Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
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Bisogna vivere la gioia nel quotidiano. Fare di tutto. Dovrebbe essere una nostra precisa missione.
Giornalmente. Caparbiamente.
E vivere, dunque, la gioia nel quotidiano significa “viverla” nel presente.
Qui ed ora. Oggi.
Senza rimpianti per il passato
e senza illusioni per il futuro.
Bisognerebbe, a mio parere, vivere il presente, l’attimo che c’è
e trovare nelle piccole cose il conforto che ci occorre per essere quelle persone meravigliose e straordinarie, uniche e irripetibili che siamo.
Tutti.

Dovremmo imparare ad “essere”, cercare di “essere”.
Non di desiderare le “cose”.
E vivere la gioia è capire che quanto accade,
accade per il nostro Bene e che “tutto” avviene per il nostro meglio.
Vivere la gioia è pensare grande,
al di là dei piccoli-grandi pensieri quotidiani,
al di là dei desideri effimeri,
al di là delle necessità superflue.

Vivere la gioia è “vedere” il bello,
uscire da un dolore a testa alta,
vincere la debolezza che ci ha sfiniti…
E’ “vedere” con gli occhi del cuore e dell’anima
accontentarsi di quello che si è e si ha…

Vivere la gioia per condividerla.
Siamo nati per gioire.
E’ questo il mio messaggio di ottimismo!

Michele

condivido,fermamente convinta delle tue parole........ :P

per altre "riflessioni" a poi...................

michele è bellissimo quello che hai scritto..sei un angelo trovi sempre le parole giuste al momento giusto

Caro Michele, su questo argomento avrei talmente tante cose da dire che non so da dove cominciare.
Non lo so se siamo nati per gioire... la vita ci mette di fronte a tante situazioni anche spiacevoli, dolorose, angoscianti... tuttavia sono del parere che bisogna impegnarsi al massimo per riuscire ad essere felici.
Penso che non dobbiamo aspettare che la felicità ci cada tra le braccia, ma piuttosto dobbiamo andarle incontro, dobbiamo rincorrerla se sembra scappare, dobbiamo cercarla se non la vediamo.
Per me la felicità non va d'accordo col verbo "accontentarsi", è invece quel "di più" che bisogna conquistare.
Assolutamente la gioia per me non sta nei desideri effimeri o nelle cose materiali superflue, piuttosto la trovo in particolari "situazioni", nelle belle emozioni, nelle passioni, negli amori, nell'entusiasmo con cui cerco di affrontare ogni cosa che mi piace.
Per riuscire ad essere felici però prima bisogna conquistare la serenità d'animo. Se una persona non è serena non può nemmeno essere felice e queste (felicità e serenità) sono due cose da non confondere, sono due stati d'animo diversi, anche se molte persone li confondono e credono che siano la stessa cosa.
Però, se non sono sicura che siamo nati per gioire, sono sicura invece che siamo nati per amare. :wink:
Cinzia

Non sempre si gioisce.....
Non sempre si ama.....
Siamo nati per gioire e distruggerci.
Ci sarebbe da scrivere infinite pagine!

Cara CINZIA :P ,

sovente mi trovo d’accordo con le tue riflessioni. E anche in quest’occasione, al di là delle apparenti differenze, ci troviamo sulla stessa lunghezza d’onda.
“Siamo nati per gioire”, per me, significa guardare il classico bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto.
Non a caso al termine della mia breve esposizione ho scritto che il mio è un messaggio di ottimismo.
Cioè vedere di più la gioia anziché la tristezza,
l’ottimismo anziché il pessimismo,
il sorriso anziché il pianto…
Anche se sono importanti e preziosi pure la tristezza, il pessimismo e il pianto…
Servono per farci crescere, ci plasmano.
La mia riflessione sulla Gioia è nata allorquando una persona, di recente, mi ha detto che “siamo nati per gioire, ma per capirlo dobbiamo prima soffrire”.
Ho tradotto il mio pensiero con queste vaghe pennellate per un confronto pubblico sul nostro Forum.
Gioia è uno stato d’animo di intensa allegria, di contentezza. Ed è sinonimo di gaiezza e letizia.
Componenti che dovrebbero essere presenti, quotidianamente, nella nostra indole…
Serenità è tranquillità, calma… Hai ragione, si potrebbe scrivere a lungo e non scomodiamo i molti filosofi che se ne sono occupati!
Felicità è secondo il mio dizionario “lo stato di chi è felice”. Ed è sinonimo di contentezza, di letizia.
Ma anche chi è pienamente appagato nei suoi desideri. Che certamente apporta “gioia”.
Ecco, se posso classificare la gioia sarebbe un gradino sotto.
La Felicità, più rara, meriterebbe la palma d’oro.
Dulcis in fundo, molto bello il tuo finale che è anche il mio:
“Però, se non sono sicura che siamo nati per gioire, sono sicura invece che siamo nati per amare”.
Totalmente d’accordo.

Un abbraccio,

Michele

Caro Michele, mi è venuto adesso un altro pensiero. Forse per essere felici bisogna essere egoisti e amare solo se stessi...
Più sono le persone a cui ci si affeziona e più ci si fa carico anche dei loro problemi, è così che non puoi essere felice del tutto se sai che un tuo amico non è sereno, non puoi essere felice se sai che una persona cara ha dei problemi, non puoi essere felice se una persona a cui vuoi bene sta male e sai che soffre e tu non puoi fare niente per aiutarla...
Sì, gli puoi dare affetto, ma non basta.
Mi dispiace, Michele caro, ma più ci penso e meno sono convinta che siamo nati per gioire, o meglio, diciamo che nella vita ci sono periodi felici dove tutto sembra andare per il meglio (e allora vedi il bicchiere mezzo pieno) e periodi negativi dove va tutto storto...
Comunque l'importante è non perdere mai la speranza e la fede, altrimenti è la fine! Pian piano poi tutto passa... :wink:
Cinzia

Leggere le vostre riflessioni è sempre per me fonte di 'gioia'.
E a proposito di 'siamo nati per vivere' io proporrei che prima di tutto occorre gioire di essere nati.
Il nostro compito, secondo me, è vivere la vita attimo dopo attimo, cogliendo e assaporando quello che ci offre e ci destina.
E quello che incontriamo durante il nostro percorso è fatto di tante sfumature:
è ' gioia incantata' degli occhi di noi ancora bambini pronti a ricevere tutto senza alcun tipo di filtro..
'è 'consapevolezza' di quando diventiamo adulti con tutte le responsabilità che comporta
è' sofferenza' nelle sue diverse forme che magari ci trova impotenti
è' felicità' dopo grandi prove che ci trovano stremati, ma fieri di averle superate
e' serenità' in fondo al cuore di chi sa vivere la vita con armonia
e' 'dolcezza' è ' amore'.........
Credo che la nostra anima sia più intelligente di quanto pensiamo, è sempre pronta ad accogliere ogni evento che si propone, a modellarlo nel modo più naturale...
Ben vengano anche le lacrime, purchè alla fine abbia la meglio quel sorriso che ci fa tanto bene!!!!

Patti

Scusate....
nella fretta di scrivere, mi sono accorta che nella prima fase,
quando scrivo 'siamo nati per vivere', volevo scrivere 'siamo nati per gioire'.....

Patti

Sono felice quando vedo che anche gli altri lo sono.
Sono meno felice quando vedo gli altri invece che non lo sono.
Per me felicità non è egoismo, è condivisione.
E poiché la vita è un dono la meritiamo offrendola.
Anche se non sempre possiamo o vogliamo donarla.
L’importante è, comunque, provarci.

Un abbraccio,

Michele
:P

Michele ha scritto: Sono felice quando vedo che anche gli altri lo sono.
Sono meno felice quando vedo gli altri invece che non lo sono.
Per me felicità non è egoismo, è condivisione.
E poiché la vita è un dono la meritiamo offrendola.
Anche se non sempre possiamo o vogliamo donarla.
L’importante è, comunque, provarci.

Un abbraccio,

Michele
:P



Michele io aggiungo:

Anche se non sempre...
capiamo che qualcuno ce la sta donando
anzi pensiamo il contrario...

un bacione
Anna Maria

Se vivi, vivo anch'io
se muori, muoio anch'io
se ami, amo anch'io.

La gioia è già più "sopportabile" della felicità, una dimensione in cui ci ritroviamo spesso nelle piccole cose, nel quotidiano dormiveglia della coscienza.
La gioia non fa paura: ci si può convivere con serenità e disponibilità, la si può raccontare e condividere, le si può dare un nome e una misura.

L'uomo è strano, sempre denso di contraddizioni irrisolvibili: siamo in grado di portare addosso un dolore anche per una vita intera, mentre non tolleriamo lo stato della felicità se non per brevissimi istanti.
E solo nel ricordo o nelle aspettative.
Forse perchè in fondo siamo tutti un pò masochisti, o forse perchè la felicità è una responsabilità troppo grande, o forse perchè nel momento in cui ne abbiamo la percezione abbiamo così tanta paura di perderla che la sciupiamo nell'affanno di conservarla.

La gioia è più quieta, meno impegnativa, più gestibile dalla nostra fragilità.
Anche perchè se pensiamo di poterla perdere, siamo sicuri che domani ci capiteranno altre mille occasioni per assaporarla, altri mille giorni per sentirla, altri mille sorrisi che ce la doneranno.
La gioia però non è la sorella minore della felicità, nè il suo surrogato: la diversità sta nella molteplicità dell'una rispetto all'unicità dell'altra.

Siamo nati senz'altro per gioire.
Ma ce la mettiamo proprio tutta per non farlo.

Annapaola

Qualche sera fa, ho rivisto (e lo rivedrei per altre migliaia di volte), il bellissimo film,
divinamente interpretato da Sophia Loren e Marcello Mastroianni, “Filomena Marturano“.
Mi è rimasta in mente una frase detta da Filomena:
“ Io non piango mai, perché si piange, quando hai conosciuto il bene e l’hai perso ed io non l’ho mai conosciuto”
Non ricordo le parole precise, ma il senso è questo.

A volte mi chiedo se, l’esistenza stessa, può essere considerata una gioia, anche quando non riusciamo a raggiungere determinati obiettivi.
Basta solo vivere, respirare e sentire i battiti del cuore e della natura, per essere felici?

Siamo alla continua ricerca di nuove emozioni, di nuove idee, di nuove affermazioni e guai se non fosse così,
saremmo paragonabili al restante mondo animale ….

Accontentarsi del positivo che abbiamo, è indubbiamente una delle migliori opzioni, per godere in serenità la vita, senza però mai perdere di vista, le nuove opportunità, che si presentano strada facendo.
Vedere il bicchiere mezzo pieno, aiuta tantissimo, a guadagnare l’ottimismo e l’autostima, ma è bene soffermarsi anche sulle cause del mezzo vuoto, responsabile della mancata pienezza.

E’ vero anche che, l’egoismo umano, non ha limiti ….
In linea di massima, le nostre esistenze, sono realtà ben più leggere e vivibili di tante altre.
Rispetto ai paesi, oppressi e falciati dalla mannaia della fame e della guerra più violenta, in quest’ottica, possiamo dire di sfiorare il paradiso.
Solo per questa fortuna, dovremmo ringraziare il fato e prendere tutto il buono a portata di mano e farne tesoro.

Lory

Siamo nati per gioire, che bel topic! :wink:

Nella mia esperienza di vita ho imparato ad assaporare ogni beltà del quotidiano. Come?! Secondo me la gioia è uno stato d'animo che dipende maggiormente dalla nostra indole caratteriale; siamo una sorta di finestra aperta al mondo.

Il segreto forse oltre che da ricercare negli affetti che nutrono la nostra anima è nelle passioni che ci sprononano a rimanere vivi e andare avanti con una marcia in più, sempre e comunque!

La musica una di queste, è solo una delle tante che ci dà ossigeno, solarità ed allegria. Un concerto per me è una fonte rinnovata di immane felicità.

Mi sono accorta viaggiando che siamo molto più infelici noi che "abbiamo tutto" anzichè tanti altri che non hanno nulla, ma hanno la serenità sul volto e la fierezza negli occhi. Solo così si apprezzano maggiormente tante cose e, ci si pone in discussione ricalibrando il modo di guardare la vita; un pensiero che tra l'altro ho espresso diverse volte.

La felicità può essere insita in noi sempre, basterebbe solo rendersi conto delle fortune che si posseggono, date per scontate, quali: la salute e la famiglia.

E poi sono convinta che provenga anche dagli elementi della natura che ci circondano che, ci illuminano di positività e benessere.

Un abbraccio.
Cinzia

Hai perfettamente ragione, Cinzia.
Oggi ho fatto un mini tour dell’Umbria, regione che amo più di ogni altra. Per farla breve, a un certo punto è apparso davanti ai miei occhi il Pian Grande di Castelluccio, un altopiano che si trova a circa 1300 metri di quota, era ancora tutto giallo per la spettacolare fioritura delle lenticchie e al centro in alto si vedeva il paesetto di Castelluccio che sembrava appeso nel cielo, tanto sembrava irreale, a destra il Monte Vettore che chiudeva l’orizzonte….è stato un momento di grande emozione, tanto che mi sono venute le lacrime agli occhi…in macchina stavamo ascoltando L’albero delle fate ed era appena iniziata “La fine delle poesie”… all’improvviso ho ripensato ad un altro momento magico che avevo vissuto in passato, quando ci apparve la laguna di Venezia e noi stavamo ascoltando Non moriremo mai…
E’ incredibile come la musica riesca ad amplificare le emozioni e come la bellezza di una musica, unita alla bellezza di un paesaggio, riesca a creare dei momenti magici, quasi sospesi, quasi di estasi….
Ecco, in questi momenti mi sono sentita davvero molto felice.
Guai se non ci fosse la musica!
Ciao. Cinzia :wink:
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