Da quando è uscito questo ultimo lavoro di Mango, il titolo dell’album e del testo inedito “Gli amori son finestre” è evocativo in me di una serie di pensieri e immagini.
Avevo sempre pensato che l’amore ti mettesse di fronte a uno specchio, cioè rivelasse il vero te a te stesso. Effettivamente forse in un primo momento e in una prima dimensione è proprio così: l’amore-specchio fa scoprire profondità impensate nel tuo essere fino a rivelarti il volto della tua interiorità più vera, della tua anima. Anzi, proprio il volto dell’amore diventa il volto dell’anima: è per questo che soffriamo così tanto quando un amore di questo genere finisce. Perché è un po’ una perdita d’anima: è come se la nostra anima migrasse via da noi per rimanere presso la persona amata ormai lontana. E a volte ci vuole molto tempo per “far tornare” l’anima in noi, per rendersi conto che tutta la bellezza di quell’amore si trova dentro e starà per sempre con noi.
Mi parlerà di te,
mio fiore mio, quel continuo mi manchi tu!
Mi ucciderà di te,
mio fiore mio, quel continuo mi manchi tu!
Eh no! Non resterò qui ad aspettarti
Eh no! Io lo attraverserò,
questo silenzio mio,
senza di te.
Ma tutto questo è solo una prima dimensione, un primo momento, come dicevo sopra. L’amore-specchio ha da portare un dono molto prezioso, una rivelazione di te stesso, della vita, dell’amore altrimenti impossibile. Ma c’è un passo ulteriore da fare:
Io sono sentimentale
per questo esisti solo tu
sei lo zucchero e il sale
sei la mai finestra…
L’amore-finestra vive tutta un’altra dinamica: perché l’amore-specchio ti si riversa addosso e a volte può rimanere solo un bisogno, ma l’amore-finestra diventa un continuo processo di comunicazione e di partecipazione. A che cosa? All’interezza della realtà e dell’esistenza…
Questa finestra diventa una soglia dalla quale il mondo può entrare attraverso l’amore
Io sono sentimentale
non c’è il mondo ci sei tu
popolata di baci e vicina al mare
Io sono sentimentale
e niente esiste, esisti tu
il mio tutto totale
tutta da baciare.
Il mondo diventa una delicata scrittura interiore, un testo “sacro” perché rivestito e ricompreso nell’amore:
E forse esisti tu,
paragrafo del cielo
e allora esiste il cielo
ma non so se tutto questo è un confine
o uno spazio sempre nuovo con te,
dentro me ti cerco,
dentro me ti scrivo di te.
Se gli amori son finestre allora diventano proprio il passaggio, il “va e viene” fra un confine e uno spazio sempre nuovo, quell’Aperto in cui l’amore stesso può compiere la sua corsa
Sei tu
corsa in un prato
tutto d’un fiato
passo ogni limite con te…
… perché….
l’amore è un tizio sconclusionato
che vive in me sempre a perdifiato…
Ma se gli amori son finestre, non solo l’intero mondo può entrare dentro ma anche tu puoi affacciarti fuori. L’amore diventa allora un’opera dello sguardo che non ricerca solo la propria interiorità, come nell’amore-specchio, e nemmeno solo l’intimità fra i due: ha il suo sbocco in una dimensione ulteriore che abbraccia tutte le altre e a cui le altre partecipano. E’ la dimensione dell’interiorità di ogni cosa e del cosmo intero (“l’universo è in ogni cosa”), quella dimensione per cui tutto diventa vitale e… e la vita non è qualcosa che tu hai o che è dentro di te ma… ma tu sei dentro la Vita e posseduto da lei! E così avviene come una centratura…
quel piccolo infinito
non è mai finito per te
io ho il centro di te
e sto al centro di me.
E in quella centratura, dove si fa cadere l’io, può anche avvenire che accada Dio!
La donna è il raggio della Luce divina,
non l’essere che il desiderio prende a oggetto (Rumi).
Buona vita a tutti.
Massimiliano
Avevo sempre pensato che l’amore ti mettesse di fronte a uno specchio, cioè rivelasse il vero te a te stesso. Effettivamente forse in un primo momento e in una prima dimensione è proprio così: l’amore-specchio fa scoprire profondità impensate nel tuo essere fino a rivelarti il volto della tua interiorità più vera, della tua anima. Anzi, proprio il volto dell’amore diventa il volto dell’anima: è per questo che soffriamo così tanto quando un amore di questo genere finisce. Perché è un po’ una perdita d’anima: è come se la nostra anima migrasse via da noi per rimanere presso la persona amata ormai lontana. E a volte ci vuole molto tempo per “far tornare” l’anima in noi, per rendersi conto che tutta la bellezza di quell’amore si trova dentro e starà per sempre con noi.
Mi parlerà di te,
mio fiore mio, quel continuo mi manchi tu!
Mi ucciderà di te,
mio fiore mio, quel continuo mi manchi tu!
Eh no! Non resterò qui ad aspettarti
Eh no! Io lo attraverserò,
questo silenzio mio,
senza di te.
Ma tutto questo è solo una prima dimensione, un primo momento, come dicevo sopra. L’amore-specchio ha da portare un dono molto prezioso, una rivelazione di te stesso, della vita, dell’amore altrimenti impossibile. Ma c’è un passo ulteriore da fare:
Io sono sentimentale
per questo esisti solo tu
sei lo zucchero e il sale
sei la mai finestra…
L’amore-finestra vive tutta un’altra dinamica: perché l’amore-specchio ti si riversa addosso e a volte può rimanere solo un bisogno, ma l’amore-finestra diventa un continuo processo di comunicazione e di partecipazione. A che cosa? All’interezza della realtà e dell’esistenza…
Questa finestra diventa una soglia dalla quale il mondo può entrare attraverso l’amore
Io sono sentimentale
non c’è il mondo ci sei tu
popolata di baci e vicina al mare
Io sono sentimentale
e niente esiste, esisti tu
il mio tutto totale
tutta da baciare.
Il mondo diventa una delicata scrittura interiore, un testo “sacro” perché rivestito e ricompreso nell’amore:
E forse esisti tu,
paragrafo del cielo
e allora esiste il cielo
ma non so se tutto questo è un confine
o uno spazio sempre nuovo con te,
dentro me ti cerco,
dentro me ti scrivo di te.
Se gli amori son finestre allora diventano proprio il passaggio, il “va e viene” fra un confine e uno spazio sempre nuovo, quell’Aperto in cui l’amore stesso può compiere la sua corsa
Sei tu
corsa in un prato
tutto d’un fiato
passo ogni limite con te…
… perché….
l’amore è un tizio sconclusionato
che vive in me sempre a perdifiato…
Ma se gli amori son finestre, non solo l’intero mondo può entrare dentro ma anche tu puoi affacciarti fuori. L’amore diventa allora un’opera dello sguardo che non ricerca solo la propria interiorità, come nell’amore-specchio, e nemmeno solo l’intimità fra i due: ha il suo sbocco in una dimensione ulteriore che abbraccia tutte le altre e a cui le altre partecipano. E’ la dimensione dell’interiorità di ogni cosa e del cosmo intero (“l’universo è in ogni cosa”), quella dimensione per cui tutto diventa vitale e… e la vita non è qualcosa che tu hai o che è dentro di te ma… ma tu sei dentro la Vita e posseduto da lei! E così avviene come una centratura…
quel piccolo infinito
non è mai finito per te
io ho il centro di te
e sto al centro di me.
E in quella centratura, dove si fa cadere l’io, può anche avvenire che accada Dio!
La donna è il raggio della Luce divina,
non l’essere che il desiderio prende a oggetto (Rumi).
Buona vita a tutti.
Massimiliano