Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
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Sto riflettendo in questo periodo su una doppia fedeltà da vivere che viene espressa bene da queste parole di Dentro me ti scrivo: "confine o spazio sempre nuovo?".

Da una parte c’è la fedeltà alle cose della concretezza quotidiana, alle proprie scelte, ai propri affetti. Sono i confini della propria storia e della propria biografia. Il rischio è però a volte quello di limitarsi a questi confini, identificandosi con i propri ruoli e i propri impegni e perdendo la memoria della propria dimensione più profonda.

Allora, c’è bisogno di essere fedeli anche a quella dimensione che va oltre la propria personalità, in cui siamo e esistiamo ma che non è il risultato delle nostre scelte, non è fatta da noi ma semmai noi siamo fatti da lei. Solo così ci possiamo rendere conto che la vita è qualcosa di immenso, a cui apparteniamo, di cui partecipiamo una scintilla, di cui abbiamo responsabilità per quanto riguarda la nostra essenza individuale, essenza che non coincide, appunto, con i confini dell’Io.
E’ quella dimensione “altra” che forse può essere definita bene come il vero “albero delle fate”, quell’albero profondamente radicato in noi, di cui noi custodiamo la struggente nostalgia e pure l’ardente speranza. Davvero allora il senso della vita cresce forte come un mantello

in cui riavvolgo, in me, questo e quello.

Il senso della vita è cioè tenere insieme sia il senso del confine, di ciò che sono per me e per gli altri, sia il senso di una soglia da varcare oltre la quale c’è un’altra luce. Penso anche che questo sia “quel darsi all’anima intensamente”, quel darsi appunto al mondo interiore che custodisce il senso della vita e del destino. Ciò che permette di varcare la soglia, di andare oltre i confini dell’Io è l’esperienza e il trasalimento della bellezza (“tu bella sempre”), incanto che produce una breccia nelle nostre difese egoiche, causa una profonda scossa emozionale e risale come canto.

Il compito di una vita può essere allora quello di trasformare la propria coscienza in un ponte che poggia da una parte sulla sponda delle proprie fedeltà quotidiane, dei confini che ci appartengono, e dall’altra sulla sponda dell’anima e della fedeltà alle sue memorie, alle sue immagini, alle sue emozioni, per farne poesia e musica.

Buona vita a tutti.

d.Max

Penso che in ognuno di noi, abiti un "noi" diverso da quello che mostriamo agli altri, di cui avvertiamo l'esistenza, ma forse non ne conosciamo la grandezza. I ruoli che la vita ci impone, per scelta o per necessità, costituendo i confini di noi stessi e quindi la nostra storia, non sempre sono espressione pura di quel grande mondo interiore che ci portiamo come bagaglio dell'anima, di un "io" che molto spesso ci urla dentro e che cerchiamo di far tacere. Un mondo che nascondiamo agli altri e forse anche a noi stessi e che se solo avessimo il coraggio di riconoscere ed esternare, troveremmo, forse, quella che molti chiamano felicità. Ma la vita, le convenzioni della società ed i ruoli precostituiti, nascondono come corazze sovrapposte tutta questa meraviglia. E' la parte piu' vera di noi, quella che non è il risultato delle nostre scelte, non è fatta da noi, ma semmai noi siamo fatti da lei. Perchè le scelte sono pensate, ponderate, valutate, sono frutto della ragione razionale........quel nostro "io" invece, è puro istinto naturale. Il nostro eden, il nostro albero delle fate, il nostro libero pensiero e libero essere......una dimensione sublime in cui siamo soltanto anima e la lasciamo parlare, le diamo ascolto, ne assaporiamo i profumi, le emozioni. Una soglia da varcare oltre il quale rinascere ogni volta.

Siamo abituati a concepire ogni cosa della nostra vita con un inizio e una fine.
Tutto è suddiviso in periodi, in stagioni, come se il tempo non fosse altro che un insiem,e di contenitori, in cui disporre, con ordine, eventi e situazioni, sentimenti e stati d’animo, volti, incontri e ruoli.
Quindi tutto ha una dimensione, un limite, tutto sembra tangibile e quindi anche controllabile.
Certo, i confini esistono e anche parecchi.
Ma tutto forse dipende dalla visione che ne abbiamo.
Un confine è anche e soprattutto un punto di contatto, un punto d’incontro, un punto di partenza verso un altro orizzonte, verso il nuovo sconosciuto.
I confini tutti li possono vedere, non è altrettanto scontato saperne cogliere, all’interno la potenzialità di infiniti orizzonti.
Il nostro primo confine è proprio il corpo. Ma noi siamo molto altro che la nostra fisicità.
Il viaggio nella nostra interiorità può essere quello più lungo, più difficile, ma anche più bello.
E a volte noi stessi non conosciamo bene quei luoghi, quegli equilibri sottili tra spirito e natura, tra ragione e sentimento, tra razionalità e passione, tra sogno e realtà, tra doveri e voleri, tra controllo e istinto, finché non ce ne troviamo “in bilico”.
“Darsi all’anima intensamente” credo che sia proprio questo , sì : accorgersi della bellezza della vita anche in mezzo alle difficoltà e ai dolori, perché è “da dentro” che vanno vissuti, rispondendo a tutte quelle domande, che proprio da lì, vengono a galla.

Nella vita voglio punti di partenza, ma siccome non è una gara, non voglio punti d’arrivo…solo nuovi itinerari…

E' stupenda la metafora dell'albero delle fate : con le sue radici poderose ben ancorate nel terreno, il fusto robusto che sostiene i rami che si stagliano a toccare il cielo, ma che si abbassano anche fino a terra, allargate quasi come un abbraccio, o come un mantello, che nasconde e protegge tutte quelle fate che nessuno può vedere veramente, ma che ci mettono in contatto con la parte più pura di noi, la parte bambina, quella che adorava le favole...un altro confine: quello tra il nostro oggi, cinico e disincantato di adulti e il nostro ieri di bambini pieni di sogni e con gli occhi incantati....


:roll:

Bellissimi i vostri interventi soprattutto su di un tema che mai come ora mi è più caro.
Anch'io mi sento barcamenata tra diversi confini: il confine può essere un "arrivo" che ti viene posto dalla vita o dagli eventi o da tutte quelle convenzioni che fanno ormai parte del nostro vivere quotidiano e che ti dicono quali sono gli obiettivi da perseguire, ma che al solo pensiero del loro raggiungimento non vedi spazi nuovi ma uno sbarramento per la tua personalità più vera.
Lo spazio nuovo è invece quello interiore, del proprio essere, che non accetta confini né limiti di sorta ma che trova solo nel rispetto per gli altri, per la natura, per il mondo, e quindi per se stesso, la sola "regola" a cui sottoporsi.
Si riuscirà mai a trovare il vero equilibrio tra le due sfere?
O come dice d.Max si arriverà sempre a lasciare nel profondo, quasi inespressa la nostra indole e a rivestire il ruolo che ci siamo costruiti intorno ad essa?
Ho sempre odiato gli epiteti: "é una brava ragazza", "è una buona moglie", "è un ingegnere in gamba", "è un avvocato di talento".... ognuno di noi è molto, molto di più..... spesso nascondiamo i nostri veri talenti trasformandoli in hobby sconosciuti ai più..... o soffochiamo il nostro spirito ancora fanciullo per paura di essere derisi o considerati infantili... meglio ci conoscano semplicemente come "la classica brava ragazza"... ma sarà poi vero?
E da qui ci si potrebbe collegare a quel "(non) smetto di essere ciò che pensavo"

Ho provato a riflettere..
per me ( chiaramente la cosa è soggettiva) l'argomento di cui stiamo parlando è più naturale di quanto si pensi.
Provo a spiegarmi: la vita è fatta anche di doveri, di ambizioni a cui noi siamo tenuti a rispondere..
la vita è fatta anche di convenzioni, di rapporti sociali, formali, a cui molte volte sarebbe più facile sottrarci...
La nostra dimensone è un'altra, quella interiore, che forse solo noi e non sempre conosciamo.
Quando svolgiano i nostri doveri siamo dei semplici attori, che recitano con dovere la vita, quando gli obblighi cessano... entriamo nella nostra
'vera vita' ed è quello il bello....
E questo entrare e escire dal nostro 'vero io' per lo meno per quello che mi riguarda, è diventato molto automatico, che nessuno se ne accorge, ad
eccezione della persona che mi ama profondamente...
e quando si accorge che sono oltre il confine... mi lascia tranquillamente sotto l'albero delle fate... ed io faccio altrettanto....
Non so se sono riuscita a spiegarmi, devo dire che l'argomento è accattivante ma anche complesso..

Patti
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