Spazio aperto ai resoconti ed ai commenti delle apparizioni televisive e alle interviste rilasciate alle radio locali e nazionali da Mango.
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Vi riportiamo l'intervista di Mango effettuata a Isoradio,
a beneficio (anche) di coloro i quali magari se la sono persa...
saluti dallo staff del mango.it


MANGO A ISORADIO
Intervista di Angelo Torchetti del 22 novembre 2005


Mango, torni con un nuovo disco dopo due anni: c’è un po’ di routine anche nella vita d’artista?
Un anno e mezzo o due anni, questo è il tempo che trascorre tra un album e l’altro. Ormai è diventata una prassi abituale, tra il tour di supporto, la scrittura dei nuovi pezzi, gli arrangiamenti e le registrazioni in studio. Osservandolo da questa prospettiva sicuramente diventa un fatto di routine.

Come spezzi questa routine?
Sicuramente con la famiglia che è il collante di tutto.

Tu hai due figli. Da quanti anni sei legato a tua moglie Laura Valente che conosciamo benissimo?
Da una ventina d’anni.

Un sodalizio che dura quindi da tempo e dobbiamo darti atto che le tue vicende personali non sono mai messe in piazza.
Mai. E a mio avviso tutto ciò è positivo.

Infatti molti tuoi colleghi sono sempre sulla cresta dell’onda più che per la musica spesso anche per le chiacchiere.
Ultimamente però devo ammettere che è in atto una rivalutazione del riserbo. Diversi miei colleghi, soprattutto se molto conosciuti - a parte qualcuno - amano stare in disparte.

Mi sembra di capire che non parteciperai mai ad un reality, nemmeno se fosse in un posto meraviglioso e tropicale!Assolutamente no, nemmeno sotto tortura.

Cominciamo a spulciare questo disco molto interessante e “fresco fresco”, intendendo “fresco” come suoni e armonie. Ascoltiamo “Di quanto stupore”. Al primo ascolto il pensiero è andato allo stile di Lucio Battisti. Lo hai amato molto?
Ho amato molto Battisti e ho avuto modo di conoscerlo per mezz’ora. Molte persone hanno sottolineato le affinità in riferimento a questo e agli altri pezzi dell’album e ne sono onorato oltre che entusiasmato. Più precisamente, mi è stato detto che l’analogia non è nei brani stessi, ma nel modo di sorprenderci tipico di Lucio.

Hai conosciuto molto meglio Mogol che è stato un personaggio importante per la tua carriera.
Proprio grazie a Mogol ho iniziato a fare questo mestiere sul serio; stavo per abbandonare la musica e ritornare agli studi di sociologia perché ero nauseato dal mondo discografico che non mi aveva assolutamente premiato per i primi tre dischi. Nel frattempo lui è intervenuto salvando il provino di “Oro”, cercandomi in ogni dove e decidendo di produrre questo ragazzo dalla timbrica particolarissima.

Come è lavorare con i colleghi? Tu hai lavorato ad esempio con Lucio Dalla che ha scritto il testo di “Bella d’estate”.
Sembrerà un luogo comune, ma è un’esperienza positiva di scambio in quanto ti permette di condividere i punti di vista individuali su questo mondo.

Sei geloso delle canzoni che produci o le concedi volentieri se qualcuno te le richiede?
“Volentieri” non è propriamente il termine esatto, devo innanzitutto esserne convinto. “Regalare” poi è un’espressione molto relativa, è da considerare più in senso lato: le ho donate a Loretta Goggi, a Loredana Bertè, a Patty Pravo e a tanti altri. La difficoltà però non risiede qui, ma nell’andare a verificare il vestito e il sapore che l’interprete intende dare al brano.

A proposito di interpreti, tua moglie ama le tue canzoni? Per quale motivo però non le canta visto che ha una voce così straordinaria?In effetti le ama tantissimo, però non interpreterebbe né le mie, nè quelle di altri autori; non le canta semplicemente perché non desidera fare più questo mestiere.

L’ha fatto bene però con i Matia Bazar…L’ha fatto ottimamente, decidendo di concludere ad un certo punto la sua carriera. Nel 2004 però si è dedicata alla reinterpretazione di “Wuthering Heights” di Kate Bush con la collaborazione di alcuni musicisti dance. Recentemente inoltre abbiamo fatto l’esperienza del duetto che mai avremmo immaginato di proporre, timorosi di passare per la “coppietta” che si esibisce insieme; dopo aver scritto la prima parte del brano “Il dicembre degli aranci” gliel’ho proposto: è rimasta sorpresa, se ne è innamorata e quindi anche lei è parte integrante di questo album. L’abbiamo interpretata in presa diretta, senza prove, “una botta e via” si dice.

Con “Il dicembre degli aranci” entriamo allora in casa vostra con la musica e non con i reality. State bene insieme?Molto bene, ma non ci piace stare sui rotocalchi.

Parliamo dello stile con cui hai cantato il brano appena citato. Tu hai sempre avuto una timbrica molto particolare, anche le tue composizioni lo sono visto che scrivi in 6/8?Non è esatto, ho scritto “Ti amo così” in 6/8, ma non lo sono tutti i miei brani. E’ semplicemente uno dei tempi che si possono utilizzare, sebbene nella musica italiana non vada per la maggiore. Non è tipico di nessuna melodia in quanto è un tempo dispari e quindi scomodo. Può dar modo a capolavori o a cose scialbe, trite e ritrite, ma il fatto più importante è che possono scaturire capolavori come “We are the champions” o “Sapore di sale”.

Tu dai molta importanza alla melodia, ma anche all’armonia.Non si può prescindere dall’armonia, vanno di pari passo.

Quanto tempo impieghi a scrivere una canzone?
“Il dicembre degli aranci” quanto dura? Quattro minuti? Giusto quel tempo. Accanto ci sono poi brani a cui puoi dedicare una settimana o quindici giorni, oppure quelli che lasci da parte uno o due anni e vai a riprendere per chiudere il discorso.

Stiamo per salutarci, speriamo che questo album abbia successo. Si vendono i dischi ultimamente?
Si parla di crisi del mercato discografico, ma poi determinati album vendono molto.

Cosa pensi del nuovo modo di usufruire della musica attraverso Internet?
È il futuro, ci si può non adeguare, ma è necessario accettarlo. Fortunatamente alla fine si può optare tra un tipo di ascolto scarso nel telefonino o qualcosa di più consistente e valido come un cd.

Andiamo ad ascoltare l’intensa “Solo d’amore”. Tu in questo album hai trattato l’amore, del resto il titolo è “Ti amo così”. Senti il bisogno di parlare d’amore in questo mondo dove c’è sempre molto odio? Non parlo solo di amore sentimentale.
Amore in senso lato. Io vengo da un libro di poesie pubblicato lo scorso anno in cui trattavo lo stesso tema, “Nel malamente mondo non ti trovo “: non ti trovo la poesia, non ti trovo l’amore di cui invece ci sarebbe bisogno.
In questo brano in particolare mi sono trovato di fronte ad una domanda dei miei bambini (che cantano anche una particina), è quindi un modo come un altro di rispondere ad un loro quesito sulla guerra e sui mali dell’umanità.
Spesso però rispondere è arduo: diventando adulti si diventa più “stupidi”; da bambini invece si era intrisi di favole e fiabe attraverso le quali poter raccontare il mondo. Parlando con i bambini è necessario tornare in quella fase: le bombe è meglio trasformarle in fragole o dire che i piccoli che muoiono sotto le granate in realtà stanno facendo un girotondo e presto si rialzeranno.

GRAZIE STAFF :D SEMPRE GENTILISSIMO :D
Un plauso allo staff che come sempre "ci vizia" con regali come questo. Non mi stancherò mai di dirlo: la CURA dei fans adottata e perseguita dai gestori di questo sito uffciale è qualcosa di introvabile sui siti ufficiali di altri cantanti italiani. Ne siamo fieri! E dagli occhi di Pino che brillano quando ne parla e se ne parla, si evince... che ne sia ampiamente fiero anche lui! :D
Tornando al tema di questo topic, trovo che gli ascoltatori - non fan, abbiamo potuto apprezzare il credo musicale del Mango artista ma anche la dolcezza del Mango privato. :roll:

Roberta
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