Le certezze appartengono agli illusi e agli ingenui, ai superbi e ai saccenti.
Credere che “sarà per sempre” o che “non accadrà mai”, conduce quasi sempre al disincanto. E non saprei dire se fa più male a chi lo provoca o a chi lo subisce.
Si può affermare di essere coerenti, con se stessi, con i propri ideali, con la propria fede. Ma non bisognerebbe mai giurare che qualcosa o qualcuno non possano cambiare la direzione che abbiamo scelto: la vita ci riserva così tante sorprese, che a volte stentiamo a credere che quella persona “sono proprio io” o “è proprio lei”.
L’ipoteca su ciò che saremo e faremo è un debito che non potremmo pagare, se un giorno la nostra coscienza ci presentasse il conto.
Quante volte abbiamo pronunciato sentenze inappellabili o rigide posizioni?
E se durante il cammino fossimo costretti dagli eventi a modificare il percorso?
Se ad un bivio doloroso scegliessimo la strada che non era quella che avevamo fermamente stabilito?
Non è meglio evitare di sottoscrivere patti col futuro che potremmo non mantenere, evitando dolorose cadute dal piedistallo su cui avevamo fondato il nostro credo?
La coerenza è un destino incerto per la natura stessa dell’uomo, fragile e preda degli eventi. E quanto più un uomo è fragile, tanto più è portato a trincerarsi dietro false certezze, a farsi scudo con paraventi che al primo alito di vento crollano come fuscelli. E quanto più sono granitiche le nostre posizioni, più rovinosa e dolorosa sarà la caduta.
Io preferisco pronunciare di rado le parole mai e sempre, riferite soltanto a ciò che ho di più sacro e intoccabile dagli eventi.
Meglio ondeggiare tra mille dubbi, che naufragare anche su una sola certezza.
Annapaola
Credere che “sarà per sempre” o che “non accadrà mai”, conduce quasi sempre al disincanto. E non saprei dire se fa più male a chi lo provoca o a chi lo subisce.
Si può affermare di essere coerenti, con se stessi, con i propri ideali, con la propria fede. Ma non bisognerebbe mai giurare che qualcosa o qualcuno non possano cambiare la direzione che abbiamo scelto: la vita ci riserva così tante sorprese, che a volte stentiamo a credere che quella persona “sono proprio io” o “è proprio lei”.
L’ipoteca su ciò che saremo e faremo è un debito che non potremmo pagare, se un giorno la nostra coscienza ci presentasse il conto.
Quante volte abbiamo pronunciato sentenze inappellabili o rigide posizioni?
E se durante il cammino fossimo costretti dagli eventi a modificare il percorso?
Se ad un bivio doloroso scegliessimo la strada che non era quella che avevamo fermamente stabilito?
Non è meglio evitare di sottoscrivere patti col futuro che potremmo non mantenere, evitando dolorose cadute dal piedistallo su cui avevamo fondato il nostro credo?
La coerenza è un destino incerto per la natura stessa dell’uomo, fragile e preda degli eventi. E quanto più un uomo è fragile, tanto più è portato a trincerarsi dietro false certezze, a farsi scudo con paraventi che al primo alito di vento crollano come fuscelli. E quanto più sono granitiche le nostre posizioni, più rovinosa e dolorosa sarà la caduta.
Io preferisco pronunciare di rado le parole mai e sempre, riferite soltanto a ciò che ho di più sacro e intoccabile dagli eventi.
Meglio ondeggiare tra mille dubbi, che naufragare anche su una sola certezza.
Annapaola