessa.
E proporre alla propria fata-principessa una sorta di tregua poiché “con te ho già perso battaglia e guerra” ma “qui” è “il senso della vita che cresce forte come un mantello in cui, riavvolgo, in me, questo e quello”. E pregare che i salici in fiore ridano ancora dondolando questo amore. E una dedica finale:
Volevo dirti adesso
che il sogno mio di adesso è per te
La vita è sempre
quel darsi all’anima intensamente
tu bella sempre.
Buona vita alla mia fata, il confine nuovo delle mie poesie che mi conferma sempre che "è bellissimo da dentro quello che sei". Che possa lasciarti una bella stagione !
d.Max
Son dettagli d’affetto che architettano amore
frantumandomi il petto.
E uno si accorge anche che le proprie parole sono ormai stereotipi che non riescono più a dire l’esistenza, la neve, l’alito del mondo, le stagioni e i cambi d’umore… perché di un nuovo “paragrafo di cielo” c’è bisogno e lasciarsi conoscere da questo nuovo cielo, lasciarsi scrutare da uno sguardo nuovo che ti scrive da dentro, che “si ritrova a pensarti quasi come se parlassi di te”, che ti disegna come confine o come spazio sempre nuovo. Quando questo amore ti inonda, ti sorprende e, quasi, ti smarrisce, poiché ti comunica sempre che “ti amo più di me”, ti fa chiedere: ma io prima di tutto questo cosa ero? Cosa ero prima che qualcuno, questo paragrafo di cielo, si accorgesse della unicità del mio volo?
Di fronte a tutto ciò, davvero non esiste
il tuo chiedermi “scusa se t’amo”
e non esiste “intrattienimi l’anima”.
Si può solo dire: “tu sei già storia nella mia storia”, di quella storia in cui tu mi dici
dell’acqua torbida che mi dai
farò un miracolo di onestà
e io ti rispondo
di un’eterna malinconia
farò una bella di notte che
si risveglia principessa.
E proporre alla propria fata-principessa una sorta di tregua poiché “con te ho già perso battaglia e guerra” ma “qui” è “il senso della vita che cresce forte come un mantello in cui, riavvolgo, in me, questo e quello”. E pregare che i salici in fiore ridano ancora dondolando questo amore. E una dedica finale:
Volevo dirti adesso
che il sogno mio di adesso è per te
La vita è sempre
quel darsi all’anima intensamente
tu bella sempre.
Buona vita alla mia fata, il confine nuovo delle mie poesie che mi conferma sempre che "è bellissimo da dentro quello che sei". Che possa lasciarti una bella stagione !
d.Max