Secondo la canzone Tutto tutto, il tuo libro aperto è il tuo stesso corpo.

Infatti questa canzone mette in parallelo le mani che “lavorano” sul “corpo di te” e toccano tutto, con le stesse mani e le dita che toccano un libro di poesie, di Neruda, dunque per il Nostro toccano la Poesia. Poi il corpo diventa esso stesso un “libro aperto”.

E' come se sul corpo fosse scritto un “codice” di cui solo due mani nel mondo hanno le chiavi per decodificarlo, per decifrarne la geografia e legarne e scioglierne gli enigmi.

E si tratta allora di lasciarsi aprire e leggere,
di farsi immaginare chi nemmeno io so di essere,
quello che solo l'altro ha visto,
quello che io appena sfiorai,
i disegni che quelle dita su me hanno tessuto come indelebili, invisibili tatuaggi.

Senza quelle mani “mi perdo”: ma sono quelle mani che mi ritrovano e mi riportano a sé. E avere quelle mani sopra tutto il corpo diventa un bisogno fisico, se non si vuole che il nostro corpo diventi un libro incompiuto che “scriverò un'altra volta”.

Buona vita a tutti.

Massimiliano