Sensazioni e pareri scaturiti dalla lettura e dall’analisi delle poesie contenute nel libro scritto da Mango.
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La cosa più difficile è parlare a se stessi, alla propria anima. Come dice Pino, cantare questa canzone per lui è sempre una esperienza intensa, una emozione forte.
Forse perché l’anima è il tesoro più prezioso che abbiamo: “Che cosa potrebbe dare mai un uomo in cambio della propria anima?”, dice il vangelo.
Gli “ingredienti” di questo colloquio interiore sono presentati nella canzone: è un colloquio segreto, sottovoce, in cui si rifuggono tutte le interferenze, anche quelle più sottili del proprio cuore.
Un colloquio

quando gli occhi non hanno più
risposte nuove

e allora qui forse la volontà di parlare si trasforma in desiderio di ascolto. Perché l’anima è ciò che in noi crea la percezione perché possa Lei percepirsi: col suo sguardo noi la vediamo e al contempo ci vediamo.
Un colloquio

per capire qual è il tuo senso delle cose

perché il suo senso delle cose è di essere il profumo dell’aria che respiriamo, di essere a noi più intima di quanto lo siamo a noi stessi.
E

quel “ti amo” sospeso a sospirarne dieci

è il segno di un’anima trasformata in “Amata” e “Amante”, l’unica con cui andare, mano nella mano, e entrare al cospetto della Verità.


Adesso che posso portare
con me
l’immagine tua
posso discendere
nei reami stellari
della solitudine

senza interrompere il flusso
del nostro colloquio segreto

ma elevare
una leggera preghiera di seta
per rivestire la nuda attesa
di te assente.


Buona vita a tutti.

d.Max

L’espressione più bella musicata e recitata è “sottovoce”: parlare in silenzio, solo con un sibilo lento. Un colloquio con sé stessi, quella fase nella quale si scende giù nella propria immensità e si incomincia a scandagliare ciò che è intimo, con la paura di avvicinarsi troppo perché è grande lo stupore che si proverebbe. Non c’è aggettivo che possa rappresentare e descrivere il coraggio, che a volte manca per tutta la vita, di scoprire sé stessi.
Esplorare è entrare in punta di piedi “per non far sentire al cuore quello che ho da dire”, perché il cuore batterebbe sempre più forte.
No, non è per escludere il cuore, per emarginarlo, il cuore che rappresenta l’amore della propria vita, il proprio volto riflesso nell’altro, colui che è della tua stessa pasta ….. Ma è solo per “capire il senso delle cose” attraverso l’anima che lo rifletto puro e incontaminato e così aprirsi al cuore donandole/gli corpo e anima nella loro più completa sintonia, simbiosi così da riassumere sabbia e nuvole.

Licia

Io ti vorrei parlare per capire qual'è il tuo senso delle cose...
o meglio io mi vorrei parlare,
per capire qual'è il mio senso delle cose,
quando i miei occhi non hanno piu risposte nuove ..
Il silenzio dell'anima non si materializza in nessuna forma,
a volte la subiamo come una violenza dello stesso cielo che tanto amiamo da restare inerti ...
Gli occhi ruotano e si guardano intorno invani,
per quel che rimane da vedere,in particolari circostanze niente.
Privi di una risposta si lasciano accarezzare dalle lacrime,
l'unica consolazione che l'anima ci regala nel suo silenzio più assoluto .
Eppur qualcosa spingerà inavvertitamente i nostri occhi ad amare,
forse il nuovo senso delle cose maturato, a sorridere .
Penso che il nostro senso delle cose segua di paripasso i nostri anni
come le nostre esperienze ,
fustigati dalla nostra incapacità di accettare ciò che ci capita in un particolare momento,
cerchiamo risposte che a volte non troviamo.
Credo infondo come ben dice Pino che le condizioni essenziali
affinchè tutto sia migliore restano un destino incerto come la coerenza di ognuno
l'unica certezza forse resterà quella di prendersi per mano
magari a farlo con la pienezza di noi stessi sarà il nostro dio forse lo stesso per tutti ,
soltanto allora gli occhi illuminati non saranno mai privi di risposta ..
almeno mi auguro.

Un bacio a tutti

Emanuele 77. :D
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