Sensazioni e pareri scaturiti dalla lettura e dall’analisi delle poesie contenute nel libro scritto da Mango.
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Neruda, Hikmet, Elytis e altri, “da noiose letture giovanili si scompongono in mille mosaici attuali”. E’ una poesia particolare quella cui si ispira Mango. Una poesia di cose (come ho già scritto altrove). Di cose e di nomi. Ma una poesia in cui ogni nome, ogni immagine, costituisce una dimora, un luogo dove riportare le cose a casa loro:

Così son le cose,
immortalano le loro stesse cose
e noi a guardarle

e io aggiungerei…

per sconfiggere il nulla.

E’ necessità di andare oltre la ragione: l’idealismo ci ha convinto che l’essenza e diversa e separata dall’apparenza; il nominalismo che i nomi sono solo etichette appiccicate sulle cose per pura convenzione. La ragione è troppo attenta “al pezzo”, al presente, al “qui e ora”. Si tratta di andare oltre, di acquisire un punto di vista e di osservazione sulle cose pieno di rispetto e di delicatezza: perciò uno sguardo dalla lontananza. Che non è sguardo del soggetto, ma sguardo proveniente da profondità cosmiche, siderali: uno sguardo dell’immaginazione. Solo l’immaginazione offre anche alla ragione degli orizzonti più grandi e una atmosfera più respirabile.
E questo sguardo nelle poesie di Mango c’è.
Mi viene da aprire a caso il libro delle poesie: capita Ci son volute cinque stelle (a proposito di distanze siderali). La ricerca di un orientamento, di punti di riferimento per la vita, finchè lo sguardo non si rivolge altrove, in un altro firmamento, altrettanto vasto e sconfinato. E lì ritrovare la vera stella:

ed una,
solo quella, è qui con me, nel petto,
a ridere con me
quando ne ho voglia
e a piangere di me,
quando ritorno a quei pensieri più lontani.

Ognuno può incontrare questa stella, ognuno può dire ad essa

mia impronta decisiva,
mio sussurrato incanto.

Anch’io

Ne ho incontrate di stelle in questo cielo,
appuntate sul loro fondo oscuro
piccoli bottoni d'oro
di un elegante vestito nero.

Ne ho viste di stelle
cadenti
raccolte dai vostri intimi desideri
e riportate nel loro firmamento.
Erano lacrime avvelenate di dolore
sorrisi che arrotondavano
labbra e smussavano spigoli.

Ne ho conosciute di stelle: non erano
nuovi gli occhi, quelle luci, ma tracce
di nostalgia graffiante. Fino a vedersi
aprire il sipario del ricordo
su noi, siderali idee di verità
splendenti da sempre.

Scusate la citazione personale :oops: .

Buona vita a tutti.

d.Max

L’ idealismo è figlio della fantasia, della necessità di evadere dalla realtà improvvisando uno scudo per proteggersi e preservare la nostra fragilità umana. Ma la realtà delle cose è insita nelle cose stesse, appunto immortalata. Perché non la vediamo questa immortalità delle cose? Perché siamo condizionati dai pregiudizi, nei confronti della gente. Così facendo siamo incapaci di cogliere l’essenza.
E’ una questione di punti di riferimento, che a mio avviso, non hanno un punto cardinale perché è dentro di noi. Quel punto che ti porta alla quiete interiore e che rende immuni da qualsiasi spettacolo angoscioso che viene messo in scena ogni giorno. Partire da noi stessi e non per egoismo, ma per ritrovarci in completa armonia con le leggi del Cosmo. E’ il punto che ti rende impermeabile alle angosce dell’esistenza. Guardi tutto sotto un aspetto diverso. Questo, mi ripeto, l’ho ritrovato nel libro di poesie.
Direi piuttosto che la poesia di Mango è una poesia universale: ogni cosa, ogni nome perde la sua etichetta e svela la sua vera materia, la sua più pura essenza.

“Che cosa può fare in questo mondo un uomo lucido ……portando in sé un’esigenza senza riferimenti?” (Georges Bataille)

E questo riferimento io l'ho ritrovato solo nella purezza candida della poesia frutto di un anima delicata.

“L’effusione più vicina a una sorta di meditazione è la poesia”. (Georges Bataille)

Licia

Credo che siamo stati creati inevitabilmente prima di tutto per vivere , insieme poi con gli altri , in questo mondo.............
Se dovessimo fare tutto ciò , in virtù di un insegnamento o di un ideale , scaricheremmo superficialmente
quelle che sono le nostre responsabilità di vita,
anche nei confronti di un DIO.
Ecco perchè bisognerebbe conoscersi ,
capirsi per poi cooperare per esaudirlo il senso delle cose
che ci accompagna in questo transito terrestre..
Se ci spingiamo troppo al di là rischiamo di cadere ,
facile costruire castelli di sabbia
altrettanto facile lasciarli cadere.
La necessità di evadere nasce da una neccesità dell'anima,
che fugge per non soffrire ,
dai pregiudizi e non solo,
ma da tutto ciò che non gli permetterebbe d'esistere.
" Credo che qui nasca la poesia".
Questo perchè ci sono delle linee da seguire a tutti i costi ,
bisogna aiutarsi perchè c'è chi ce lo dice di farlo ,
non perchè è la mia coscenza a volerlo ,
si tratta di coscenza viziata!!
Mai avere pietà è parlare d'amore sarebbe la cosa più sbagliata !!
Ribadisco che bisognerebbe conoscersi ,
per capirli i propri limiti ,
per non arrivare a giustificare tutto necessariamente ,
viverlo il Malamente Mondo,
perchè abbia un senso,
con la semplicità che appartiene ad ogni uomo .
Siamo nati per produrre pensieri che aspettativa saremmo in tal caso se fossimo fin dall'inizio vincolati ,
fuggiaschi o pergiunta tutti dello stesso pensiero ,
non siamo stati creati per essere solamente macchine mi auguro..
Ecco perchè la necessita di "Partire dall'Anima"
affinchè questo sia un mondo nuovo di espressioni nuove che accompagnino ciò che è stato creato ,
nella maniera più pura e candida in assoluto ,
dove la realtà si fa poesia.

ELE 77

La realtà in cui viviamo è percepita unicamente attraverso l’ordinamento che noi stessi diamo.
L’espressione immediata viene esternata tramite l’emotività e l’affettività mentre la spiegazione (razionalità) è mediata dalla riflessione e alla consapevolezza che ci permettono di riordinare le cose.
E’ un processo che attribuisce significato alle cose, che privilegia alcuni punti di vista a scapito di altri.
Molti si fermano li, all’apparenza delle cose, alla realtà pura e semplice, che io definisco, forse malignamente, l’aridità dell’anima.
Spesso poi, la consapevolezza (la ragione delle cose) ci attanaglia, ci deprime, ci scivola addosso o ci fa scontrare con la realtà.
Ecco che, la poesia così come la musica, divengono “uno sguardo dalla lontananza”.
La poesia, però, non è inconsapevolezza, bensì uno scivolare dalla ragionevolezza alla riflessione, un ritorno dentro se stessi, facendo giocare l’immaginazione che, per quel che mi riguarda, è una sorgente vitale.
Non è chiudere gli occhi (tanto per collegarmi al topic ”Gli occhi sono lo specchio dell’anima?”) ma “Come gocce solitarie in penombra…” “..nasce la necessità d proteggersi innalzando muri nei cieli per aprirsi ad un mondo nuovo…”(Mango)
In fondo è un filo cui aggrapparsi per vivere meglio, per non cadere nella trappola del “qui e ora” come ben dice d.Max, per non vivere solo del presente, ma ripercorrere il passato e sperare nel futuro.
Per puro caso ho trovato alcuni versi, che più volte mi è capitato di leggere, ma non sapevo appartenessero ad Hikmet:
“il più bello dei mari è quello che non navigammo
il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto
i più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti
e quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto”

Angela

Sono daccordo in parte con ciò che tu dici Angela ,
concordo con il tuo pensiero relativamente a riguardo che
la poesia sia un evasione o meglio uno sguardo in lontanananza.
Perchè allontanarsi quando il nostro mondo è qui ed ora ?
Non sono daccordo con d.max punti di vista differenti ,
Vivere nel presente è affrontare la realtà delle cose
accettare i limiti dell'uomo ed elevarsi verso nuovi stati di coscenza.
Non dobbiamo necessariamente proteggerci scappando.
Il futuro in qualche maniera dev'esser pur costruito ,
non soltanto con muri sospesi.
La poesia serve a risollevare l'anima quando soffre ,
ma anche poi a capirsi,
per far si che un domani,
la nostra realtà e non solo divenga poesia ,
per essere liberi finalmente di tornar bambini
per vivere della purezza dell'anima che non subisce condizionamento,
per vivere e responsabilmente
amare.

Bè il mio pensiero non era proprio uno scappare dal presente, cadere nell'oblio, ma uno passaggio dalla razionalità scaturita dall'osservare la pura e semplice realtà, alla riflessione e quindi, come dici tu al conoscere se stessi e capirsi l'un l'altro, che è un passaggio ancora più difficile.Spesso la realtà è triste ma è vero anche il contrario.
Per quel che mi riguarda mi rendo conto che a volte, invece, mi allontano molto dalla realtà, quando il qui e ora mi sta stretto, quando le etichette, le circostanze ti costringono ad essere e a fare quello che non sei; questo è un lavoro introspettivo che ognuno di noi deve fare.
Questo forum, queste discussioni , queste rilessioni, la musica e la poesia servono anche a questo!
Ora sono un pò di corsa non posso dilungarmi...
Ciao Angela

Ciao Angela ,
il bello del forum è proprio questo ,
libera espressione di pensiero.
Capita anche a me di evadere
e non solo poche volte soltanto,
da questa realtà quando il qui e ora mi sta stretto,
credo che il tutto poi dev'essere però finalizzato a ridimensionarsi.
Io oggi vivo il gusto delle cose assaporandone l'essenza
non pensando ad una vita futura dopo la mia esistenza.
Pensare cessantemente al futuro mi porterebbe a non vivere oggi,
per cui si sognare, immaginare un mondo senza etichette
fare poesia va benissimo
ma poi
sento la necessità di risolevvare questa mia esistenza
vivendo nel malamente mondo appieno affinchè ,
e non credo questa sia razzionalità,
abbia un ruolo per migliorarlo.
Come?
Riuscendo ad amarmi ,
essendo me stesso sempre
affinchè possa amare tutte le cose che
mi ruotano attorno senza indossare maschere, anzi.....
forse si una sola,
la mia faccia.

Ti abbraccio
a presto cara Angela è sempre un piacere.

ELE 77.
senza
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