Sensazioni e pareri scaturiti dalla lettura e dall’analisi delle poesie contenute nel libro scritto da Mango.
19 messaggi Pagina 2 di 2

E’ giusto quello che dici, Cuore: “Possono essere lacrime di dolore così come di felicità.”, infatti è relativo, perché la bellezza rara dei bambini è il vivere l’emozione di qualsiasi natura essa sia. Quello che noi adulti non facciamo: ci spaventa la solitudine, il dolore e non le viviamo a fondo, ma anche queste esperienze dolorose hanno un bagaglio di crescita enorme, in loro vi è la chiave che apre la serratura della felicità, l’incastro perfetto che ci proietta verso il girasole della vita. La copertina che amo di più è quella di Visto Così: attraversare le strade che difficilmente si percorrono, perché solo lì scopri il positivo. Anche in quelle buie c’è sempre il girasole: il faro che ci illumina e che ci indica la vera direzione da percorrere.
Gli occhi dei bambini guardano il mondo sempre dall’ottica della semplicità per noi è strano, ma la loro è la proiezione reale della verità, come quando li osservi che parlano con i loro amici “immaginari”.

La nostra vita, sopraffatta dal continuo frastuono di voci in un mondo che non sa trovare pace, che non sa dare amore, che non sa regalare sorrisi, ha bisogno di uno spazio incantato e misterioso dove ritrovarsi.
I nostri giorni sono scanditi da una continua rincorsa verso tutto ciò che noi pensiamo possa procurarci gioia e serenità, cerchiamo di riempire i vuoti che ci spaventano, di colmare un’assenza con una presenza fuggevole, di distrarci da noi stessi e dalle nostre emozioni, ci illudiamo di dare un senso al nostro tempo riempiendolo di cose inutili. “Piccola è la porzione di vita che viviamo…tutto lo spazio rimanente non è vita, ma tempo” (Seneca).
Mi piace la definizione del silenzio come "vuoto armonico": rappresenta perfettamente la sua vera essenza. L’inquietudine che il silenzio provoca è dovuta alla nostra incapacità di ritrovarci soli con noi stessi, quando temiamo di non saper dialogare con la nostra coscienza, quando non sappiamo dare un nome alle nostre angosce, quando pensiamo di non avere la forza per affrontare il dolore… e così trascorre il nostro tempo alla ricerca di suoni e rumori che possano allontanare le nostre paure, di persone e cose che non ci facciano sentire soli, di obiettivi effimeri ai quali attribuiamo un valore che non hanno, e non ci concediamo la gioia di fermarci, di regalarci una pausa, di viverci un’attesa, per il timore che il vuoto ci assalga. Ma il silenzio non è mai vuoto: esso è sempre carico dei nostri ricordi, denso di passioni sopite, affollato di volti e di nomi, pieno della nostra storia.
Se soltanto riuscissimo a fermarci per un attimo, riusciremmo a sentire una musica misteriosa e ammaliante, un’ armonia di suoni e colori, una poesia antica e presente…quello è il posto incantato della nostra anima dove è possibile scoprire segreti inaspettati e profondità impensate, ricongiungerci con noi stessi e dare un senso al nostro passaggio su questa terra.

Annapaola

Che bella,Angela,quell'immagine di te e del tuo compagno in mezzo al deserto avvolti nel silenzio ristoratore.Un silenzio assoluto,che ti avvolge e che ti fà ritrovare il silenzio anche dentro.Quel silenzio che annulla tutto e trovi la dimensione più vera,quella che ti lega a qual'cosa di indefinito che ti fa sentire parte di qual'cosa di più grande un tutt'uno con quello che ti circonda.Ed è allora che il silenzio,che sembrava il niente,diventa il contenitore di tutto e ritrovi la pace.Il silenzio è bello quando è complice,quando basta uno sguardo per riempirlo di tutte le parole,quando il silenzio è disagio e dolore allora diventa insopportadile,pesante ed è allora che lo nascondi "sotto un'ala" trasformandolo......in qual'cosa altro.
Antonella.
Una canzone ferita


Una canzone ferita
zittisce il cielo
e non ti accorgi di quanto dolore
riempie il silenzio.
S'accuccia sotto un'ala spezzata
e solo le cicale cantano
prima che il buio
torni a soddisfare la notte
e la mia bocca,
pronta a rubare ogni tua lacrima,
memoria fuggiasca
d'un lamento d'amore
ormai sottopelle.
Complicità strappata e ricucita
mille volte
sotto la luce del lampo accecante.
E piove, piove, piove,
piove, piove,
piove,
proprio quando una canzone ferita
zittisce il cielo
e non ti accorgi di quanto dolore
riempie il silenzio.
19 messaggi Pagina 2 di 2

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 13 ospiti