Le presentazioni sono attimi di condivisione di emozione pura, sono ciò che aspettavi per placare la sete di quelle emozioni che poi inevitabilmente ti sconvolgono e a volte ne hai perfino paura, ma poi, quando tutto è finito, vorresti solo tornare indietro e rivivere tutto daccapo, in ogni frazione di secondo, ma siccome non è possibile materialmente, speri solo in una nuova emozione e nel frattempo ti aiuta il ricordo di ciò che hai vissuto...
Fuori c'è la città con la vita che va avanti col suo scorrere spesso frenetico, nel negozio c'è un gruppo di persone che per un po' vogliono entrare in un mondo fatto di amore, di emozioni, vogliono essere partecipi di ciò che è stato vissuto dal loro artista preferito, nelle varie fasi di preparazione del nuovo disco!
La sala è piccola, ma le emozioni esplodono penso in ognuno di noi, ascoltando le interpretazioni di "L'amore è invisibile", "Amore che vieni, amore che vai", "Scrivimi" e "Fiore bel fiore", che non erano solo cantate ma venivano dall'anima di Pino, dal suo cuore, dalla prima all'ultima nota, voce e chitarra con Carlo De Bei, da togliere il respiro, almeno per me, c'era tutto in quelle interpretazioni, tutto l'amore del mondo in quell'intimità che si era creata.
L'intimità favorisce qualche aneddoto, come quello raccontato da Pino sul brano "Quanto t'ho amato", dove racconta che dopo averlo eseguito durante le prove di registrazione, ha visto che Carlo aveva gli occhi lucidi, mentre lui è andato sul terrazzo ed è stato almeno 20 minuti lì fuori a guardare il cielo...
Oppure il discorso sull'appartenenza, non facile, in cui Pino in pratica ha detto che lui appartiene a ogni cosa e citando il brano "Chiamo le cose" del precedente cd, ha detto che apparteniamo alle cose che fanno parte della nostra vita, siamo parte di loro, ma la cosa è reciproca, perché a loro volta sono loro a chiamarci, il bisogno è reciproco!
La gioia di un padre (prima che artista) che vede crescere la propria figlia con la predisposizione alla musica e la racconta in un modo molto dolce, fra il senso di protezione e quello professionale da cui non può esimersi, ma pur sempre col cuore, con l'umanità che va oltre l'essere artista, questo quando ha raccontato di Angelina e del suo talento artistico.
In ogni parola c'era amore, in ogni nota, in ogni sguardo, nella voglia che aveva Pino di sentire quell'abbraccio del pubblico, il raccontare le lacrime e i sorrisi, quella reciproca appartenenza di sensibilità e amore, lui stesso più volte chiedeva rivolto ai presenti perché voleva sapere cosa ne pensavamo...
Tutta quell'emozione racchiusa in quel luogo, poi, una volta usciti, ognuno a gridarla al cielo a modo suo, tutti felici, ubriachi come sempre di emozioni, che non bastano mai, sono tanto, ma mai abbastanza, ed è meglio così, finchè si ha voglia di emozioni, si ha voglia di vivere, quindi grazie....
Dany
Fuori c'è la città con la vita che va avanti col suo scorrere spesso frenetico, nel negozio c'è un gruppo di persone che per un po' vogliono entrare in un mondo fatto di amore, di emozioni, vogliono essere partecipi di ciò che è stato vissuto dal loro artista preferito, nelle varie fasi di preparazione del nuovo disco!
La sala è piccola, ma le emozioni esplodono penso in ognuno di noi, ascoltando le interpretazioni di "L'amore è invisibile", "Amore che vieni, amore che vai", "Scrivimi" e "Fiore bel fiore", che non erano solo cantate ma venivano dall'anima di Pino, dal suo cuore, dalla prima all'ultima nota, voce e chitarra con Carlo De Bei, da togliere il respiro, almeno per me, c'era tutto in quelle interpretazioni, tutto l'amore del mondo in quell'intimità che si era creata.
L'intimità favorisce qualche aneddoto, come quello raccontato da Pino sul brano "Quanto t'ho amato", dove racconta che dopo averlo eseguito durante le prove di registrazione, ha visto che Carlo aveva gli occhi lucidi, mentre lui è andato sul terrazzo ed è stato almeno 20 minuti lì fuori a guardare il cielo...
Oppure il discorso sull'appartenenza, non facile, in cui Pino in pratica ha detto che lui appartiene a ogni cosa e citando il brano "Chiamo le cose" del precedente cd, ha detto che apparteniamo alle cose che fanno parte della nostra vita, siamo parte di loro, ma la cosa è reciproca, perché a loro volta sono loro a chiamarci, il bisogno è reciproco!
La gioia di un padre (prima che artista) che vede crescere la propria figlia con la predisposizione alla musica e la racconta in un modo molto dolce, fra il senso di protezione e quello professionale da cui non può esimersi, ma pur sempre col cuore, con l'umanità che va oltre l'essere artista, questo quando ha raccontato di Angelina e del suo talento artistico.
In ogni parola c'era amore, in ogni nota, in ogni sguardo, nella voglia che aveva Pino di sentire quell'abbraccio del pubblico, il raccontare le lacrime e i sorrisi, quella reciproca appartenenza di sensibilità e amore, lui stesso più volte chiedeva rivolto ai presenti perché voleva sapere cosa ne pensavamo...
Tutta quell'emozione racchiusa in quel luogo, poi, una volta usciti, ognuno a gridarla al cielo a modo suo, tutti felici, ubriachi come sempre di emozioni, che non bastano mai, sono tanto, ma mai abbastanza, ed è meglio così, finchè si ha voglia di emozioni, si ha voglia di vivere, quindi grazie....
Dany