Sensazioni e pareri scaturiti dalla lettura e dall’analisi delle poesie contenute nel libro scritto da Mango.
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Gocce solitarie in penombra
tra sassi di sale assolati
e silenti come antiche madonne
nel grembo di chiese assopite.

Alla presentazione del libro a Firenze rilessi questi 4 versi della seconda poesia, e ho osservato che non ci sono spigoli: li potresti rileggere 4000 volte e quello che rimane è una armonia, una musica rotonda e levigata.
Penso che questa osservazione valga come cifra di tutta il libro: poesia in cui la musica vine affidata al ritmo del verso e si fa senso. Poesie da una parte semplici e dirette, dall'altra solo apparentemente immediate. Ho notato inoltre un'altra cosa: è quasi assente l'io, il soggetto lirico. O meglio, si nasconde dietro le immagini, le cose e i ricordi; di sicuro non viene ostentato. E' poesia delle cose, che dà la parola alle cose, un nome alle esperienze.

Un esempio del fatto che questa poesia non è poi così immediata?
Prima poesia. Si legge al v.7:

Senza virtù nè conoscenza...

A chi non è venuto in mente il canto XXVI dell'Inferno di Dante, laddove Ulisse dice:

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza?

L'idiosincrasia del Nostro per la "cultura scolastica" rovescia il concetto espresso da Ulisse (anche perchè a Ulisse e i suoi ciò costò anche la rovina!) in vista di "solchi nuovi della terra... per mille nuovi raccolti".

d.Max

La prima strofa in effetti spicca in una piacevole cura formale, nel ritmo continuo e coinvolgente, in una raffinata musicalità. Ho notato le allitterazioni dall'effetto incalzante nel secondo verso

"tra sassi di sale assolati"

che continua al verso successivo con

"e silenti..." proprio in questo punto forse si può avvertire una rottura di quella magica musicalità che caratterizza la strofa, infatti mi viene spontaneo leggerlo quasi come un enjambement.

Bellissimi i versi:
"Oltre l'immenso consumo gli occhi.
Dove le parti non esistono
e anche le rose hanno un nome.
Dove noi siamo veli
e le giovani spose mandorli d'Israele."

A proposito................sono contenta di leggerti d.Max!!!

Penso che questa poesia sia un inno alla purezza dell'anima che spesso viene sconvolta dalle istituzionalità dell'uomo
che si governa a tutti i costi, strumentalizzandosi a tal punto da soffocare il proprio cuore ed il proprio modo d'essere.
Nasce la necessità di proteggersi,
innalzando muri nei cieli,
per aprirsi ad un mondo nuovo candido come la neve ,
visto che i cieli delle volte di gesso ,
sono pieni di troppi peccati
tanto da non poterci versare più neanche una lacrima.

Quando le volontà son come le nuvole .
spariscono se le chiami .
assumono forma senza cadere .

L'anima non cade e non si ferisce se è il desiderio è incondizionato ,
ma bensi' si eleva e vive dove le parti non esistono.

Le istituzioni manipolano e vincolano le anime
portandole inevitabilmente a vivere come
"Gocce Solitarie in Penombra" , la chiesa come gli stati in genere
giocano un ruolo sottile nel determinare questo .

Ele77

Questa poesia, che trovo un po' malinconica, mi piace tantissimo.
Molto bella l'analogia delle gocce solitarie. Mi fa pensare che tutti noi siamo gocce dello stesso mare, di un mare che per un misterioso processo si è trasformato in miliardi di gocce solitarie che vagano per il mondo.
Nella prima parte (di grande armonia e musicalità, come dice d.Max) termini come "silenti", "assopite", "spoglie", sembrano sottolineare un senso di abbandono, di solitudine, quella solitudine che appartiene in fondo ad ognuno di noi.
Tutti gli esseri umani sono soli su questa terra, ognuno con la sua segreta storia di solitudine.
Per sentirci meno soli cerchiamo una persona da amare e che ci ami, ci circondiamo di amici e di persone care, ma secondo me tutto questo è solo un palliativo perché la condizione di solitudine è dentro di noi e solo con noi stessi alla fine dobbiamo fare i conti.
Mi viene in mente un'altra frase di Mango:

Forse che fra cent'anni e mille amanti
ti prenderò per mano
io soltanto.

E' proprio così per tutti...
Cinzia

Leggendo la seconda parte di questa poesia mi colpisce molto la frase: "Non me ne voglia il vento se, a volte, non seguo le sue distanze..."Mi ricorda un'altra frase di un'altra poesia che dice: "Capire il vento non vuol dir seguirlo, ma fare spazio al suo passaggio" Ed anche "Non sarò foglia che segue il vento..."
Che significa seguire il vento? Per me significa essere una banderuola, seguire le mode, farsi condizionare dagli altri, farsi trascinare dagli amici... oppure può significare anche essere una persona volubile ed incostante, anche nei sentimenti.
In effetti sarebbe molto facile lasciarsi trasportare dal vento, ma preferisco chi nella vita sceglie di seguire una strada più impegnativa, magari controvento, per costruire qualcosa di solido, stabile come "muri sui fianchi del cielo, bellissima questa espressione.
Il cielo, elemento ricorrente nelle poesie di Mango mi affascina sempre anche nella frase "angeli che rubano stelle cadenti colorandole d'azzurro a riportarle in cielo..." e in questa frase ritrovo il "mio" (nostro) angelo che, colorando d'azzurro le stelle, colora così la mia stessa vita.
Le stelle cadenti sono per me tutti quei momenti di malinconia, di smarrimento, di inquietudine...
Cinzia

Di questa poesia mi colpisce anche quella "e" posta al centro della riga come a dare risalto alla frase successiva:

l'amore è un carico d'insegne luminose
in cerca di luce
per non rubarne le ombre.

Frase bellissima. Le ombre, intese come dubbio, sfiducia, sospetto, vanno ad oscurare quella luce di cui l'amore ha bisogno per vivere.
A me è capitato a volte di fissarmi su cose in fondo prive d'importanza, erano piccole ombre, ma a forza di rimuginarci si erano ingigantite al punto che mi opprimevano, fino a che ho capito che stavo sbagliando, che dovevo dissipare quelle ombre.
Un amore deve vivere nella luce e nutrirsi solo di luce.
Cinzia

Cinzia MC ha scritto: Forse che fra cent'anni e mille amanti
ti prenderò per mano
io soltanto.

E' proprio così per tutti...
Cinzia


Dipende da quanto valore diamo a quel ti prenderò per mano...
se tu sei sempre con me...tutto il resto perde il suo senso...
e quel darmi la mano ha un valore superiore ad ogni cosa...


Questo è quello che è per me..stare mano nella mano tutta la vita...con la persona che amo...
Gocce solitarie in penombra

Gocce solitarie in penombra
tra sassi di sale assolati
e silenti come antiche madonne
nel grembo di chiese assopite,
tra volte di gesso volate su in alto,
rigonfie di troppi peccati
e ginocchi lisciati, arrossati dal legno di panche
ormai spoglie di lacrime e incensi.

Gocce solitarie in penombra.
Non me ne voglia il vento
se, a volte, non seguo le sue distanze,
ma preferisco costruire muri sui fianchi del cielo.
Dall 'anime prudenti,
con grappoli di neve alle mani,
si riconosce un sesso pure agli angeli
che rubano stelle cadenti,
colorandole d'azzurro a riportarle in cielo.
Oltre l'immenso consumo gli occhi.
Dove le parti non esistono
e anche le rose hanno un nome.
Dove noi siamo veli
e le giovani spose mandorli d'Israele.

Gocce solitarie in penombra,
l'antico sogno s'ode appena,
non si rassegna
ma sale le sue trecce d'argento
e
l'amore è un carico di insegne luminose
in cerca di luce
per non rubarne le ombre.
Quando le volontà sono come le nuvole.
Spariscono se le chiami,
assumono forma senza cadere.
Stringono al petto le cose nostre,
della terra e degli uomini,
poggiate ai balconi del mondo.
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