Mango nella poesia Il tempo non è un risultato dice:
Il tempo non è un risultato
ma solo l'insieme delle cose che fuggono.
In Chiedimi scusa se t'amo rafforza il concetto:
insisti sull'attimo perso
e non vedi il millennio di fronte...
... E' come se le stagioni durassero pochi minuti
ed io non voglio che abbracciare il presente,
tracciarlo in me come percorso più intimo.
Ora, parole come queste per uno come me che è intrinsecamente nostalgico, impigliato nelle complicazioni di retrospettive continue, sono ardue. Non si tratta tanto di convertirsi alla filosofia del carpe diem che può sempre avere qualche ambiguità. Si tratta piuttosto di vedere l'attimo presente come la dimora della perfezione: non appunto il risultato del passato, ma l'attuazione dell'insperabile.
Un filosofo dell'antichità, Plotino, diceva che non si è felici pensando a quanto siamo stati felici in passato, nè a quanto lo saremo in futuro: la felicità è volere essere ciò che si è già. E questo penso che non lo dicesse nel senso che uno deve essere soddisfatto delle realizzazioni di cui è stato capace e lì fermarsi, ma nel senso di cogliere nel proprio essere tutta la positività che andiamo cercando chissà dove; nel proprio essere che è di fronte all'Aperto.
A volte si è troppo rivolti all'indietro e non scorgiamo "il millennio di fronte".
Un millennio di pace e di luce a tutti.
d.Max
Il tempo non è un risultato
ma solo l'insieme delle cose che fuggono.
In Chiedimi scusa se t'amo rafforza il concetto:
insisti sull'attimo perso
e non vedi il millennio di fronte...
... E' come se le stagioni durassero pochi minuti
ed io non voglio che abbracciare il presente,
tracciarlo in me come percorso più intimo.
Ora, parole come queste per uno come me che è intrinsecamente nostalgico, impigliato nelle complicazioni di retrospettive continue, sono ardue. Non si tratta tanto di convertirsi alla filosofia del carpe diem che può sempre avere qualche ambiguità. Si tratta piuttosto di vedere l'attimo presente come la dimora della perfezione: non appunto il risultato del passato, ma l'attuazione dell'insperabile.
Un filosofo dell'antichità, Plotino, diceva che non si è felici pensando a quanto siamo stati felici in passato, nè a quanto lo saremo in futuro: la felicità è volere essere ciò che si è già. E questo penso che non lo dicesse nel senso che uno deve essere soddisfatto delle realizzazioni di cui è stato capace e lì fermarsi, ma nel senso di cogliere nel proprio essere tutta la positività che andiamo cercando chissà dove; nel proprio essere che è di fronte all'Aperto.
A volte si è troppo rivolti all'indietro e non scorgiamo "il millennio di fronte".
Un millennio di pace e di luce a tutti.
d.Max