Mi ha colpito questa poesia che parla di trattenuti baci, di baci in potenza, si potrebbe quasi dire, e di un "non conoscere" il sapore di certi baci.
Il bacio in cui una bocca assume la forma di un cerchio, di un anello, capace del mondo. E' bella questa ampia intimità a cui allude la poesia: un'intimità in cui le mani non sanno ciò che fanno le labbra ma in cui quel gesto si apre a
l'idea di quel centro del mondo.
E' una concezione alta e profonda dell'amore e dei gesti dell'amore, in cui cioè la posta in gioco non è solo l'unione di due persone ma l'essere del mondo, il mistero ultimo della vita.
Chi può credere di possedere ciò? Nessuno, chiaramente. Allora si tratta di fare dei passi indietro, di farsi piccoli come le pulci d'acqua capaci di scivolare sul pelo dell'acqua o di cercare un sistema di basse frequenze per avere libero accesso all'idea. L'immagine mi ha fatto ricordare Mosè che, di fronte al mistero del roveto che arde senza consumarsi, si toglie i sandali e si copre il volto.
Sono quei rari momenti di intensità dove percepiamo di essere sfiorati da una luce, che non è nostra ma ci raggiunge, che non possiamo contenere ma in cui, semmai, siamo contenuti: una luce in cui possiamo anche perderci ma che, nello stesso tempo, ci avverte dell'essere mio consistenza. E una poesia come questa ti dice dunque una cosa che non sapevi: in un bacio, anzi nel sapore pregustato di un bacio (magari mai dato!) c'è tutto il segreto del mondo.
Baci
d.Max
Il bacio in cui una bocca assume la forma di un cerchio, di un anello, capace del mondo. E' bella questa ampia intimità a cui allude la poesia: un'intimità in cui le mani non sanno ciò che fanno le labbra ma in cui quel gesto si apre a
l'idea di quel centro del mondo.
E' una concezione alta e profonda dell'amore e dei gesti dell'amore, in cui cioè la posta in gioco non è solo l'unione di due persone ma l'essere del mondo, il mistero ultimo della vita.
Chi può credere di possedere ciò? Nessuno, chiaramente. Allora si tratta di fare dei passi indietro, di farsi piccoli come le pulci d'acqua capaci di scivolare sul pelo dell'acqua o di cercare un sistema di basse frequenze per avere libero accesso all'idea. L'immagine mi ha fatto ricordare Mosè che, di fronte al mistero del roveto che arde senza consumarsi, si toglie i sandali e si copre il volto.
Sono quei rari momenti di intensità dove percepiamo di essere sfiorati da una luce, che non è nostra ma ci raggiunge, che non possiamo contenere ma in cui, semmai, siamo contenuti: una luce in cui possiamo anche perderci ma che, nello stesso tempo, ci avverte dell'essere mio consistenza. E una poesia come questa ti dice dunque una cosa che non sapevi: in un bacio, anzi nel sapore pregustato di un bacio (magari mai dato!) c'è tutto il segreto del mondo.
Baci

d.Max