da
Staff » gio set 25, 2008 10:02 am
Riportiamo un articolo di
Luca Falcone pubblicato da IL MESSAGGERO
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... ME_SCIENZA
potrà far riflettere e magari far capire qualcosa in più sulla questione.
Lo staff del mango.it
Copyright, Youtube perde causa con Viacom
Ora dovrà svelare i database di tutti gli utenti
ROMA (4 luglio) - Brutta sconfitta per Youtube. Una sentenza che si attendeva da tempo infliggerà un duro colpo al leader mondiale di videosharing. Il giudice statunitense Louis Stanton ha dato ragione al colosso dei media Viacom - propetario del canale televisivo Mtv, nonché delle case di produzione cinematografica Paramount e Dreamworks - che aveva fatto causa a Youtube chiedendo la protezione di diritti di proprietà di tutti i video di sua proprietà che venivano messi in circolazione sul canale.
Il giudice Stanton ha quindi stabilito che Google Inc., proprietaria di Youtube, dovrà pagare 1 miliardo di dollari a Viacom ma, soprattutto, dovrà rendere noto il numero, l'indirizzo IP, il tempo di connessione e i video visti e "caricati" da tutti gli utenti di Youtube.
Il giudice alla fine ha ritenuto legittima la richiesta di Viacom dando torto a Google che aveva subito avanzato dubbi sulla violazione della privacy dei propri utenti in caso di accettazione delle richieste di Viacom. Su questo punto un portavoce del colosso dei media ha fatto sapere che «ogni informazione verrà trattata in via del tutto riservata, al solo scopo di provare le nostre accuse contro Google».
La Causa. Viacom aveva intentato questa causa contro Google nel 2007 e aveva chiesto come risarcimento 1 miliardo di dollari perché a suo avviso la fortuna di Youtube non era legata ai video “user generated”, ovvero quelli fatti direttamente dagli utenti ma, invece, fosse legata alla diffusione di immagini coperte dal copyright, tra cui quelle di proprietà della stessa Viacom. In questo senso va letta la sentenza del giudice statunitense, come una difesa del diritto di proprietà nei confronti dei pirati informatici che invece si ispirano a una filosofia di completo free use, che non contempla nessun tipo di rispetto per la proprietà delle immagini.
Il colpo per l'azienda di San Bruno è durissimo. Per quanto fin dalla nascita della loro invenzione Chad, Steve e Jawed si fossero impegnati nel rispettare il materiale protetto da copyright, ribadendo sempre di aver in mente seri progetti di lavoro e di partnership con le grandi major discografiche e cinematografiche («You Tube non è Napster - era solito ribadire Chad Harley - noi vogliamo fare affari, non siamo dei pirati, rispettiamo la legge») il rischio che arrivasse una sentenza di questo tipo era reale. Per questo You Tube ha sempre cercato di evitare lo scontro diretto con la grandi media corporation e a ogni sollecitazione che proveniva da quest'ultime era molto vigile ed eliminava in fretta i video “illegali”.
Certo è che la fortuna di Youtube e il suo velocissimo sviluppo e successo gli ha attirato addosso le invidie di molte case di produzione, tutte molto grosse e anche molto cattive. L'invidia poi è diventata massima quando l'azienda è stata rilevata da Google Inc. per 1,65 miliardi di dollari. In quel momento, molti “nemici” del canale di condivisione video si sono fatti sotto, pronti a far pagare a Google il conto salato dei video illegali trasmessi dal portale.
Il precedente. I guai per Google, però, potrebbero non finire qui. La sentenza del giudice Stanton potrebbe rappresentare, infatti, un precedente davvero pericoloso, la punta di iceberg di tutti i ricorsi che d'ora in avanti saranno presentati nei confronti di Youtube per diffusione di materiale protetto da copyright. Per evitare ciò, è possibile che il portale imporrà una forte stretta a tutti gli "youtuber" che vorranno caricare dei video protetti da copyright. Internet si è da sempre caratterizzata come un luogo in cui è difficile far rispettare le regole. Chissà se un giudice americano riuscirà questa volta a rimettere in riga quella massa informe e un po' anarchica che è la community globale.