Siamo abituati a pensare che la dimensione più importante sia quella delle relazioni, del nostro essere-per-gli-altri. Ma essa non si può disgiungere dal fatto che tutti noi siamo anche nel mondo e per il mondo: l’uomo è anche un essere cosmico e trova nel mondo uno specchio di se stesso.
Così il nostro corpo è la porzione di terra che ci è toccata: e in qualche modo siamo chiamati a imparare dai suoi “mestrui pazienti” e dalle sue “ragioni”. Corpi “sconfitti d’amore”: grazie a Dio, l’amore è una di quelle realtà in cui accettiamo di essere vinti, di non avere l’ultima parola. Sarà questa situazione a permetterci di mettersi in ascolto delle ragioni della terra?
Allo stesso modo, il nostro sangue, col suo pulsare, il suo ritmo, è la porzione di mare che scorre dentro il nostro corpo: fra terra e mare c’è un secolare confronto, un mescolarsi reciproco, come fra corpo e sangue.
E allora “vestire il gesto del mare”, il suo ritmo, la sua voce, i suoi perenni ritorni alla terra: ma anche la sua vastità e immutabilità.
… Tu m’hai detto primo
che il piccino fermento
del mio cuore non era che un momento
del tuo; che mi era in fondo
la tua legge rischiosa: essere vasto e diverso
e insieme fisso:
e svuotarmi così d’ogni lordura
come tu fai che sbatti sulle sponde
tra sugheri alghe asterie
le inutili macerie del tuo abisso.
(MONTALE, da Ossi di seppia, sez. Mediterraneo)
Seguendo la legge rischiosa del mare diventiamo “sangue purificato”: quali le sponde dove sbattere le “inutili macerie” del nostro abisso?
Buona vita a tutti.
d.Max
Così il nostro corpo è la porzione di terra che ci è toccata: e in qualche modo siamo chiamati a imparare dai suoi “mestrui pazienti” e dalle sue “ragioni”. Corpi “sconfitti d’amore”: grazie a Dio, l’amore è una di quelle realtà in cui accettiamo di essere vinti, di non avere l’ultima parola. Sarà questa situazione a permetterci di mettersi in ascolto delle ragioni della terra?
Allo stesso modo, il nostro sangue, col suo pulsare, il suo ritmo, è la porzione di mare che scorre dentro il nostro corpo: fra terra e mare c’è un secolare confronto, un mescolarsi reciproco, come fra corpo e sangue.
E allora “vestire il gesto del mare”, il suo ritmo, la sua voce, i suoi perenni ritorni alla terra: ma anche la sua vastità e immutabilità.
… Tu m’hai detto primo
che il piccino fermento
del mio cuore non era che un momento
del tuo; che mi era in fondo
la tua legge rischiosa: essere vasto e diverso
e insieme fisso:
e svuotarmi così d’ogni lordura
come tu fai che sbatti sulle sponde
tra sugheri alghe asterie
le inutili macerie del tuo abisso.
(MONTALE, da Ossi di seppia, sez. Mediterraneo)
Seguendo la legge rischiosa del mare diventiamo “sangue purificato”: quali le sponde dove sbattere le “inutili macerie” del nostro abisso?
Buona vita a tutti.
d.Max