E’ la canzone che ascolta continuamente Uriel, soprattutto di notte quando dorme.
Ogni volta che rileggo le poesie mi immergo in un turbinio di sensazioni dolci.
Quando chiudo l’ultima pagina guardo tutto sotto un’altra ottica: mi diverto a cogliere gli affanni di ogni giorno, l’aria pesante sporca, le domande della gente su “dove andiamo, cosa facciamo”?, gli sguardi assenti senza colore e l’andatura meccanica di chi si muove spinto solamente dalla logica del danaro e del profitto o dei propri egoismi. A volte mi viene voglia di fermare le persone e di suggerirgli di leggere una poesia o ascoltare una canzone di Mango, per ripartire poi da ogni più piccolo respiro e manifestazione della natura. Guardarsi dentro e cercare la propria dimensione interiore invece che cercarla altrove, perché alla fine solo trovandosi si ritrova il prossimo.
Più vedo questo mondo, più ci vivo e più mi rendo conto di quanto siamo fortunati ad aver avuto la possibilità di conoscere una persona come Pino. Siamo privilegiati per il fatto che abbiamo trovato la nostra Africa interiore, per mezzo della sensibilità poetica di un uomo, come noi, che sa far emergere tutte le nostre più profonde sensazioni. Insomma un faro che ci illumina dentro.
E chi la lascia piu! Non mi staccherei mai, neanche per un secondo dalle emozioni che la vastità dell’anima ci trasmette.
Grazie, chissà quante volte avrai sentito questa parola: ma ora è la nostra interiorità a pronunciarla e la nostra unione a cantarla.
Grazie per averci dato la possibilità di riassaporare la magia e la semplicità di ogni frammento di vita che ci circonda, anche se visti attraverso rami spogli.
Grazie perché ora, anche nel grigiore dello smog, posso alzare gli occhi al cielo e trovare quel faro acceso per poi allargare le mie braccia e accogliere in me ogni più piccola sfumatura cromatica, da sola.
Vale la pena vivere in questo malamente mondo perché alla fine si trova il respiro dell’anima, ed io nelle tue poesie l’ho trovato.
Licia
Ogni volta che rileggo le poesie mi immergo in un turbinio di sensazioni dolci.
Quando chiudo l’ultima pagina guardo tutto sotto un’altra ottica: mi diverto a cogliere gli affanni di ogni giorno, l’aria pesante sporca, le domande della gente su “dove andiamo, cosa facciamo”?, gli sguardi assenti senza colore e l’andatura meccanica di chi si muove spinto solamente dalla logica del danaro e del profitto o dei propri egoismi. A volte mi viene voglia di fermare le persone e di suggerirgli di leggere una poesia o ascoltare una canzone di Mango, per ripartire poi da ogni più piccolo respiro e manifestazione della natura. Guardarsi dentro e cercare la propria dimensione interiore invece che cercarla altrove, perché alla fine solo trovandosi si ritrova il prossimo.
Più vedo questo mondo, più ci vivo e più mi rendo conto di quanto siamo fortunati ad aver avuto la possibilità di conoscere una persona come Pino. Siamo privilegiati per il fatto che abbiamo trovato la nostra Africa interiore, per mezzo della sensibilità poetica di un uomo, come noi, che sa far emergere tutte le nostre più profonde sensazioni. Insomma un faro che ci illumina dentro.
E chi la lascia piu! Non mi staccherei mai, neanche per un secondo dalle emozioni che la vastità dell’anima ci trasmette.
Grazie, chissà quante volte avrai sentito questa parola: ma ora è la nostra interiorità a pronunciarla e la nostra unione a cantarla.
Grazie per averci dato la possibilità di riassaporare la magia e la semplicità di ogni frammento di vita che ci circonda, anche se visti attraverso rami spogli.
Grazie perché ora, anche nel grigiore dello smog, posso alzare gli occhi al cielo e trovare quel faro acceso per poi allargare le mie braccia e accogliere in me ogni più piccola sfumatura cromatica, da sola.
Vale la pena vivere in questo malamente mondo perché alla fine si trova il respiro dell’anima, ed io nelle tue poesie l’ho trovato.
Licia