A volte si vorrebbe aprire un libro e trovarvi lì le risposte che cerchiamo: ma di libri così non ce ne sono. Allora alziamo gli occhi al cielo stellato in attesa che una parola venga giù da uno dei mondi possibili. Alla fine è già molto se da questo sguardo il cuore riesce a parlare e dialogare con l’anima.
Da quel firmamento interiore piovono pensieri, ricordi, parole…
“T’amo, t’amo”, sono parole così semplici ma così intense che non si possono dire a caso e quando si dicono rimangono sospese a sospirarne altre dieci. Non si può credere che si possano dire a chiunque: c’è un senso di destino, di significato che si dischiude, che poteva succedere solo con te.
E poi rimani dentro, codice esistenziale, DNA della propria storia; oppure anche profonda nostalgia che ha il sapore di una possibilità sempre avvenire.
Io so cosa sei per me: ma una cosa che non ho ancora capito è il “tuo” senso di noi. Per te cosa eravamo? Le nostre abitudini, quei nomi e quei gesti che conoscevamo solo noi, dove sono rimaste?

A volte ti è piaciuto fare delle similitudini: “sarebbe successo comunque, con chiunque altra”. Come fare a farti capire che poteva succedere solo con te, che “sei la sola che in me mi parla” d’amore?
Sono domande che si ripetono sempre nel mio cielo: sarebbe placato soltanto da un tuo ritorno…
Ma intanto sono queste domande le cose che mi rubano il tempo; portano il senso della tua assenza. Ma già solo questo è segno di realtà!

Lo sappiamo ciò che ci ha diviso: son cose passate ormai.
Vorrei soltanto poterti dire che il tuo nome è parola la cui essenza è sapore, ed è in me (forse sono io stesso!), è suono che si ripete sempre, custodito nelle più intime profondità del mio cielo. C’è e se ne va, come sabbia fra le mani, come nuvole nel cielo.

Quello che è sicuro è che quando penso a te, a tutta la bellezza che mi hai regalato
“si apre come un’immensa rosa distesa, l’infinito che con te consumai”.

Io ti amo.
Ti amo.
Io amo.
Amo.
Ti.

Buona vita a tutti.

d.Max