Il secondo libro di poesie di Mango: nuove emozioni e cronache delle presentazioni nelle librerie”
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L'appartenenza

Come l'acqua
rassegna il suo stato al pendio,
così ti cercai
e rconobbi in te
e nel cangiante muoverti,
l'appartenenza.


Sono stato subito attratto da questa poesia in quanto dentro ci vedo molte cose che oggi mi portano a vivere in tal direzione.

Bellissima :oops:

Ele77

sai...anche se è piccola, Pino ha una dote sopraffina nello scrivere...
e questa è la dimostrazione :D

Quando non ti ho vicino

Quando non ti ho vicino
è come se perdessi tempo.
E' come se sentissi la meta
più lontana.
Perdonalo questo egoismo
è pieno solo d'amore per te.

Stupenda

Loredana

Quanto sono belle!!! :oops: :oops:...............non vedo l'ora che arrivi li libro oggi ho fatto il vaglia alla posta!!! :wink: :wink:





Mina :oops: :oops:

stamattina mi arrivato il libroooooooooooo!!!!!!!!!!!
l'essenziale copertina vista da vicino è molto elegante...sensuale, direi.
stasera mi ci butto dentro...
un abbraccio!!!
ps: ma non saranno troppe cose tutte assieme? :-)
nooooooooooo!!!!!!le cose belle non sono mai troppe!!! e non mi bastano mai!!!

In questa breve poesia è condensata l'intensità di un senso che può comprendere in sè una vita intera. Quando si pensa al senso della vita, in genere viene in mente l'immagine di una montagna, di una vetta da conquistare, di altezze vertiginose e di aria sottile e rarefatta.
Invece in questa poesia il senso è piuttosto una valle che declina dolcemente verso il basso, con uno scorrere d'acqua che obbedisce a quello che è l'ordine delle cose. L'acqua perciò si "rassegna", si consegna a questo ordine delle cose, spontaneamente, senza creare resistenza e senza tentare vie di fuga.
E questo stato di obbedienza, di arrendevolezza, di "lasciar essere", si ritrova nel senso dell'appartenenza: di nuovo, non una scalata al cielo in cui c'è da fare sfoggio di sforzo di volontà e lavoro di muscoli ma un riconoscere ciò che c'è e un muoversi spontaneo verso il "luogo" avvertito come più naturale.
E mi viene da pensare e da chiedermi: ci vuole più coraggio e forza nel conquistare una vetta in alto, oppure nel lasciarsi andare verso il luogo dell'appartenenza?

Buona vita a tutti.

d.Max

Sono belle e forti entrambe le immagini…: quella dello scalatore, che a fatica raggiunge la cima, per poi comunque inseguirne un’altra e poi un’altra ancora, come ricerca di un percorso di vita ma anche come metafora di un innalzamento morale e spirituale, e quella del ruscello che appartiene necessariamente al suo pendio…

Sembrano immagini contrapposte forse, ma non è così…
Forse “rassegnarsi” al pendio può far pensare a qualcosa di passivo, ad una scelta subita…ma per me non significa questo…
Semplicemente vi leggo una diversità di natura: lo scalatore non può, per definizione, assecondare il pendio, mentre l’acqua non può , se non artificialmente, scalarlo!

Personalmente mi son sentita sia scalatore, che ruscello… :shock: e forse per me era diventata “un’abitudine” proseguire in salita, combattere contro la mia stanchezza, perché credevo che quello fosse il mio “dovere”! Forse non mi ero accorta che i realtà ero “acqua” e che non potevo più, per nessuna ragione continuare a voler essere ciò che non ero, ma che forse, l’unico dovere verso me stessa era scivolare verso il mare….!
Ci è voluto coraggio per assecondare il mio corso al pendio: ma questa è la mia natura, non ho corde o piccozze per attaccarmi alla roccia, ma solo gocce inquiete che cantano e saltano sui ciottoli…! :wink:

:roll:

Ognuno di noi, vive le sue stagioni da "scalatore" e s'inerpica verso apogei, sempre più alti e difficilmente raggiungibili...
Ebbrezze che urlano sussulti e ricolmano d'orgoglio, concentrano l'importanza di un ego trionfante ed alla continua ricerca d 'affermazioni.
Riportano ad un' intima competizione, con se stessi ed il mondo circostante,
per capire fin dove può spingersi la nostra audacia ed apprezzarne il valore.
Tutto molto affascinante ed eccitante, ogni brivido è una conquista ed ogni conquista, un trofeo.... un mucchio d'affetto, effimero e senza pretese....
Dopo aver scalato cime ed aver trovato la tanto agognata stella alpina, lo specchio per la nostra anima, il sostegno dello spirito, è bello trasformarsi in acqua limpida e scendere lungo il pendio e come una naturale evoluzione liberatoria, trovare finalmente il gusto ed il senso a quella scalata.
Un meritato premio e non una rassegnazione.
Una goduria di inestimabile valore, il giuramento di una fede voluta e sentita, la gioia della complicità dei sensi e dei sentimenti, la preghiera per una lunga vita, nella stessa condivisione.
Assoggettasi, solo alla propria volontà ed al piacere di vivere nella serenità, il gusto del saper condurre la propria vita e sentirsi amati, fino all'infinitesima cellula, che vive in noi.

Lory

Bellissime e profonde le vostre riflessioni, fanno strada ai miei pensieri..

Di getto mi viene di pensare che il mio sentire scorrerebbe tranquillo, come un ruscello nel suo sentiero...

Amo il vivere armonioso, tranquillo, limpido, anche giocoso...

Purtroppo a volte quello che sono e sento io, non si 'ambienta' con la realtà che vivo, parlo soprattutto del vivere in società... nel lavoro...

Ed eccomi allora improvvisarmi 'scalatore', che per me equivale a superare ostacoli che mi si pongono davanti.

E sinceramente provo anche molta fatica nel farlo, poichè non è il mio vero sentire, però se è necessario... divento uno 'scalatore' instancabile...

Patti

Non saprei dire quale immagine rappresenti meglio il mio senso di appartenenza oggi, in questo momento, ma di certo prima di decidere di iniziare una scalata mi sono dovuta arrendere... solo quando ho visto che ho provato tutte le strade, ma nessuna era quella giusta per me, nonostante questo ho provato a fare resistenza forse per paura, ma è stato inutile e allora a quel punto ho capito che era logico e naturale abbandonarsi, con la mente e con il cuore...perché tanto non c'è altra scelta se voglio dare un senso alla mia vita... Ma è proprio in quel momento che ho sentito che stavo iniziando a scalare una montagna, io del tutto priva di forze se non quella dell'amore...ciò a cui appartengo e che sento e voglio e desidero con tutte le mie forze raggiungere non lo posso raggiungere se non con una forte partecipazione attiva, dando tutta me stessa...
Cinzia
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