Il secondo libro di poesie di Mango: nuove emozioni e cronache delle presentazioni nelle librerie”
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Le solitudini e gli sguardi

Le solitudini fissavano gli sguardi
e le abitudini smorzavano il tempio di Dio.
Gli sguardi fissavano le solitudini
e le solitudini carezzavano gli sguardi.
Così ti cercavo, tra il sole e l’orizzonte
e ogni tentativo di fuga s’asciugava,
come antico acquedotto romano,
paralizzando il ronzio dell’ape,
intanto che il sole si stupiva e stupiva il mare,
stupivano le ignote lontananze
e le fresche aderenze del cuore.


La frase che per primo mi ha colpito è “le abitudini smorzavano il tempio di Dio”.
Si dice che l’abitudine spegne ogni cosa, spegne l’entusiasmo e spegne la passione, soprattutto.
Eppure io penso che questo sia un luogo comune.
Secondo me l’abitudine non è tanto il fatto di ripetere le stesse cose, gli stessi atti per un lungo periodo di tempo, penso che l’abitudine sia piuttosto una predisposizione mentale, è un rifiuto, una chiusura verso ciò che è “nuovo”.
Mentre la vita dovrebbe essere una continua ricerca, una continua scoperta di nuove emozioni, di nuove esperienze, di nuove amicizie, di nuove passioni ed anche di nuovi amori, perché no? In fondo l’uomo è stato creato per amare.
Non si dovrebbe mai cadere nello stato mentale dell’abitudine perché penso che a quel punto si inizierebbe davvero a sentirsi vecchi, anche se non lo si è anagraficamente.
Se uno non ha “l’abitudine” dentro di sé, può anche ripetere una stessa cosa per una vita e sentire dentro ogni volta una rinnovata passione, in un certo senso è anche bella la ripetizione.
Le solitudini fissavano gli sguardi…le solitudini carezzavano gli sguardi…
Questo mi fa pensare ad una paura di lasciarsi andare, ad una incapacità di darsi all’anima intensamente… ad un vedere oltre la porta nuovi orizzonti sconfinati, ma ad un’incapacità di oltrepassare quella porta, come nei sogni, quando abbiamo le gambe pesanti e non riusciamo a correre, sarebbe bello invece che quella porta fosse sempre spalancata per poter uscire e rientrare quando si vuole, arricchiti ed arricchire così anche chi vive al nostro fianco….
Cinzia

Questa poesia di Pino, tra tutte quelle che abbiamo commentato nei mesi scorsi, è una delle mie preferite. Per svariati motivi.
Per l’aspetto stilistico e contenutistico.
All’insegna del romanticismo questo intreccio complice di occhiate d’intesa
tra “sguardi” e “solitudini” (a parti inverse, poi).
La comunicazione non verbale, come può esserlo uno scambio di sguardi,
è sempre un fatto magico, di rara bellezza, di intensa complicità…
Molto bello, infine, il verso “Così ti cercavo, tra il sole e l’orizzonte”.
Solo su questo si potrebbe scrivere un lungo racconto.
Che vi risparmio, ovviamente.

Grazie, come sempre, a Cinzia :P per questa sua rara sensibilità
che mi consente di fermare le lancette e di gustare qualche bella e intensa parola di Pino.

Michele

michele ,perchè ci vuoi "risparmiare" questo lungo racconto :roll:
le cose da "risparmiare" sono altre,non certo pensieri,riflessioni che ci arrichiscono............attendiamo.

Per ritornare alla poesia..........
non è certo le abitudini che smorzano il tempio di Dio e come uno le vive queste "abitudini"....il pensiero che quei gesti che si susseguono,a volte uguali,siano eterni fa si che non ne comprendiamo la bellezza.
Poi basta un piccolo scalino e vedi trabballare tutte le certezze, allora anche quelle "abitudini" diventano meravigliosamente belle.....
riscoprendo che svegliarsi al mattino e sentire l'aroma del caffè,ti fa sentire viva e respirandolo a pieni polmoni sentire che è il paragrafo che ti apre la giornata da colmare di cose ripetitive, ma belle perchè ti danno certezze, e i spazzi vuoti colmarli con delle sfumature che fanno la giornata unica........forse è così che si stupiscono "le fresche aderenze del cuore".


antonella

“Così ti cercavo, tra il sole e l’orizzonte”.
Versi semplici e di ineguagliabile bellezza. Di supremo fascino. Che evocano ricordi ed emozioni.
Che invitano a “cantare”. A raccontare, a parlare.
Mi viene in mente il detto “chi cerca, trova”.
Ed aggiungo che “chi cerca è trovato”.
Così ti cercavo: spiega un cammino, se vogliamo anche un “viaggio” interiore, di ricerca.
Una ricerca di abbracci, di sorrisi, di carezze…
Penso a quanto sia straordinariamente bello e di infinita meraviglia l’innamoramento.
Che prima o poi si prova nella vita. Quella “chimica” che ci fa vedere con occhi nuovi, sentire con cuore palpitante…
Tra il sole e l’orizzonte: denota un affetto immenso, forte, invincibile e instancabile…

Davvero si potrebbe scrivere a lungo. Ma sarebbe uno sbaglio madornale.
Ti ringrazio molto, carissima Antonella, ma non voglio commettere l’errore di “scrivere” a briglia sciolta.
Dunque, va bene questo supplemento di emozioni. Sebbene incompleto e vago.
E mi fermo qui. Con la speranza che in questa “riflessione del cuore” vi sia una convergenza di vedute e di sensibilità.

Un abbraccio, Michele

“Così ti cercavo, tra il sole e l’orizzonte”.
Versi semplici e di ineguagliabile bellezza. Di supremo fascino. Che evocano ricordi ed emozioni.
Che invitano a “cantare”. A raccontare, a parlare.
Mi viene in mente il detto “chi cerca, trova”.
Ed aggiungo che “chi cerca è trovato”.
Così ti cercavo: spiega un cammino, se vogliamo anche un “viaggio” interiore, di ricerca.
Una ricerca di abbracci, di sorrisi, di carezze…
Penso a quanto sia straordinariamente bello e di infinita meraviglia l’innamoramento.
Che prima o poi si prova nella vita. Quella “chimica” che ci fa vedere con occhi nuovi, sentire con cuore palpitante…
Tra il sole e l’orizzonte: denota un affetto immenso, forte, invincibile e instancabile…

Davvero si potrebbe scrivere a lungo. Ma sarebbe uno sbaglio madornale.
Ti ringrazio molto, carissima Antonella, ma non voglio commettere l’errore di “scrivere” a briglia sciolta.
Dunque, va bene questo supplemento di emozioni. Sebbene incompleto e vago.
E mi fermo qui. Con la speranza che in questa “riflessione del cuore” vi sia una convergenza di vedute e di sensibilità.

Un abbraccio, Michele

E' bellissima la descrizione di questa scena, mi colpisce il senso dello stupore e dello smarrimento.
Descrive, un' incantevole relazione, assorta nel silenzio degli sguardi e delle solitudini.
Due anime, rapite da un solo sospiro e soggiogate dai loro stessi occhi: specchi riflessi di un'uguale passione.
Nell'enfasi, tutto sembra bloccarsi attorno, nella ricerca spasmodica di un'attenzione.
Finanche il fastidioso ronzio dell'ape, non si percepisce più come tale e rimane come paralizzato,
soffocato nell'etere, mummificato, tra le pieghe di mille riflessioni, che attanagliano l'istante.
Sentire nellla forza del proprio sguardo, la possibilità di bloccare, ogni tentativo di fuga dell'altro...
smorzando ogni timido ravvedimento, come un'attrazione calamitata ed indivisibile.
In una giornata di sole: sbigottiti, disorientati e confusi da tanta attrazione,
due anime scoprono le nuove e fresche aderenze del cuore....

Lory
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