Il dado
Se tu fossi montagna sapresti di cielo,
saresti cadenza nel mio passo terreno.
Se tu fossi montagna sapresti di sguardo sul mondo
e d’azzurro relativo interiore.
Saresti cadenza sul mio attimo perso.
Ma il dado, dal pugno già tratto,
racconta il suo gioco
non quel che di te io racconto alla vita.
Conducilo adesso l’umore per mano
se hai voglia di vero davvero.
Non raccontarmi di come eravamo
ma solo di quando noi siamo
e della lentezza dei giorni
sfiorati e distratti l’uno dall’altro.
Rileggendo questo topic di Peppissimo (ma dove sei Peppissimo, dai, torna con noi
) ho pensato che di questa poesia mi colpisce tantissimo la frase iniziale: Se tu fossi montagna sapresti di cielo. Io amo immensamente la montagna e questa frase mi fa ripensare a tutte le emozioni che provavo fino a qualche anno fa, ogni volta, nelle mie arrampicate, quando arrivavo in cima e mi sentivo vicina al cielo, sembrava di poterlo toccare con la mano il cielo, bellissimo perciò questo accostamento “se tu fossi montagna”….
Stessa cosa per “sapresti di sguardo sul mondo”, è incredibile dove può arrivare lo sguardo dall’alto di una montagna, dominando l’intera valle sembra quasi di dominare il mondo.
Mi piace tantissimo l'espressione "sapresti d'azzurro relativo interiore..." il cielo non sempre sta in alto, a volte non è un luogo, ma è un condizione dello spirito, può essere anche dentro di noi il cielo.
Il dado, che viene lanciato dal pugno di una mano senza sapere quale sarà la faccia visibile una volta caduto a terra, mi fa pensare invece al destino o al caso che a volte sembra decidere al posto nostro. E’ il dado, inteso come caso fortuito o destino per chi crede al destino, è la fatalità oppure è un sorprendente disegno d’Altissimo che a volte determina la nostra vita.
Oppure leggo questa frase come “il dado è tratto” nel senso di ciò che è stato è stato, ormai fa parte del passato, purtroppo è impossibile tornare indietro per modificare il passato, anche avendo preso coscienza di eventuali errori commessi, non bisogna fossilizzarsi su questo, meglio pensare al presente e concentrarsi sui giorni da vivere.
Bellissima anche questa poesia.
Cinzia