Sono pienamente d’accordo con Ambrosia. L’Ariston è innanzitutto un TEATRO e ci si esibisce di fronte ad un pubblico silenzioso con un’orchestra che suona “pulito” di decine di elementi alle spalle, inoltre la performance si prova per mesi; certamente anche lì ogni tanto si rileva qualche anomalia prontamente sistemata nelle serate successive. Il Festivalbar invece si svolge in una PIAZZA, si canta su una base registrata (dopo aver provato solo una volta nel pomeriggio) sparata a tutto volume perché si senta fino alla periferia della città e, quel che è peggio, in mezzo ad una bolgia infernale. Da spettatori della trasmissione televisiva non si può non sentire il sottofondo di urla del pubblico che per poco copre la performance stessa del cantante; da fans si può tranquillamente accettare che, proprio a causa di queste condizioni ambientali, il “perfezionista” Mango si esibisca in playback. Già nel 2002 dal sito della Warnermusic (la clip è ancora online) ci comunicò di non essersi esibito dal vivo in alcune puntate del Festivalbar a causa del ritorno “enorme” della base; aggiungo che la voce di Pino, in quanto strumento, necessita di essere accordata e riscaldata, azione non fattibile in un retropalco televisivo: ricordo che lo scorso anno, in occasione del concerto di Lesina, il ritardo dell’inizio dello spettacolo (imputabile ad un disguido organizzativo locale), lo costrinse a prolungare di mezz’ora e più il riscaldamento della voce per presentarla “al top” ad inizio concerto: da questo si evince il suo perfezionismo e l’impossibilità di preparare nello stesso modo le brevissime performance televisive.
In fondo il Festivalbar è una festa, una vetrina, non un concorso di ugole d’oro! Stando in tema di ugole, quella di Pino la si può tranquillamente apprezzare per due ore a concerto lungo tutte le sue frequenti e lunghe tournèe, come pure la bravura della sua band.
Spero così di aver aggiunto altri argomenti a supporto della scelta di Pino!
In fondo il Festivalbar è una festa, una vetrina, non un concorso di ugole d’oro! Stando in tema di ugole, quella di Pino la si può tranquillamente apprezzare per due ore a concerto lungo tutte le sue frequenti e lunghe tournèe, come pure la bravura della sua band.
Spero così di aver aggiunto altri argomenti a supporto della scelta di Pino!