Riflessioni, emozioni e punti di vista: come la musica, la poesia e il pensiero di Mango arricchiscono il quotidiano dei fans.
3 messaggi Pagina 1 di 1
La canzone Il pazzo è stato detto da Mango che è da considerarsi un po' come Oro2. In effetti parla di un amore ferito, non compreso, "sprecato"... d'altra parte

quale amore ci aspettava
se non quello indifeso
maltrattato ucciso offeso
ma per che cosa?

E' vero d'altronde che

l'amore forse è fortuna
non ti guarda in faccia
e non sa chi sei

ma quando "l'amore è frutto di un dolore" la mancanza diventa soffocamento che inchioda le parole in gola e riduce l'anima a elemosinare briciole di memorie e di vento, di "ricordi negati" e di "eternità di una verità", tanto che

pur di averti qui
non ti toccherei.

Mi colpisce di questo testo il richiamo due volte a un amore "non creduto":

E canto di te
la fiducia che non mi hai dato

nell'anima mia
sei caduta e non mi hai creduto.

E' terribile questo non riconoscimento dell'amore dato: è una condanna alla solitudine. Di quella solitudine che alla sera si fa più crudele perchè il profumo del tramonto non è tocco lontano di una presenza ma un "aquilone" che "non riesce più a volare". E allora deve cominciare una "cottura lenta" al fuoco calmo dei giorni, in cui, di tempo in tempo ci si rende conto che

la tristezza è una cosa seria
va d'accordo col cuore

e il cuore diventa il crogiuolo dove l'amore fonde e plasma l'unica vera compagna di una vita, quella "sposa mia" che è l'anima.

Massimiliano
pur di averti qui
non ti toccherei

mi ha fatto ritornare alla memoria la cappella sistina... quel piccolissimo particolare in cui il dito di Dio quasi sfiora (senza toccare) il dito di Adamo, in un tocco non risolto che dura nei secoli dei secoli...

... è come nella canzone La cura di Battiato in cui, fino a un certo punto, può essere interpretata come quel tocco sempre desiderato, mai concluso, fra il creatore e la creatura...

... perchè l'amore è eterno o non è...

... perchè esso coglie l'assoluto in un attimo...

... e non vuole neppure toccare, o magari, soltanto lasciarsi sfiorare da questo vento segreto che non sai da dove viene e dove va, ma a cui racconti tutto, anche quello c he non so...
d.Max ha scritto: La canzone Il pazzo è stato detto da Mango che è da considerarsi un po' come Oro2.

Parto da qui, in una giornata di febbricitante stallo che mi porta a lasciare la mente vagare senza forza di contrasto alcuna, perché è a questa canzone che oggi mi si lega il cuore.
Per molti versi queste due perle di Mango sembrano davvero complici nel parlare di un amore che non viene accolto nella sua purezza, che rimane incompreso e distante, che non viene percepito nella sua essenza, quella che trascende l'aspetto più fisico per portarsi alle soglie dell'Assoluto.

"pur di averti qui
non ti toccherei"

canta Pino ne "Il pazzo"

"ma tu ci stai ...
perché accetti e ci stai?"

completa poi in "Oro"

A sentirle così sembrano l'una il proseguo dell'altra. E invece presentano due prospettive diverse della stessa matrice.

Se in "Oro" l'amore si presenta in termini stilnovisti e il dolore nasce da un non trovare in "lei" una nuova Laura petrarchesca o una Beatrice dantesca ("perché non ti elevi su di noi e resti lì celeste così? io ti vorrei immune dal sesso, perché ti daresti anche adesso?"), ritenedola così non più degna di un sentimento che va al di là della carnalità ("è così tu cadi giù, io non ti voglio già più, inaccessibile non sei, non con gli Dei, tu sei senza Dei"), ne "Il pazzo" succede esattamente il contrario. Qui la sofferenza spirituale nasce dalla mancanza di accoglienza di quello stesso amore capace di grandi voli, forse non perfetto e per una donna non perfetta, ma che forse più umamente vorrebbe solo essere accolto, riconosciuto, non svalutato e lasciato disperdere come di fronte a una barriera di scetticismo che ne impedisce l'accoglienza nella sua pienezza. ("E canto di te la fiducia che non mi hai dato, pur di averti qui non ti toccherei. Nell'anima mia sei caduta e non mi hai creduto").
Qui è il lui che canta a sentirsi suo malgrado l'indegno.
Tanto che la frase che più mi cattura è quella finale:

"Cercami al posto di un amore se vuoi che un uomo sia migliore"

Ne "Il pazzo" si lascia da parte ogni forma di idealizzazione, si lascia parlare il sentimento pur nei suoi limiti, non si pensa a quella forma stilnovista che mira a rivolgersi a un'irragiungibile creatura, come se altrimenti ne perderesse in purezza, in autenticità, in capacità di sentire comunque quanto "pur di averti qui non ti toccherei", seppur la mente ne possa anche concepire un completamento sul piano fisico.

E' un abbassamento di toni che ne fa a mio parere acquisire un valore di un umanamente più "divino", un antitesi dei sensi, un "Disincanto" dalla purezza inaudita, lo definirei, un pezzo splendido!
3 messaggi Pagina 1 di 1

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 25 ospiti

cron